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Il Figlio

La filosofia dell'amicizia femminile non spiegata a mia figlia

Annalena Benini

Per Montaigne le donne sono inadatte al legame duraturo. Non abbiamo l’indole adatta, siamo volubili, preda delle emozioni, incapaci di quel santo legame che invece gli uomini esercitano in modo nobile “E’ un pazzo amico tuo?”

Non avevo mai letto il saggio di Montaigne sull’amicizia, e non è che mi sentissi privata di un braccio per questo, ma poiché ogni volta che qualcuno parla di amicizia (e di un sacco di altre cose) per darsi un tono cita Montaigne, in particolare quella bella frase: “Perché era lui; perché ero io”, ho deciso di colmare una delle mie diecimila lacune e ho letto Montaigne sull’amicizia.

 

Montaigne dice che l’amicizia è un sentimento talmente perfetto che le donne sono purtroppo inadatte a questa perfezione. “Purtroppo” l’ho aggiunto io. La nostra anima non è sufficientemente temprata per sostenere la presa di un nodo così stretto e duraturo. Non abbiamo l’indole adatta, siamo volubili, preda delle emozioni, incapaci di quel santo legame che invece gli uomini esercitano in modo nobile. Sono molto suscettibile in questo periodo, sarà la mia indole femminile, sarà il Natale che si avvicina, ma giuro che non mi offendo per un uomo del Cinquecento. Ho perfino pensato di nascondere il libro, volevo evitare che finisse nelle mani di mia figlia. Ma poi essendo volubile me ne sono dimenticata, l’ho lasciato sul tavolo della cucina proprio accanto alla sua tazza della colazione, proprio aperto su quella pagina, proprio sottolineato in quel punto, con tre punti esclamativi a margine. Essendo fragile emotivamente, e con memoria labile, io sottolineo i libri. E’ successo quindi che mia figlia abbia letto queste pagine mentre faceva colazione, cioè nel momento della giornata più pericoloso, soprattutto se ha lezione presto, un esame dopo pochi giorni e prima deve portare fuori il cane. Sfortunatamente, era proprio una di quelle giornate.

 

Fra’ ma che è sta roba? Ehi fra’ ma chi è sto matto? Ma che sta dicendo? Ho fatto finta di non sentire le urla, in fondo ero in bagno, e Montaigne può difendersi da solo, non ha bisogno di me. Lei, poi, preferisce commentare con le sue amiche. Mi sono quindi per qualche minuto concentrata nell’elenco delle cose di cui è fatta la mia giornata: dalla mattina presto alla sera tardi, sul mio telefono e nella mia vita ci sono tutte le mie amiche, oltre che zie cugine madri sorelle. Quindi anche nella vita e nel telefono delle mie amiche ci sono io, insieme ad altre amiche.

 

A volte non riesco a rispondere nell’istante in cui serve rispondere, come è successo oggi con F. che mi chiedeva se dovesse prendere il treno con quel tizio oppure no ed era un’emergenza, ma io ho mancato l’emergenza perché ero in riunione (lo so, è una scusa mediocre) e lei ha preso il treno con il tizio, ma insomma la mia imperfezione come amica la gestisco oralmente, al massimo con i vocali: non ho intenzione di scriverci un saggio. Né voglio citare le grandi amiche del passato e le loro grandi imprese: mi basta stare qui, nella vita normale, per vedere di cosa è fatta la stoffa dei giorni. Non so cosa intendesse Montaigne con “duraturo”, ma non ho perso per strada nemmeno un’amica, tranne quelle che non lo erano, e gran parte della giornata viene impegnata nella ricerca di un giorno, di un minuto, di un’ora in cui riusciremo finalmente a vederci tutte, a stare insieme non su whatsapp. E’ poco nobile? Immagino di sì, ma morirei senza.

 

A questo punto esco dal bagno, con cautela, e vedo mia figlia che declama Montaigne in quella che sembra una videochiamata di gruppo. Sento una voce acuta: ma questo cerca rogna? Mia figlia risponde: fra’, è solo un libro di mia madre, sarà un pazzo amico suo.

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  • Annalena Benini
  • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.