L'anno bellissimo del monocolore del Bisconte. Analisi logica

Giuliano Ferrara

    N on capisco di che cosa si sta a discutere. La soluzione è unica, e ovvia, banale. Chi ha vinto le elezioni politiche con una percentuale superiore alla Merkel, il 32 per cento? I grillozzi. Chi li ha sfiduciati, chiedendo immediate elezioni? Un tipaccio Truce che ha tradito consensualmente il centrodestra e se ne è andato, solo soletto con il suo 17 per cento al governo con il contratto ribaltonico (un ribaltone rispetto a premesse e promesse elettorali). Li ha poi ammazzati, i grilli, facendo il finto bullo al Viminale, luogo per lui tuttora sconosciuto, e il vero bullo sulla spiaggia a torso nudo agitando in modo blasfemo crocifissi e madonne. Ora che sono morti, i grillozzi è bene si prendano tutte le loro responsabilità in un monocolore, con rinvio alle Camere di Bisconte, che peraltro piace a tutti, dal Corriere a Rep., dai sondaggi alle madamine e ai madamini della società civile, alle banche e all'industria che conta (e chissenefrega delle partite Iva, noi siamo per la grande borghesia e per il proletariato). Fare si può fare, con la semplicità che è difficile a farsi: vanno da Mattarella e i 5ss gli dicono, “siamo pronti a governare con Conte”, e il Pd gli dice, “siamo pronti a corrispondere al voto degli elettori del 4 marzo da posizioni, come diceva Cossiga, distinte e distanti, cioè con una fiducia tecnica convergente, perché non vogliamo la marcia su Roma”.

    Il Pd che era arrivato secondo nelle urne ha un'occasione d'oro per evitare l'ammucchiata o accozzaglia, per evitare dispute inconcludenti e risibili su governi di legislatura alla Ignazio Marino, senza aprire la porta a uno che vuole pieni poteri subito in nome della chiusura dei porti, peraltro senza conseguenze, della fuga dalla giustizia nell'immunità ministeriale, del censimento degli zingari, come nel III Reich, della caccia al nero, come a Macerata, e di una grottesca campagna per l'abbassamento delle tasse, lui sotto il cui regno le tasse sono salite. Fiducia tecnica al monocolore e discussione parlamentare di volta in volta sulle scelte qualificanti. Loro con Gribbels si prendono la responsabilità, il Pd controlla e influenza l'andazzo, come avveniva con Andreotti, lontano progenitore di Conte, quando Fernando Di Giulio, compianto, incontrava Franco Evangelisti, compianto, tutti i giorni per regolare l'andamento del governo e dell'agenda parlamentare. Tria fa la politica economica, l'accordo con la Von der Leyen c'è (l'hanno già eletta insieme a Strasburgo), l'Iva non ha pericolose erezioni, il reddito di cittadinanza fa la sua sublime corsa, i parlamentari si riducono di numero, ma prendendo molto tempo per la bisogna e poi vincendo contro il Truce un bel referendum populista. Infine eleggendo un nuovo presidente della Repubblica, Grillo o Draghi non importa, e facendo definitivamente argine ai barbari. L'accusa di riportare al governo Renzi cade. Il Truce farà dell'onanismo oratorio da spiaggia e quando sarà autunno, poi verrà l'inverno, si ritroverà al freddo: escluso da tutto, rejetto della penisola, a giochicchiare con le elezioni parziali regionali e a gestire un sottopotere sempre inferiore al magico sottopotere dei magistrati, che, De Magistris aiutando (un colosso), gli faranno la pelle in quanto capo di una fazione non incorruttibile e uomo di Mosca. Vedrete che al primo assaggio di forza anche il Cav. seguirà: detesta il suo truce molestatore. Un anno bellissimo, come disse il Bisconte.

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.