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Quello che Salvini fa finta di non leggere
Il comunicato del Consiglio europeo non è quello che i sovranisti raccontano. La realtà è più complessa e richiede soluzioni condivise per evitare un futuro di conflitti e fallimenti. È il momento di abbandonare gli slogan e affrontare la politica con intelligenza, non con la semplificazione propagandistica
Caro Matteo Salvini, proviamo a spiegarlo senza giri di parole. Il comunicato del Consiglio europeo del 18 dicembre scorso non dice quello che i sovranisti raccontano in tv. Non parla di “Europa guerrafondaia”, di “soldi buttati”, di “diktat contro gli stati”. Dice tre cose semplici, che però richiedono di accettare che il mondo non sia più quello dei comizi del 2018. Primo: sull’Ucraina. Il prestito europeo da 90 miliardi per il 2026-2027 non è un regalo ideologico né un atto di guerra. E’ un modo per evitare il collasso finanziario di un paese aggredito, usando strumenti comuni e garanzie europee, senza obbligare tutti allo stesso livello di impegno e rispettando le sensibilità nazionali. E’ un esempio di come la cooperazione europea possa distribuire i rischi senza annullare le responsabilità di ciascuno. Non è “più Europa contro l’Italia”: è Europa che evita a ogni singolo stato di pagare da solo un conto molto più alto domani. Secondo: sulla difesa. Qui sta il punto che i sovranisti fingono di non capire. Rafforzare la difesa europea non significa sciogliere gli eserciti nazionali o obbedire a Bruxelles. Significa ridurre dipendenze strategiche, proteggere infrastrutture critiche, rispondere ad attacchi ibridi, cyber, energetici. In una parola: sovranità reale. Quella che non si esercita con gli slogan, ma con capacità industriali, investimenti comuni, interoperabilità. Senza, si resta sovrani solo nei talk show. La vera sovranità si costruisce con la conoscenza dei fatti, non con la capacità di urlarli più forte in tv.
Terzo: sul medio oriente e sull’ordine internazionale. L’Europa ribadisce due cose insieme: il diritto di Israele alla sicurezza e l’illegalità di Hamas; ma anche il rispetto del diritto internazionale, la soluzione dei due Stati, la condanna delle violenze dei coloni estremisti. Non è ambiguità: è diplomazia adulta. Quella che tiene insieme sicurezza, diritto e stabilità regionale, invece di tifare come allo stadio. E’ la differenza tra politica e tifoseria: tra decisioni ponderate e slogan da applausi facili. Il punto, Salvini, è che questo comunicato descrive un mondo non ordinario, che richiede strumenti non ordinari. L’Europa sceglie di agire, non di commentare. I sovranisti scelgono di semplificare, perché la complessità non porta voti. Ma la realtà, prima o poi, presenta il conto. Non si può negoziare con i numeri, con la sicurezza o con le crisi: si può solo agire con intelligenza. E non accetta emendamenti propagandistici.
Testo realizzato con AI
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