(foto Ap)

un foglio internazionale

Giappone in ginocchio per il crollo delle nascite: così tramonta un paese

Gli ultimi dati sulla popolazione e le nuove proiezioni disegnano un futuro incerto per la seconda economia dell’Asia

"Questo mese in Giappone è suonato un familiare campanello d’allarme quando i dati sulla popolazione di fine anno e le nuove proiezioni si sono combinati per dipingere un futuro incerto per la seconda economia dell’Asia” racconta Newsweek. La popolazione totale del Giappone si è attestata a 124,94 milioni, oltre mezzo milione di persone in meno dal 2021 nel dodicesimo calo annuale consecutivo. La popolazione attiva, di età compresa tra 15 e 64 anni, è scesa a 74,2 milioni e quella sopra i 65 anni ha raggiunto 36,23 milioni, entrambi record.

 

I dati preoccupanti, già osservati da anni, sono emersi alla fine del miracolo economico giapponese, interrotto bruscamente all’inizio degli anni 90. I bassi tassi di natalità e l’elevata aspettativa di vita rappresentano insieme una sfida demografica senza precedenti per i responsabili politici di Tokyo. La velocità dello spopolamento del Giappone ha colpito tutte le prefetture. Nel 2022, il numero di neonati è sceso sotto gli 800.000 per la prima volta da quando sono iniziate le indagini demografiche nel 1899. Il governo in precedenza aveva previsto meno di 815.000 nascite nel 2027. Se le tendenze attuali resistono, le nascite annuali potrebbero scendere sotto il mezzo milione nel 2059, ha affermato l’Istituto nazionale per la ricerca sulla popolazione e la sicurezza sociale. Il tasso di fertilità del Giappone di 1,3 è tra i più bassi nel club delle nazioni ricche che compongono l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Solo l’1,24 dell’Italia e lo 0,78 della Corea del Sud sono inferiori. All’estremo opposto dello spettro, la società ‘super anziana’ – così definita quando almeno il 20 per cento della popolazione ha più di 65 anni – in Giappone sta aggiungendo un onere previdenziale già significativo per i cittadini in età lavorativa, che rappresentavano l’anno scorso un minimo storico del 59,4 della popolazione. 

 

La popolazione del Giappone, che ha raggiunto il picco nel 2008 a 128 milioni, potrebbe scendere a 87 milioni entro il 2070. Dal 2013 a oggi, più di 300 scuole hanno chiuso ogni anno in tutto il Giappone a causa della diminuzione dei tassi di natalità. Masanobu Ogura, ministro giapponese per l’Infanzia, ha parlato di ‘un’ultima possibilità’ per invertire la tendenza. ‘Il Giappone è avanti di circa 10 o 20 anni rispetto ad altri paesi che stanno attraversando questa situazione’, ha affermato Erin Murphy, senior fellow presso il Center per gli studi strategici e internazionali e vicedirettore del suo programma di economia. I politici conservatori e un pubblico cauto significano che il Giappone è molto più propenso a cercare soluzioni interne, piuttosto che esterne, alla crisi demografica, nonostante le proiezioni indichino l’inevitabilità di una maggiore immigrazione. Entro la fine di questo decennio, il Giappone dovrà prima affrontare una crisi logistica che potrebbe lasciare oltre un terzo delle merci non consegnate. ‘L’impatto economico potrebbe essere piuttosto grave’, ha affermato Murphy. Gli Stati Uniti, che annoverano il Giappone come uno dei suoi più importanti alleati, hanno interesse a stabilire se i leader del Giappone avranno ragione. La traiettoria della forza lavoro giapponese avrà implicazioni per la sicurezza nazionale di entrambe le capitali mentre si uniscono per affrontare una Cina sempre più assertiva, per la quale Tokyo si è già impegnata in un accumulo di armi destinato a durare per decenni. ‘Il Giappone dovrà capire com’è la sua industria militare. Si basa sul capitale umano o sulla tecnologia? Questa è una domanda affrontata anche da altri alleati degli Stati Uniti, ed è anche una discussione su come sarà il futuro della guerra’, ha aggiunto Murphy”. 

 

“A meno che qualcosa non cambi per far sì che il tasso di natalità superi il tasso di mortalità, il Giappone alla fine cesserà di esistere”. Elon Musk ha fatto arrabbiare il Giappone con questo tweet. Lo aveva già fatto con un altro: “Se l’allarmante crollo del tasso di natalità continua, la civiltà morirà con un lamento in un pannolone per anziani”. In una generazione, il Giappone perderà un terzo della popolazione. In Giappone oggi il commercio di pannoloni per anziani è più proficuo di quello per bambini. Il Giappone è già oggi un paese di persone che sono cresciute sole, non che lo sono diventate con l’avanzare dell’età. Una casa su otto in Giappone già oggi è vuota e il 20 per cento di tutti gli immobili saranno fantasma entro una generazione. Le scuole chiudono a un ritmo vertiginoso. E per il 2050 saranno meno della metà di oggi. Fra trent’anni, metà della popolazione sarà composta da anziani e il Giappone spenderà un quarto del prodotto interno lordo per il welfare, secondo le proiezioni del governo. Sarà una crescita del 60 per cento della spesa pubblica rispetto a oggi. 

 

Yubari, una delle città industriali più importanti di Hokkaido, aveva una popolazione di 120.000 persone. Oggi, sono 7.000. Entro il 2040 la maggior parte delle città del paese vedrà un calo drammatico da un terzo alla metà della loro popolazione. Alcune metropoli in un futuro prossimo si trasformeranno in città fantasma. Il paese del sole nascente è passato alla fase successiva, un lungo tramonto. E ci offre la possibilità di osservare la spirale della morte demografica nella sua forma più pura, la stessa che sta già scuotendo l’Italia da molti anni. Non è un romanzo di fantascienza alla P.D. James, ma quello che realmente ci aspetta se non cambieremo direzione. 

Di più su questi argomenti: