Bette Davis in una foto del 1978 (LaPresse)

L'inevitabile nostalgia per Bette Davis, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman

Guia Soncini

La lettera di Guia Soncini ad Annalena Benini 

Cara Annalena, Carlo Verdelli racconta di Matteo Renzi che, con la confidenza che hai con qualcuno che vedi per la prima volta, si apre la camicia, gli fa ammirare il petto abbronzato, e gli racconta che prende il sole “ignudo” in un angolo protetto d’un parco; e io penso: santo cielo, quanto mi manca Ugo Tognazzi. Fabrizio Corona indice una conferenza stampa sullo scandalo della settimana, che se ho capito bene consiste nel fatto che ha detto a Riccardo Fogli, in tv, che la moglie gli fa le corna, e Fogli s’è messo a piangere; nel corso della conferenza stampa dice: a una giornalista che non è preparata e non è intelligente, a un’altra che se andassero a cena fuori – e lei all’inizio della cena lo odiasse – alla fine vorrebbe far l’amore con lui, e al consesso che non gli fanno le domande giuste perché “siete ammaliati”; e io penso: santo cielo, quanto mi manca Vittorio Gassman. Lorella Cuccarini definisce Heather Parisi “una seccatura periodica”; e io penso: santo cielo, quanto mi manca Bette Davis. La nostalgia, diceva Simone Signoret, non è più quella d’un tempo; figuriamoci i casting.

Guia Soncini

     

Cara Guia, a me manca perfino Karl Lagerfeld, succede di solito quando vedo un uomo per strada, ma anche dentro casa, con addosso i pantaloni della tuta. “Hai perso il controllo della tua vita. Quindi esci in pantaloni da jogging”, diceva Lagerfeld. Vi prego, cercate di non perdere il controllo, la vita è una sola.

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