Foto Gian Mattia D'Alberto - LaPresse

Il Figlio

Covid universitario

Maurizio Stefanini

Laurea telematica, Erasmus senza tornare. Grazie Whatsapp per tutto ciò che fai per noi

Vi è mai capitato di fare quell’incubo in cui state davanti alla commissione di esame per la tesi di laurea e a un certo punto la voce non si sente più, e per quanto uno si sforzi di parlare o di ascoltare si resta in un silenzio metafisico? Al mio secondogenito è successo sul serio. Non era un incubo, ma un inconveniente che può capitare se si prende la laurea al tempo del Covid, in modalità Smart Graduating. Sul più bello dell’esposizione l’audio se ne va, ma resta il video del candidato e dei professori che si guardano imbarazzati. Rapida apprensione: in questi mesi di lockdown, in cui i figli hanno fatto esami e lezioni a distanza in quantità, è accaduto in continuazione che il collegamento saltasse, e che ci si dovesse spostare da un punto all’altro della casa per riagganciarlo, e che ci si accusase l’un l’altro di rubare wifi prezioso. Stavolta tutti gli altri collegamenti erano spenti e Carlo Alberto stava nel punto migliore dell’abitazione, ma la maledizione sembrava aver colpito di nuovo. Qualche secondo interminabile, e poi sono i professori a spezzare l’incantesimo. “Scusi è un problema nostro. Sono i nostri microfoni”. E a quel punto la laurea è andata liscia fino alla fine.

 

Scienze Geologiche alla Sapienza. “Datemi un martello” le chiamo, perché il simbolo dei geologi sembra essere il martello professionale con cui vanno in giro dappertutto a saggiare minerali. Le foto di laurea, mio figlio le ha fatte con corona di alloro e martello, e da quando ha iniziato il corso ci ha sempre mostrato con orgoglio i martelli che ostentano tutti i geologi dei film hollywoodiani. Non so se ci avevate mai fatto caso… In realtà, laurearsi in modo tradizionale sarebbe stato possibile. Ma bisognava farlo in mascherina, e il candidato poteva essere accompagnato solo da due persone, e c’era il dubbio che il limite potesse essere abbassato a una sola. A quel punto da casa in modalità telematica ci si poteva commuovere prima, invitare anche fidanzata e il numero minimo di amici permessi dal Dpcm, fare rinfresco con spumante, e anche suonare Inno alla Gioia e Marcia Trionfale dell’Aida per celebrare. Lui ha preferito così. Quattro candidati sono dunque arrivati sul posto in carne e ossa, e sono stati esaminati prima. Gli altri sei in modalità telematica. “Buongiorno a tutti”. “Non si sente benissimo, Stefanini”. “Scusate. Ora?” “Buongiorno”. “Condivisione avviata”. “Mi raccomando ha 8 minuti per la presentazione”. E due minuti per le domande; tempi cronometrati al millimetro.

 

Tutto sommato, la modalità potrebbe avere aspetti interessanti anche quando la tragedia attuale sarà passata. Vero però che pure la tesi aveva aspetti tragici: la storia del Nevado del Ruiz, il vulcano colombiano che il 13 novembre del 1985 sciolse i ghiacciai delle montagne, provocando quattro colate, o lahar come si direbbe in termine tecnico, che uccisero 25.000 persone. In effetti le domande alla fine sono state quasi più politiche che scientifiche. Come mai tutte quelle vittime? Una storia di inefficienza di amministrazioni locali che ricorda molto tante storie italiane. Voto finale: 109. Triennale. Già il giorno successivo il neo-dottore ha ripreso il suo amato martello per andare con i compagni di studio e i professori a fare un’altra spedizione tra rocce e montagne. Quelle, con certe modalità, si possono fare ancora. Potrei dirmi sollevato, in quanto padre, ma dodici giorni prima della laurea telematica del fratello, il primogenito è andato a fare l’Erasmus a Friburgo malgrado il Covid. Scienze Politiche, Relazioni Internazionali. Giusto in tempo, in realtà. Subito dopo, le autorità tedesche hanno deciso di mettere tutti i provenienti dall’Italia in quarantena.

 

A questo punto non si sa se Marco Aurelio potrà tornare a casa per Natale, come speravamo. Ma con Whatsapp nostro figlio è molto più vicino a noi di quanto non lo fossi io al tempo del corso allievo ufficiali di complemento, che stavo solo dalla parte opposta di Roma, e mi capitava di non sapere niente dei miei per giorni e giorni. Grazie alle videochiamate, abbiamo conosciuto gli amici che stanno con lui. Tedeschi “che sono ospitali, mica l’immagine che abbiamo”. Un iraniano che non è integralista. Un indiano e un pakistano che mangiano assieme… “Qua è pieno di aquile asburgiche sui palazzi, ma i più vecchi rivorrebbero la Prussia”. “I giovani hanno i nostri stessi orari e tifano per il Borussia Mönchengladbach”. Insomma, forse l’Erasmus è una speranza. Tramite Whatsapp, mio figlio ha mostrato a sua madre che sta imparando a cucinarsi da solo. “Sei riuscito a friggere?! Non ci posso credere!”. E sempre tramite Whatsapp può chiederle assistenza sui problemi di lavanderia. “Che significa questo in tedesco?”. “Dovrebbe essere un ammorbidente?”. “E a che serve un ammorbidente?”. Ammetto che io ai tempi dei militare avevo imparato i segreti delle mitragliatrici, ma non quelli delle lavatrici.

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