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Foglio Ai

Natale automatico: tutto ciò che farete con l'intelligenza artificiale senza accorgervene

Nel Natale del 2025 l’AI si nasconde nelle piccole comodità quotidiane, rendendo invisibile la sua presenza tra foto perfette, suggerimenti personalizzati, traduzioni istantanee e protezioni silenziose dalle truffe, fino a diventare lo sfondo indispensabile della festa come l’elettricità o il Wi-Fi

A Natale l’AI non arriva travestita da robot con cappellino rosso. Arriva come sempre: sotto forma di comodità. E la comodità, per definizione, è invisibile. Così finirete per passare giornate intere “usando l’intelligenza artificiale” senza mai pronunciare la parola, come si usano gli ascensori senza riflettere sulla fisica. Il paradosso del 2025 è questo: l’AI è ovunque, ma la gente la nota solo quando sbaglia o quando fa paura. In mezzo, nella zona grigia del “funziona”, ci vivete dentro.

 

Cominciate dalle cose più banali: le foto. Farete cinquanta foto al pranzo, due verranno mosse, una avrà lo zio tagliato, una avrà i bambini con gli occhi chiusi, e poi miracolosamente ne uscirà una perfetta. Non perché siete diventati Cartier-Bresson, ma perché il telefono avrà scelto lo scatto migliore, corretto la luce, ripulito il rumore, messo a posto il volto di qualcuno. E quando manderete la foto nel gruppo WhatsApp, qualcuno vi dirà “che bella”, e nessuno dirà “grazie al modello di miglioramento automatico del contrasto”. Anche i ricordi, ormai, hanno un reparto postproduzione.

 

Poi farete shopping. Anche se non comprate nulla online, anche se dite “io odio Amazon”, anche se vi piace il negozio fisico, l’AI vi starà suggerendo qualcosa. Il sito vi proporrà “potrebbe piacerti”, il supermercato vi spingerà un’offerta personalizzata, la banca segnalerà una spesa “insolita”, la carta bloccherà un pagamento sospetto. Molti confondono l’AI con i chatbot: in realtà l’AI a Natale è soprattutto il grande direttore d’orchestra delle previsioni. Indovina cosa vorreste, cosa comprerete, cosa vi fregano, e prova a intervenire prima di voi. A volte ci prende. A volte vi irrita. Ma intanto decide cosa vedete.

 

A Natale userete l’AI anche quando scriverete poco. Il messaggio “auguri” sarà auto-completato, corretto, reso più educato o più neutro. Le emoji vi verranno suggerite con una precisione inquietante: il telefono capirà se state per essere affettuosi o passivo-aggressivi. E se siete in una famiglia mista, o avete parenti all’estero, tradurrete un messaggio al volo: non penserete “sto usando un sistema di traduzione neurale”, penserete solo “meno male”. Il miracolo vero dell’AI, spesso, è far sembrare banale ciò che fino a ieri era faticoso.

 

La stessa cosa accadrà con l’intrattenimento. Sceglierete un film “per tutti” e litigherete come sempre. Ma la lista di proposte che avete davanti non è neutra: è un lavoro di raccomandazione. La piattaforma sa che il tredicenne regge dieci minuti di dialoghi, che il nonno vuole qualcosa “senza volgarità”, che voi avete già visto tutto. E vi proporrà il compromesso. Quando vi sembrerà di aver scelto liberamente, in realtà avrete scelto dentro un corridoio progettato per ridurre l’abbandono e aumentare la permanenza. Il Natale del divano, ormai, è un negoziato tra gusti e algoritmi.

 

Userete l’AI perfino per evitare guai. Il periodo natalizio è la stagione delle truffe: pacchi inesistenti, finti corrieri, email “urgenti”, link che sembrano veri. Molti filtri anti-spam e anti-phishing oggi sono basati su modelli di riconoscimento e classificazione: vi salvano senza dire “ti ho salvato”. E quando vi arriverà un messaggio dubbio, lo ignorerete con la stessa naturalezza con cui si scarta un volantino: anche qui, l’AI funziona meglio quando non fa scena.

 

E poi c’è la parte domestica, quella che sembra poco tecnologica e invece lo è: termostati intelligenti che regolano il riscaldamento in base alle abitudini, mappe che ottimizzano il percorso tra casa, parenti e suoceri, parcheggi suggeriti, traffico previsto, assistenti vocali che impostano timer e promemoria. Persino la vostra “organizzazione” della cena – lista della spesa, ricette, quantità – passerà da strumenti che ormai incorporano modelli predittivi: non lo chiamerete AI, lo chiamerete “app”. Ma l’effetto è lo stesso: meno attrito, più fluidità, più tempo (forse) per litigare su cose importanti, tipo pandoro o panettone.

 

La morale, se serve una morale, è che questo Natale sarà pieno di AI anche se lo passate a dire che l’AI vi annoia. La userete per ricordare, comprare, scegliere, tradurre, filtrare, risparmiare tempo, evitare fregature, migliorare foto, scorrere contenuti. E la cosa più interessante è proprio questa: l’AI non sarà un evento. Sarà lo sfondo. Come l’elettricità. Come il Wi-Fi. Come quel parente che non parla mai, ma se manca ci accorgiamo subito che senza di lui la cena non parte.

 

Testo realizzato con AI