Il guaio dello scandalo ridotto a pettegolezzo

    Sembra un paradosso, ma gli arcana imperii, i segreti del potere, rendevano la politica più “trasparente”, per usare questa definizione per dummies dell'etica pubblica. Preso con le mani nel vasetto della marmellata attraverso il solito audio intercettato, il Truce o Salvoini (proto, rispettate il facile e volgaruccio gioco di parole) è certo di poter prendere tutti per il culo. Dice che non beve vodka, che quel Salvoini chissà chi è, et voilà, le jeux sont faites, come al Casino. E' quanto accade, per non essere di parte, anche a François de Rugy, ministro della Transition écologique nel governo francese europeista e club de Paris beccato con il gomito alzato da bottiglie di vino pregiatissimo a 500 euro al pezzo, aragoste e vari altri benefit a spese dei contribuenti per cene amicali seriali quando era presidente dell'Assemblée Nationale (un'inchiesta assassina di quei furbi giornalisti trotzkisti di Mediapart). Così come il Truce non beve la vodka moscovita, de Rugy si difende dicendo che non ama il vino, in particolare Grand Cru, e ha un'intolleranza per i crostacei. E tutti e due declamano la tiritera delle querele, fanno la grinta dell'onore personale offeso, anche se l'ex presidente dell'Assemblée capisce l'indignazione dei cittadini e si dice disposto a rimborsare fino all'ultimo centesimo delle spesucce di stato.