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la satira del foglio

Come sarà la presidenza del Cav. (secondo il nostro innamorato fisso)

Maurizio Milani

Farà rigiocare Italia-Cile del ’62, Mietta e Minghi in cima alla lista dei senatori a vita. Dal nostro inviato nel prossimo futuro (ps. nessun presidente della Repubblica è stato maltrattato durante la scrittura di questo articolo)

Primo giorno di Berlusconi al Quirinale: va su e giù diverse volte, facendo diversi inchini per prova. Salone dei corazzieri, Cappella Paolina, sala delle Virtù, sala del balcone, ecc. Verso tardo pomeriggio, in Lancia presidenziale Flaminia scoperta, anche se siamo a -1 gradi celsius, Berlusconi raggiunge la sede della Fao.
Subito arrivano il direttore generale e altri funzionari. Il neo presidente della Repubblica dichiara davanti ai cronisti subito arrivati: “Sono qui in visita privata per comunicare a questo meritevole ente tale cosa!”.

Portinaio: “Gentilmente, quale?”.
Berlusconi: “Grazie per la domanda! Lascio alla Fao tutto. Tutti i miei beni, sia mobili che immobili, per contribuire alle finalità che tale emanazione delle Nazioni unite persegue”.
Un giornalista del Fatto: “A quanto ammonta la cifra, presidente? Non per mancarle di rispetto… ma sa, siamo uomini di mondo”.
Berlusconi: “Grazie per questa così bella domanda! La cifra che dono alla Fao è di 4 miliardi di euro”.
Giornalista: “Così tanto?”.
Berlusconi: “Sì! Di più non potevo. Almeno 500 milioni di euro li devo tenere di scorta, non si sa mai…”.

Applausi, foto, commozione delle segretarie della Fao. Qualcuna ha un lieve malore, altre no, piangono e basta. Giustamente ci vuole rispetto per il più grande benefattore che la Fao detiene.

 

Il capo dello stato si reca a Latina. E’ già sera tardi. E’ in visita alla centrale termonucleare della città. L’impianto tutto illuminato è bellissimo, anche se non produce niente. Vale la pena passarci un weekend (io vado oggi con Anna Falchi… Sempre che chi mi ha detto “sì” tramite Facebook sia veramente la donna più bella d’Italia… ma non penso). Con il presidente Silvio c’è Chicco Testa. Ecco il breve dialogo intercettato dalla procura di Tirana. Chicco: “Silvio, guarda che gioiello di stabilimento! Spendiamo un sacco di soldi per comprare energia nucleare dalla Francia, quando potremmo risparmiare”.
Berlusconi: “Chicco! Non mettermi contro gli ambientalisti e il pensiero dominante diffuso, mio malgrado, anche dalle mie televisioni. Adesso sono il presidente di tutti gli italiani, che hanno votato un famoso referendum dicendo no al nucleare”.
Chicco: “Ma Silvio, le centrale di nuova generazione non sono più quelle degli anni 70…”.
Berlusconi: “Chicco, non insistere, o sono costretto mio malgrado a mandarti in esilio nelle isole Pelagie”.
Chicco Testa: “Faresti questo?”.
Berlusconi: “Certo! Gentilmente, colonnello, arresti questo individuo che si dichiara Chicco Testa… Lo condanno al carcere di Pianosa. Dica al direttore di tale casa circondariale che poi gli telefono per congratularmi per il lavoro fin qui svolto”.
Colonnello C.C.: “Agli ordini, eccellenza. Prof. Chicco Testa, la prego di seguirmi, non è il caso di fare sceneggiate”.

 

Nella notte Berlusconi con jet privato arriva a Dubai. E’ in visita (sempre senza avvertire) al padiglione Italia dell’Expo. Definito il più bello di tutti i 210 paesi espositori. Berlusconi rimane fisso nel settore agricoltura. Le eccellenze made in Italy esposte sono le più innovative della mostra. Il presidente si intrattiene con la gente. In modo cortese ma deciso si avvicina a Berlusconi un nostro connazionale grande obeso: “Presidente! Mi scusi, sono un allevatore di bestiame di Reggio Emilia”. 
Berlusconi: “Complimenti! Cosa alleva?”.
Allevatore: “Bovini sia da latte che da carne”.
Berlusconi: “Domani passo a trovarla, mi dia l’indirizzo esatto…”.
Allevatore: “Lusingato! Volevo dirle che noi di questo comparto siamo stufi. Lavoro da 46 anni, ho visto passare 42 ministri dell’agricoltura diversi… non si riesce mai a pianificare qualcosa, che già arriva quello dopo”.
Berlusconi: “Amico, vi faccio una confidenza! Chi comanda sono i segretari generali, i ministri vanno e vengono”.
Allevatore: “Ma veramente, pensavo che il ministro…”.
Berlusconi: “Le dimostro subito questo mio concetto. A fronte dei quaranta e passa ministri dell’agricoltura che citava, sa quanti sono stati i segretari generali di tale dicastero?”.
Allevatore: “No! Anzi, a dire il vero non sapevo nemmeno ce ne fossero”.
Berlusconi: “Due!”.
Allevatore: “Due di cosa?”.
Berlusconi: “Due segretari generali! Per cui loro hanno visto passare tutto questo gran tour di ministri e ministre e compagnia, ma loro sono sempre stati lì…”.
Allevatore: “Grazie presidente! Può far qualcosa perché questo sistema bloccato finalmente cambi?”.
Berlusconi: “No, mi dispiace amico mio! Non si può far niente! Siamo costretti ad andare avanti così. Io stesso comando e non comando. L’importante è essere consapevole di ciò. Lei adesso lo è”.
Allevatore: “E cosa faccio presidente?”. 
Berlusconi: “Apra una fattoria didattica che declama il rispetto per l’ambiente e le biodiversità. Poi vada avanti come prima, vedrà che si troverà bene e godrà di buona stampa”.
Allevatore: “Stampa comunista?”.
Berlusconi: “Sì! Ma non solo, anche quella che fa capo alla mia famiglia, ma che comandano i dipendenti e fanno quello che vogliono. Ripeto, l’importante è saperlo. Dispiace dirlo. Ma gustiamo un prosecco insieme, che recentemente ha battuto come vendite lo champagne”.

 

La prima giornata da presidente della Repubblica sta per terminare. Berlusconi però, che notoriamente dorme un’ora per notte, ha ancora qualche adempimento istituzionale. Incontra sul Pincio (detta la terrazza più bella del mondo) il nuovo presidente del Cile. Berlusconi: “Ciao, Gabriel, come stai?”.
Boric: “Ciao, Silvio! Grazie per avermi fatto quella bellissima referenza per entrare nel nuovo Partito popolare mondiale”.
Berlusconi: “Sì! E’ una mia invenzione, è una naturale evoluzione del Partito popolare europeo”.
Boric: “Ti sono debitore! Chiedimi qualsiasi cosa… Anche un pezzo della Cordigliera delle Ande”.
Berlusconi: “Non mi devi niente, Gabriel, siamo a posto così. Meriti a pieno titolo di stare tra i popolari”.
Boric: “Silvio, insisto!”.
Berlusconi: “Se proprio ci tieni, una cosa vorrei chiederti…”.
Boric: “Finalmente!!!”.
Berlusconi: “Potresti rifare la partita Italia-Cile del mondiale del 1962?”.
Boric: “Certo, figurati! Organizzo subito tramite Federazione”.
Berlusconi: “Sai, ero giovane e ci rimasi male, anche per l’arbitraggio…”.
Boric: “Silvio, la rifacciamo sempre a Santiago. Per quanto riguarda i giocatori chi mettiamo?”.
Berlusconi. “Direi una formazione mista, cinque atleti che erano in campo a quell’epoca per ogni squadra, e il resto campioni di oggi”.
Boric: “In porta metti Donnarumma?”.
Berlusconi: “Sì!”.
Boric: “Ti dispiace se gli do la nazionalità cilena e gioca in porta per noi?”.
Berlusconi: “Ma no! Figurati! Sei stato così gentile ad accettare di ripetere il match… E’ giusto che anche tu poni delle condizioni”.
Boric: “Silvio, sei un signore, l’Italia e tutti i sinceri democratici del pianeta sono orgogliosi di te. Fatti dare un bacio”.
Il bacio sulla guancia del presidente cileno al nostro capo dello stato diventa l’immagine più cliccata sui social, tanto da diventare un’icona pop, riprodotta su tazze, magliette, ecc.

 

La lunghissima prima giornata di Berlusconi al Quirinale si chiude con un incontro sorprendente, una roba mai vista prima: il cast di “The Big Bang Theory”. Sheldon Cooper, il protagonista, viene nominato senatore a vita. Non è mai successo che un capo dello stato, subito il primo giorno del suo insediamento, nomini già un senatore a vita. Berlusconi rompe il protocollo e prima di mezzanotte ne nomina altri quattro. In pratica brucia tutta questa facoltà (massimo cinque in tutto il mandato presidenziale). I nuovi senatori a vita oltre a Sheldon Cooper (che poi è l’attore Jim Parsons) sono: Amedeo Minghi (per la canzone “Vattene amore”), Mietta (per la canzone “Trottolino amoroso”), un operaio della Breda ferroviaria che quando gli viene comunicata la nomina scappa nei boschi, a oggi risulta irreperibile… oltre a essere renitente alla leva. Reato prescritto. Ma lui non lo sa.

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  • Maurizio Milani
  • Nato a Milano il 20 maggio 1961. Vero nome: Carlo Barcellesi. Diplomato terza media presso Camera del Lavoro di Milano nel 1985, corso serale a numero chiuso. Dopo il militare lavora come sguattero in un hotel. Nel 1987 arriva ultimo a “Riso in Italy”, concorso importante a Roma per giovani. Fa ricorso e vince. Ha uno sfratto ma non riconosce la sentenza. Collabora con il Foglio dal 1986 grazie al direttore Giuliano Ferrara. E' fidanzato con Monica.