la satira del foglio

E quando ricapita Mattarella a Codogno?

Maurizio Milani

Alla fine del settennato, il Follower fisso ricorda la visita del presidente nei luoghi colpiti per primi dal Covid. Perché c’era anche lui e forse gli ha pure parlato. Ma c’è da fidarsi di più della pagina TikTok del Quirinale

Parliamoci chiaro: il nostro desiderio è che Mattarella resti al Quirinale fino al 2029. A quel punto ci penseremo. Come capo del comitato per la rielezione sono molto contento. Ho un bellissimo ricordo diretto, quando il 2 giugno 2020 il presidente venne a Codogno. La città dove vivo (e a volte faccio il cretino in stazione). Tutti abbiamo un bellissimo ricordo del presidente. Per Codogno fu una giornata storica, ho ancora ben presente le parole di affetto e vicinanza che Mattarella ebbe per tutti. C’erano in municipio tutti i dieci sindaci dei comuni della prima zona rossa (dell’occidente).

 
A me il presidente, bonariamente disse: “Milani! Quando va a lavorare?”.

 
Io: “Presidente! Appena il governo toglie il reddito di cittadinanza! Con rispetto parlando”.

 
Mattarella: “Bravo!”.

 
Mi sento in dovere adesso di fare una breve carrellata sui social per tirar fuori situazioni romantiche dove c’è Sergio Mattarella.

 
Instagram foto n. 43.156 di Chiara Ferragni e Fedez: Mattarella al salone del design a Milano. Un discorso toccante sia per gli operatori del settore che per chi non c’entra niente con il mobilio. Eccolo: “Questa è la vera eccellenza che il mondo ci invidia. Già nel 1971 la famosa poltrona di Fracchia (Paolo Villaggio) fu un oggetto di culto. Richiesta in tutti gli uffici della City di Londra. Era in pratica (come i più anziani ricorderanno) un sacco imbottito di piuma d’oca. Fracchia davanti al capo ufficio (il mitico Gianni Agus) non trovava la posizione e in pratica cadeva ai piedi del suo superiore. Che tempi gloriosi. L’Olivetti, la Snia Viscosa, Fiorucci, la Polenghi Lombardo. Avevamo superato come industria Francia e Gran Bretagna. Milano era la locomotiva. La Lombardia peggio, anzi, meglio di Monaco e la Baviera. Dopo Usa, Giappone e Germania era l’Italia la quarta potenza mondiale. Allora le tigri asiatiche erano ancora nella foresta del Borneo a tirar giù le scimmie con frecce al curaro. L’Eni era la prima potenza energetica mondiale. Insomma; voi del salone del design in zona Lambrate e Porta Genova siete i degni eredi di quel periodo d’oro”.

 
Prosegue il presidente Mattarella (il discorso è durato cinque ore, ma sono volate): “… Oggi, nella mia intensa visita a Milano, sono stato al nuovo grattacielo della regione. Che bello. Non ho mai visto una sede di regione così maestosa. Neanche la sede dello stato del Texas è così imponente. Pensavo sinceramente che avevate buttato giù la vecchia sede, il grattacielo Pirelli (Pirellone), ma vedo che è ancora al suo posto. Mi dice il segretario generale della regione che viene usato come dormitorio per uomini divorziati che guadagnano 1.900 euro al mese ma devono passare alla moglie, su sentenza del tribunale, 1.300 euro. Per mangiare vanno alla mensa di Amnesty International, a dormire, giustamente, dentro il grattacielo Pirelli. Bellissimo anche il quartiere di Porta Nuova con il Bosco verticale, piazza Gae Aulenti e il tendone permanente del Cirque du Soleil. Ho avuto il privilegio di uno spettacolo pomeridiano in mio onore. Che artisti! Che abilità! Certo, sempre meglio che andare a timbrare il cartellino alla Magneti Marelli. Amici discendenti da Carlo Magno, un cordiale saluto e complimenti per la vostra operosità. Prima di lasciare la vostra splendida megalopoli, lasciatemi andare a visitare il Vigorelli. Da giovane l’ho sempre sognato. Vedevo in bianco e nero in tv la Sei giorni su pista. Che magnifico velodromo. Il più bello attualmente in attività. Spero non venga abbattuto per far posto al concessionario per il sud Europa della Tesla. Andiamo piano con la transizione ecologica, c’è tempo. Altrimenti perdiamo per strada milioni di lavoratori occupati nella costruzione dei motori Abarth. I migliori. Quando sento un’auto avvicinarsi con motore Abarth, il suono mi emoziona. A questo punto mi espongo: no all’auto a batteria!”.
Facendo uno strappo al protocollo, il presidente che doveva rientrare a Roma chiede al fido dott. Zampetti: “Ugo! Giustamente, visto che siamo a Mediolanum, perché non visitiamo i tanto decantati laghi?”.

 
Zampetti: “A sua disposizione, presidente! Anzi, mi permetto di aggiungere: ottima idea. Migliore non poteva essere!”.
Seguiamo sulla pagina TikTok del Quirinale la gita della presidenza della Repubblica e il seguito. Prima tappa Iseo. Per l’occasione, il comune rimette in piedi “The Floating Piers”, l’installazione di pontili di plastica galleggianti che congiungeva il lago dalla casa di Brad Pitt a quella del sindaco. Un’opera d’arte che ha fatto applaudire il lago d’Iseo in tutto il pianeta. Nelle varie foto si vede Mattarella che cammina sul pontile galleggiante. Per l’occasione illuminato da lampade tricolori, che per un problema tecnico fanno saltare giù il contatore ad alcune villette sulle colline che si affacciano sul lago. Mattarella saputo dell’inconveniente rompe il protocollo e va a far visita a quei miliardari (si fa per dire) rimasti senza corrente elettrica. Foto del bellissimo incontro con queste famiglie, che postano sui loro profili tali momenti.

 
In elicottero il presidente raggiunge Sirmione, la perla del Garda e quindi del mondo. Anche qui tantissime foto su migliaia di profili sia di turisti italiani che arabi: “Mattarella che si ferma alla gelateria fratelli La Grossa. Degusta passeggiando per il borgo. Visita la casa di Maria Callas. Si tuffa nelle terme e infine tra le rovine della tenuta di Catullo”. Dove viene omaggiato dal sovrintendente per le antichità del bresciano di un mastellino d’olio prodotto dagli olivi pensili che risalgono al 1996. Gli altri si erano estinti. Per colpa degli ambientalisti che non avevano voluto usare il ddt per debellare i coleotteri che brulicavano sugli olivi originali (che poi non erano nemmeno originali, ma già sostituiti da Cavour nel 1851; senza che la notizia venisse diffusa nella già atterrita popolazione veneta per la delusione data da Napoleone III nella famosa Guerra d’indipendenza – trattato di Villafranca. Ed è qui che Mattarella si reca per omaggiare chi unì l’Italia). 

 
Sul profilo Facebook della famiglia Borromeo, vediamo Mattarella sull’isola dei Pescatori, l’incantevole luogo sul lago Maggiore. Ad attenderlo tutti gli eredi della dinastia lombarda più prestigiosa, appunto i Borromeo. Con decisione unanime, si dona a Mattarella l’isola Bella. Con una condizione: “Non alla presidenza della Repubblica viene sancito questo lascito notarile, ma al cittadino prof. Sergio Mattarella”. Questo giustamente per non mettere l’isola nel calderone delle pertinenze immobiliari del Quirinale. Su Instagram Verbano altre immagini del presidente. Lo vediamo ad Arona dentro il Colosso, il San Carlone, l’imponente statua eretta dal costruttore della statua della Libertà e dell’Eiffel. Almeno, stando a quello che ci dice in tv Roberto Giacobbo. Già Rai 2, ora Focus. 
Nemmeno a farlo apposta, Giacobbo è in zona per cercare la tomba di re Artù. Il presidente Mattarella e il bravo conduttore si incontrano a Magenta (Milano), dopo aver fatto un breve spuntino a base di pesce persico, si parte in barca sul Ticino. Destinazione Locarno. Qui Mattarella e Roberto Giacobbo (nominato su due piedi capo ufficio stampa del Quirinale) si incontrano con Federer. Roger Federer. Il più grande tennista del secolo. Colloquio cordiale con richiesta dell’atleta: “Presidente Mattarella! Vorrei avere la cittadinanza latina. Cosa mi consiglia?”.
Mattarella: “Ladina o italiana? Scusi la domanda poco elegante”.
Federer: “Italica”.
Mattarella: “Sono lusingato, andiamo in comune a Luino, che firmo subito l’atto”. 
Giacobbo: “Presidente! Non per mancarle di rispetto, ma non sarebbe meglio andare al consolato del Burundi qui avanti? Loro hanno documenti generici per richieste di cittadinanza, basta compilare in alto la nazione (nello spazio libero), la sua firma e quella del richiedente e il gioco è fatto!”.
Mattarella: “Ottima pensata, Giacobbo, andiamo adesso”.
Mattarella, Federer, Giacobbo e Zampetti, foto TikTok n. 1 del consolato del Burundi a Locarno. Bella cerimonia con pergamena artistica offerta a tutti gli ospiti dal console della nazione ospitante l’evento. Il console non rompendo il protocollo chiede a Giacobbo: “Puoi dire al presidente Mattarella se chiede per me a Federer se viene nel Burundi per un Master Mille (1.000)?”.
Giacobbo: “Non esageriamo, console! Al limite dopo cena. Adesso non è il caso”.

  
Sul profilo Instagram di “Freedom”, il programma di Giacobbo, vengono postate circa duecento foto inedite. 
Mattarella in visita a un caseificio della Valtellina. Gli amministratori locali chiedono al presidente un treno ad alta velocità Roma-Sondrio. Sindaco di Sondrio: “Eccellenza! Attualmente noi valligiani solo per raggiungere il Tar di Milano impieghiamo in auto nove ore. Fa prima uno ad andare da Lodi a Pescara” (aggiungo io: esatto!!!!).
Giacobbo: “Ma invece di fare una Tav Sondrio-Firenze-Roma-Napoli-Reggio Calabria, non è meglio un aeroporto qui a Sondrio?”.
Mattarella: “Sì! Concordo, però decidete voi comunità locale”.
Sindaco di Sondrio: “Preferiamo una Tav”.
Mattarella: “Benissimo! Iniziate i lavori oggi stesso, appena torno a Roma firmo le carte che vi permettono di realizzare questa grande e indispensabile opera pubblica”.
Applauso dei presenti, anche Giacobbo è commosso e corre nell’ufficio dell’assistente sociale, che a sua volta nel vederlo si commuove. Ne è sempre stata innamorata? Forse! Nessuno può dirlo. Ma penso di sì.

   
Prima di lasciare la Valtellina, Mattarella va a visitare il museo di Gabriele D’Annunzio, per cui torna sul Garda. Qui ad attenderlo lo storico curatore della casa Giordano Bruno Guerri. Mattarella gli conferisce la massima onorificenza della Repubblica. Francese. La legione d’onore. Su delega chiaramente di Macron, che è in diretta su Whatsapp per assistere a tale questione. Mattarella e Macron decidono di vedersi il giorno stesso a Gare de Lyon per attendere il primo treno misto Tgv+Italo in arrivo da Empoli con a bordo l’intera squadra di calcio. Che sosterrà un’amichevole mattutina con il Psg. Donnarumma sarà in porta un tempo con i parigini e l’altro con l’Empoli e viceversa il portiere empolano. Futuro nazionale italiano. Almeno così si dice nell’ambiente. A meno che Mattarella non metta un veto. Mai però nella storia dei presidenti della Repubblica qualcuno ha usato tale veto. Che è legittimo. Infatti per prassi prima di ogni torneo importante il ct della nazionale azzurra deve sottoporre la formazione al Quirinale. Ripeto, mai nessun inquilino del Colle ha posto il veto. Tranne una volta… “Perché non fai giocare Dario Hubner come centravanti invece che Galderisi? … Anzi, mettili tutti e due”.

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  • Maurizio Milani
  • Nato a Milano il 20 maggio 1961. Vero nome: Carlo Barcellesi. Diplomato terza media presso Camera del Lavoro di Milano nel 1985, corso serale a numero chiuso. Dopo il militare lavora come sguattero in un hotel. Nel 1987 arriva ultimo a “Riso in Italy”, concorso importante a Roma per giovani. Fa ricorso e vince. Ha uno sfratto ma non riconosce la sentenza. Collabora con il Foglio dal 1986 grazie al direttore Giuliano Ferrara. E' fidanzato con Monica.