La conversione di conte

La discontinuità con il passato, la cornice europea, la scelta tra Stati Uniti e Russia, le tasse da abbassare, lo spread come riforma strutturale. Cos'è la svolta del BisConte

    Pubblichiamo stralci dell'intervento pronunciato ieri alla Camera dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, nel corso della giornata in cui ha chiesto il primo voto di fiducia al nuovo governo.

    I l programma che mi accingo ad illustrare non è una mera elencazione di proposte eterogenee che si sovrappongono l'una sull'altra, né tantomeno è la mera sommatoria delle diverse posizioni assunte dalle forze politiche che hanno inteso sostenere questa iniziativa; è, al contrario, una sintesi programmatica che disegna l'Italia del futuro, è un progetto di governo del Paese, fortemente connotato sul piano politico, che preannuncia specifiche risposte alle attese e ai bisogni dei cittadini, risposte che ci impegniamo a realizzare con il lavoro e l'impegno delle donne e degli uomini che qui mi affiancano; è un programma che ha l'ambizione di delineare la società in cui vogliamo vivere noi stessi, che abbiamo già un po' di anni sulle spalle, ma soprattutto la società che vogliamo consegnare ai nostri figli e ai nostri nipoti, nella consapevolezza che il patto politico e sociale che oggi proponiamo a voi e ai cittadini italiani si proietta necessariamente, per essere sostenibile, in una dimensione intergenerazionale.

    Questo progetto politico segna l'inizio di una nuova, che confidiamo risolutiva, stagione riformatrice. Come più volte hanno sollecitato le stesse forze di maggioranza, è un progetto che presenta elementi e caratteristiche di forte novità: nuovo nella sua impostazione, nuovo nel suo impianto progettuale, nuovo nella determinazione ad invertire gli indirizzi meno efficaci delle pregresse azioni, nuovo nelle modalità di elaborazione delle soluzioni ai bisogni dei cittadini e alle urgenze che assillano la società, nuovo nel suo sforzo di affrontare, con la massima rapidità, le questioni più sensibili e più critiche.

    Nello stesso tempo questo progetto, per quanto ben avanzato sul terreno dei contenuti, ambisce a recuperare, con umiltà, contando sull'aiuto di tutti, un metodo di condotta politica che valorizzi, traendo ispirazione dal passato, dal nostro migliore passato, equilibrio e misura, sobrietà e rigore, affinché i nostri cittadini possano guardarci con rinnovata fiducia, quella fiducia nelle istituzioni che è presupposto imprescindibile affinché l'azione di Governo, e più in generale le iniziative di tutti i pubblici poteri possano rivelarsi realmente efficaci.

    E' un progetto politico di ampia portata, se mi permettete anche culturale. Vogliamo volgerci alle spalle il frastuono dei proclami inutili, delle dichiarazioni bellicose e roboanti. Io e tutti i miei Ministri prendiamo il solenne impegno, oggi, davanti a voi, a curare le parole, ad adoperare un lessico più consono, più rispettoso. (…)

    La lingua del Governo sarà una lingua mite, perché siamo consapevoli che la forza della nostra azione non si misurerà con l'arroganza delle nostre parole. I cittadini ci guardano, ci ascoltano, attendono da noi una parola e un'azione all'altezza della funzione alla quale siamo chiamati. Si attendono da noi consapevolezza del ruolo e anche un supplemento di umanità. Non possiamo deludere le loro aspettative. Faccio mie le parole pronunciate da Giuseppe Saragat nella seduta inaugurale dell'Assemblea Costituente: “Fate che il volto di questa Repubblica sia un volto umano. Ricordatevi che la democrazia non è soltanto un rapporto fra maggioranza e minoranza, non è soltanto un armonico equilibrio di poteri sotto il presidio di quello sovrano della nazione, ma è soprattutto un problema di rapporti fra uomo e uomo. Dove questi rapporti sono umani, la democrazia esiste; dove sono inumani, essa non è che la maschera di una nuova tirannide”. (…)

    Lavoriamo dunque insieme, ogni giorno, nelle Aule parlamentari, nelle Commissioni e nel Governo per promuovere una democrazia autenticamente umana. In questa prospettiva il nostro Governo si richiamerà costantemente a un quadro consolidato di principi e valori in grado di offrire respiro e orizzonte alle proprie politiche. Sono principi che ritengo non negoziabili, perché universali. Essi si collocano in una dimensione sovragovernativa, non hanno colore politico (…)

    All'interno di questi valori, in questa cornice di riferimento costituzionalmente caratterizzata, si ascrive la nostra azione riformatrice, racchiusa in un programma del quale sarò il garante, il primo responsabile, e che cercherò di tratteggiare nelle sue linee essenziali in questo mio intervento. Gli obiettivi che abbiamo posto a fondamento di questa azione di Governo sono elementi essenziali di un progetto riformatore che mira a far rinascere il Paese nel segno dello sviluppo, dell'innovazione, dell'equità sociale. (…)

    Non possiamo limitarci a porre in essere azioni che intervengano marginalmente nella struttura del nostro sistema Paese. Abbiamo l'opportunità storica di imprimere una svolta profonda nelle politiche economiche e sociali che restituisca una prospettiva di sviluppo, di speranza ai giovani, alle famiglie a basso reddito, oltre a tutto il sistema produttivo. Da troppi anni l'Italia fatica ad esprimere il proprio potenziale di sviluppo, cresce a ritmi molto inferiori rispetto a quelli che potrebbero garantire sul piano sociale, ambientale ed economico uno sviluppo armonico e sostenibile. Ne ha risentito la qualità della vita dei cittadini, la capacità dei giovani di perseguire con piena fiducia i propri progetti di vita, la garanzia di una terza età serena, la capacità stessa della mano pubblica di fornire beni collettivi di qualità, senza i quali non è possibile coltivare nessuna prospettiva di progresso. Occorre dunque invertire questa tendenza, attraverso un'azione coordinata sul piano interno ma anche a livello europeo. (…)

    Il primo immediato intervento sarà sugli asili nido, non possiamo indugiare oltre. Rafforzare l'offerta e la qualità dell'educazione fin dal nido è un investimento strategico per il futuro della nostra società, perché combatte le diseguaglianze sociali che purtroppo si manifestano sin dai primissimi anni di vita e favorisce una più completa integrazione delle donne nella nostra comunità di vita sociale e lavorativa. Dobbiamo contrastare la falsa mitologia per cui la cura della comunità familiare, dei figli e degli anziani possa essere di ostacolo a una più intensa partecipazione al mercato del lavoro. Il simultaneo perseguimento di questi obiettivi è possibile; è possibile con adeguate politiche di offerta di servizi alle famiglie, coerente distribuzione del carico fiscale, lotta alla discriminazione di genere, in particolare nei luoghi di lavoro.

    Questo Governo, come prima misura di intervento a favore delle famiglie con redditi bassi e medi, si adopererà con le regioni per azzerare totalmente le rette per la frequenza di asili nido e micro nidi. (…)

    La rivoluzione dell'innovazione non può realizzarsi tuttavia senza un'adeguata rete di infrastrutture tradizionali, dei trasporti, delle reti dei servizi pubblici essenziali, senza un'attenta politica di difesa del territorio e dell'ambiente. È necessario per questo ravvivare la dinamica degli investimenti, sia proseguendo nell'azione di supporto alle pubbliche amministrazioni, sia nella definizione delle priorità fondamentali su cui concentrare nuove risorse. Le infrastrutture in questa prospettiva sono essenziali per avviare una nuova strategia di crescita, fondata sulla sostenibilità. Abbiamo bisogno di un sistema moderno, connesso, integrato, più sicuro che tenga conto degli impatti sociali e ambientali delle opere. (…)

    Renderemo più efficiente, più razionale il sistema delle concessioni dei beni e dei servizi pubblici, operando una progressiva ma inesorabile revisione di tutto il sistema. (…)

    Quanto al procedimento in tema di concessioni autostradali avviato a seguito del Ponte Morandi, voglio chiarire che questo Governo porterà a completamento il procedimento senza nessuno sconto per gli interessi privati avendo quale obiettivo esclusivo la tutela dell'interesse pubblico e con esso la memoria, la memoria delle quarantatré vittime, una tragedia che rimarrà una pagina indelebile della nostra storia patria. Nella prospettiva di un'azione riformatrice coraggiosa e innovativa, obiettivo primario del Governo sarà la realizzazione di un green new deal, che promuova la rigenerazione urbana, he promuova la rigenerazione urbana, la riconversione energetica verso un progressivo e sempre più diffuso ricorso alle fonti rinnovabili, la protezione delle biodiversità e dei mari, il contrasto ai cambiamenti climatici. Siamo determinati ad introdurre una normativa che non consenta più il rilascio di nuove concessioni di trivellazione per estrazione di idrocarburi. (…)

    Dobbiamo creare le premesse e le condizioni affinché chi voglia crescere, competere più a largo raggio, possa farlo consolidando la propria posizione anche nei mercati globali. (…)

    Tutte le evidenze empiriche ci dicono d'altra parte che, quando l'impresa cresce, tende a retribuire meglio i propri lavoratori; offre loro migliori condizioni di lavoro, maggiori occasioni di crescita professionale. Le imprese che crescono mediamente investono di più nella ricerca, nello sviluppo; offrono opportunità di lavoro anche ai nostri giovani altamente qualificati che, purtroppo, oggi sono costretti ad emigrare favorendo Paesi concorrenti. Quindi consolidare e strutturare meglio le nostre imprese significa favorirne l'internazionalizzazione e, quindi, incentivare anche il nostro export. Su questo fronte il Governo perseguirà una strategia di integrale rafforzamento di tutti gli strumenti che consentono alle nostre aziende di navigare meglio nella competizione globale. Promuoveremo ancor più intensamente il nostro made in Italy universalmente apprezzato; coinvolgeremo tutte le nostre ambasciate in questa articolata strategia; porremo le basi per potenziare tutte le connesse attività di sostegno alle nostre imprese esportatrici. (…)

    In primo luogo, va riconosciuto che gli italiani hanno il pieno diritto a confrontarsi con un fisco chiaro, trasparente, amico dei cittadini e delle imprese. Per questa ragione occorre perseguire una riforma fiscale che contempli la semplificazione della disciplina, una più efficace alleanza tra contribuente e amministrazione finanziaria. L'obiettivo primario qui è alleggerire la pressione fiscale nel rispetto dei vincoli di equilibrio del quadro di finanza pubblica. Questo Governo perseguirà una strategia molto chiara: tutti devono pagare le tasse ma proprio tutti. Questo affinché tutti possano pagare meno. Nella prospettiva di una graduale rimodulazione. (…)

    Occorre procedere finalmente all'approvazione di una legge sulla rappresentanza sindacale ,ovviamente sulla base di indici molto rigorosi. Vogliamo individuare il giusto compenso anche per i lavoratori non dipendenti al fine di evitare forme di abuso e di sfruttamento che solitamente affliggono i più giovani professionisti. Ci prefiggiamo di introdurre una legge sulla parità di genere nelle retribuzioni. (…)

    Realizzeremo questa visione tenendo conto dei vincoli di finanza pubblica e della sostenibilità del debito che avvieremo lungo un percorso di riduzione. In questo modo noi potremo arrivare a liberare anche nuove risorse da reinvestire, per realizzare a fondo, nel modo più incisivo, questa complessiva e articolata stagione riformatrice.

    Come dimostra la sensibile riduzione dei tassi rispetto ai livelli dello scorso ottobre, i mercati finanziari stanno investendo con fiducia su questa nuova fase che l'Italia sta attraversando. La diminuzione della spesa per interessi pagati sul nostro debito pubblico non stenterei a definirla una vera e propria riforma strutturale, perché ci permette di allentare quello che oggi è stato il maggior freno alla crescita del nostro Paese negli ultimi decenni. (…)

    Ogni euro risparmiato sulle prossime emissioni dei nostri titoli di Stato consente, infatti, di eliminare, direi immediatamente, automaticamente, il capitolo più improduttivo della nostra spesa pubblica, in modo da liberare risorse pronte per essere investite nelle infrastrutture, nella scuola, nella sanità, nella riduzione stessa del carico fiscale che grava su cittadini e imprese. Il nostro è un progetto ambizioso, di lungo periodo, che intendiamo perseguire già con la prossima manovra economica, sulla quale le forze politiche che compongono l'Esecutivo hanno già avviato con me proficue interlocuzioni. (…)

    Siamo consapevoli che questa prossima manovra sarà impegnativa. La sfida più rilevante per quest'anno sarà evitare l'aumento automatico dell'IVA e avviare un alleggerimento del cuneo fiscale. (…)

    Per quanto riguarda il tema delle riforme costituzionali, è nostra intenzione chiedere l'inserimento nel primo calendario utile della Camera dei deputati del disegno di legge costituzionale che prevede la riduzione del numero dei parlamentari Questa riforma dovrà essere affiancata da un percorso volto a incrementare le garanzie costituzionali e di rappresentanza democratica, anche favorendo l'accesso democratico alle formazioni minori e assicurando, nello stesso tempo, il pluralismo politico e il pluralismo territoriale. In particolare, occorrerà avviare un percorso di riforma quanto più possibile condiviso qui, in sede parlamentare, del sistema elettorale. Contestualmente il nostro obiettivo è procedere a una riforma dei requisiti di elettorato attivo e passivo per le elezioni del Senato e della Camera, nonché avviare una revisione costituzionale volta a introdurre istituti che assicurino maggiore equilibrio al sistema e contribuiscano a riavvicinare i cittadini alle istituzioni. (…)

    Nel quadro delle riforme istituzionali è intenzione del Governo completare il processo che possa condurre a un'autonomia differenziata, che abbiamo definito giusta e cooperativa. È un progetto di autonomia che deve salvaguardare il principio di coesione nazionale e di solidarietà, nonché la tutela dell'unità giuridica ed economica. (…)

    Sul piano europeo la nostra azione di Governo potrà avviarsi in corrispondenza dell'insediamento di una nuova Commissione a cui il nostro Paese ha contribuito in modo primario. L'Italia sarà protagonista di una fase di rilancio di rinnovamento dell'Unione che punti a costruire un'Europa più solida, più inclusiva, più vicina ai cittadini, più attenta alla sostenibilità ambientale, alla coesione sociale e territoriale. Peraltro, non si tratta di indicazioni astratte, ma di obiettivi fondanti delle istituzioni euro-unitarie richiamati dall'articolo 3 del Trattato sull'Unione europea, che intendiamo attuare pienamente. Per farlo è essenziale migliorare le politiche, rafforzare gli strumenti, la governance economica dell'Unione europea per favorire la crescita, l'innovazione, la sostenibilità sociale e ambientale, la coesione interna e la competitività nel quadro delle sfide globali. Il Governo si impegnerà nelle sedi europee per realizzare un piano di investimenti sostenibili, per riformare l'unione economica e monetaria, l'unione bancaria, a partire dall'istituzione di un bilancio dell'area euro, di uno schema di assicurazione europeo contro la disoccupazione, di una garanzia europea dei depositi. In questo quadro occorre anche migliorare il Patto di stabilità e di crescita e la sua applicazione per semplificarne le regole, evitare effetti pro-ciclici e sostenere gli investimenti, a partire da quelli legati alla sostenibilità ambientale e sociale. Un'impostazione di bilancio pro-ciclica, infatti, rischia di vanificare gli importanti sforzi compiuti sul piano interno per rilanciare la crescita potenziale del Paese, deprimendo la crescita effettiva.

    Solo con un rigoroso impegno, con la postura propria che si addice a uno Stato fondatore, possiamo ambire ad ottenere quei risultati verso i quali tutti aspiriamo. Penso anche all'epocale fenomeno migratorio, che va gestito con rigore e con responsabilità, perseguendo una politica modulata su più livelli, basata su un approccio non più emergenziale, ma strutturale, che affronti la questione nel suo complesso, anche attraverso la definizione di un'organica normativa che persegua la lotta al traffico illegale di persone e l'immigrazione clandestina, ma che, nello stesso tempo, si dimostri capace di affrontare ben più efficacemente i temi dell'integrazione per coloro che hanno diritto a rimanere e dei rimpatri per coloro che non hanno titolo per rimanere…

    Quanto più in generale alla politica estera, ritengo che l'Italia debba proseguire lungo i tre assi fondamentali che storia, geografia, tradizione politico-culturale ci impongono, senza con questo perdere di vista le opportunità, le sfide offerte dai nuovi assetti internazionali. Tali assi, oltre alla nostra responsabilità di Stato membro fondatore dell'Unione europea, sono, come è noto, le relazioni transatlantiche, con il corollario della nostra appartenenza alla NATO e l'imprescindibile legame con gli Stati Uniti e la stabilizzazione e lo sviluppo del Mediterraneo allargato. Quest'ultima regione è segnata da crisi umanitarie e crescenti conflitti, ma rimane anche terra di grandi opportunità, la cui realizzazione in termini di sicurezza, prosperità è nostro comune interesse. Il mio incessante personale impegno a favore della stabilizzazione della Libia ha rappresentato la conferma del livello di priorità attribuito da noi a quest'area del mondo, peraltro da me diffusamente visitata allo scopo di promuovere proficui incontri, proficue relazioni politiche.

    Chiedo che il confronto sui temi, sulle proposte, sugli indirizzi da perseguire si svolga sempre nelle sedi istituzionali, nelle Aule parlamentari, nelle Commissioni, nei Consigli dei ministri perché dobbiamo dimostrare ai cittadini che siamo sinceramente e intensamente impegnati a cambiare davvero il Paese, senza lasciarci distrarre da ragioni altre, che non meritano di essere ricomprese in una schietta e onesta, se del caso anche vivace, dinamica politica… è una sobrietà che mi auguro possa risultare contagiosa e orientare positivamente anche i comportamenti di tutti i cittadini, a iniziare da un uso responsabile dei social network, che, non di rado, diventano ricettacoli di espressioni ingiuriose e di aggressioni verbali …