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Si sta sempre meglio nel mondo

Redazione

Uno studio del think tank inglese Legatum pubblicato da CapX ha analizzato economia, libertà personale, salute ecc. E ha sentenziato: "La prosperità globale sta aumentando"

"A giudicare dall’esterno, stiamo vivendo tempi turbolenti” ha scritto in un suo recente editoriale il vicedirettore di CapX, Oliver Wiseman. “Questo ci è sembrato ancora più ovvio nei giorni scorsi in America, dove l’ex consigliere nazionale per la sicurezza di Donald Trump, Michael Flynn, si è dichiarato colpevole di aver mentito all’Fbi. Le voci secondo cui Flynn starebbe collaborando con Robert Mueller alle sue indagini sulla Russia fanno sembrare la presidenza di Trump più in pericolo che mai. Tutto questo appena dopo che il presidente aveva ritwittato uno dei gruppi neofascisti britannici più estremi del paese. Con un paio di click, Trump ha insultato l’alleato più vicino all’America e reso la loro ‘special relationship’ un po’ meno speciale. Qui in Inghilterra il nostro disprezzo per Trump potrà pure unirci, ma la Brexit continua a dividerci: questo è al contempo un sintomo e una causa della crescente volatilità della nostra scena politica”.

 

Isterie a parte, alcune buone notizie ci sono: “Questa settimana il think tank londinese Legatum Institute ha pubblicato il suo indice della prosperità. Arrivato ormai alla sua undicesima edizione, questo indice classifica i paesi sulla base di una generica definizione di prosperità che, oltre alle classiche misure di benessere economico, considera anche fattori come il buon governo, la libertà personale, il capitale sociale, la sicurezza, la salute e l’ambiente naturale di un paese. Stando a questo indice, la prosperità globale sta aumentando. Magari questo non costituirà un eccitante titolo da prima pagina, ma le cose stanno migliorando sempre di più. E’ questa la notizia più importante della nostra epoca. Ci sono, ovviamente, diverse eccezioni, alcune delle quali piuttosto tragiche. Il Venezuela, per esempio, è precipitato di undici posti dal 121esimo al 132esimo, grazie a un governo che all’incompetenza economica ha aggiunto l’autoritarismo politico, creando una situazione disperata per il suo popolo. La conclusione, rassicurante, dello studio del Legatum Institute è che sappiamo che cosa funziona bene. La turbolenza che domina le notizie e i successi elettorali di certi politici populisti, in occidente, ha portato alcuni a dire che la ricetta della liberal-democrazia e in generale del libero mercato e delle economie aperte richiede un fondamentale ripensamento. Sarebbe un grave errore. Certo ci sono differenze significative nel modo in cui diversi paesi di successo vengono governati. Il ruolo dello stato in Danimarca, che quest’anno è in cima alla classifica, non è lo stesso in Nuova Zelanda, l’anno scorso arrivata prima e quest’anno seconda. Entrambi, però, sono paesi dotati di istituzioni stabili e governi altamente rispondenti ai bisogni della propria gente. E’ questa, ne siamo certi, la formula per una vita prospera. E non saranno un paio di tweet a cambiare la realtà delle cose”.

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