Foto di Steve Shreve on Unsplash 

FIGLIO

Se un padre torna a casa, vestito come quando è morto, e incontra il figlio  

Giacomo Giossi

L’ultimo romanzo di Giorgia Tribuiani, Padri (Fazi Editore) è un testo che si muove per piccole interferenze, gli oggetti sono il centro della scena che come in un lungo piano sequenza prende vita e luce improvvisamente

Il ritorno prima che un movimento è un sentimento che contempla l’attesa. Uno stato dell’anima che ad ogni accelerazione risponde con una rincorsa al passato che si spera come in un sogno prima o poi di incrociare nuovamente. Ritornare a quella volta lì, ritornare al tempo che fu. Ritornare figli quando si è compreso che essere padri non sembra essere la misura adatta, il vestito migliore con cui continuare a camminare
In un giorno di primavera in una città di provincia, in un condominio uguale a mille altri condomini in una strada uguale a mille altre strade, faccia ritorno con i vestiti logori e un po’ datati e con una vecchia borsa da postino a tracolla, Diego. Si apre così l’ultimo romanzo di Giorgia Tribuiani, Padri (Fazi Editore), con Diego morto tempo addietro che si presenta alla porta di quella che fu casa sua e che ora è la casa di Oscar - suo figlio - e della sua famiglia.


Davanti a sé Diego trova un figlio più vecchio di lui e nessuna parola a disposizione per spiegarsi. Perché se il ritorno contempla l’attesa, l’attesa a sua volta contempla il silenzio. Il silenzio prima che la confusione prenda il sopravvento: parole non dette che ora sgorgano libere e impetuose. L’irrazionalità di un’assurda resurrezione si offre quale altare sacrificale per le incomprensioni e i malumori che covano come brace da anni tra Oscar e sua moglie Clara. 
L’inadeguatezza di un uomo che - cresciuto senza un padre - il padre non ha mai saputo farlo.

 

Oscar si è inabissato nelle proprie paure fino a dimenticarsi del tutto cosa significhi amare sua figlia e la sua compagna di vita. Padri alimenta la poetica di Giorgia Tribuiani, delicata e al tempo stesso radicale e assoluta sull’inesigibilità degli affetti. Dopo Guasti e Blu, l’autrice originaria di San Benedetto del Tronto, torna a riflettere sul legame soffocante dei ricordi, sull’impossibilità dell’abbandono anche quando è la morte a stabilirlo. La memoria diviene così il luogo di un disperato conflitto con i corpi. 
Nelle stesse ore in cui Diego fa il suo ritorno alla vita, Gaia, sua nipote, sta viaggiando da Roma dove studia, per tornare  forse per l’ultima volta a casa. Perché stare da suo padre e da sua madre è per lei ormai solo una forma di assenza. Lui è un padre impalpabile e lei è una madre pervasa da rancore e disamore. Diego che ora è più giovane di suo figlio, fa esplodere quelli che erano ricordi trasformandoli in quotidianità. L’assurdità della sua presenza viene accettata da Oscar, che è ancora alla disperata ricerca di un padre a lungo inseguito. Per sua moglie Clara, invece, la sua è solo un’allucinazione pericolosa, anzi l’ultimo gesto che detta la parola fine alla loro relazione.


La scrittura di Giorgia Tribuiani si muove per piccole interferenze, gli oggetti sono il centro della scena che come in un lungo piano sequenza prende vita e luce improvvisamente. Padri a tratti ricorda il meraviglioso romanzo di Claudio Piersanti Luisa e il silenzio, ma qui la nostalgia non rimuove i tessuti più profondi, ma generando esplosioni di rabbia rivela una vitalità che finalmente può esprimersi e liberarsi. Non conta tanto credere se sia davvero possibile che Diego sia risorto, perché la sua presenza cambia comunque le cose e comunque modifica i piani. Nella vita come nelle storie non conta che si sia diventati padri per caso o per una scelta meditata, conta la mutazione obbligata che trasforma un uomo da figlio nella possibilità reale di un padre. La possibilità si rivela in un sorriso come in un consiglio, in un rimprovero o in una scoperta comune. E tutto ciò può palesarsi in un giorno qualunque di primavera sotto forma di un’inspiegabile resurrezione. Prima o poi, quando serve, i padri tornano: solo così possono esistere

Di più su questi argomenti: