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Tutti i ciellini del presidente. Piccola mappa della diaspora del fu potere Celeste

Così gli aderenti a Comunione e liberazioni si stanno disponendo in varie figure sulla scacchiera nazionale e regionale

Non è una diaspora tecnicamente completa, perché nessuno dei ciellini in campo, tra regione e nazione, il prossimo 4 marzo salirà sul carro di Lucignolo di Beppe Grillo. Non è una diaspora in piena regola, ma non è neppure un “andate e moltiplicatevi”, perché è certo che nessuno dei “ragazzi” – ma ormai con molte primavere, e non solo politiche, sulle spalle – cresciuti alla scuola di don Giussani riceverà l’imprimatur, o un mandato, o un endorsement da don Julián Carrón, l’attuale guida del movimento ecclesiale, per le individuali scelte di schieramento politico che verranno fatte. E quanto vale anche per i politici ciellini della nuova generazione, e non sono pochi. Campo libero e responsabilità personali, ormai da qualche tornata elettorale, per Comunione e Liberazione. Anche (o soprattutto?) nella sua patria, nella regione che per lungo tempo è stata nelle mani politiche di molti suoi aderenti. Pertanto, i ciellini lombardi si stanno disponendo in varie figure sulla scacchiera nazionale e regionale.

 

Per le politiche Maurizio Lupi ha scelto Noi per l’Italia, la quarta gamba a destra, per assecondare le spinte lombarde e mantenere unito il gruppone dei suoi amici ed elettori. Porta con se anche Raffaello Vignali, già alla guida della Compagnia delle opere, eletto con Forza Italia alla Camera, poi con Fitto. Direttamente in FI resta Massimiliano Salini, già presidente della Provincia di Cremona, ora acquartierato con Antonio Tajani in Europa. Mario Mauro, con Lupi l’altro ciellino più influente, già in Senato con Scelta Civica, ha optato da tempo per Forza Italia per comunanza di obiettivi e per un posto al Senato. Un po’ come Luigi Amicone, già direttore di Tempi, che però milita in consiglio comunale. Mentre Giancarlo Cesana, pezzo da novanta di Cl per una lunga stagione, ma mai entrato direttamente in politica, ha deciso di sposare (inaspettatamente?) la causa di Stefano Parisi e di Energie per l’Italia, ma evitando accuratamente di candidarsi. Paolo Alli, plenipotenziario di Roberto Formigoni governatore, piega a sinistra (senza esagerare) con Beatrice Lorenzin. In Lombardia Massimo Ferlini, a lungo ai vertici della Cdo, sostiene invece Giorgio Gori e da una mano a Luca Desimoni, professionista della comunicazione in corsa per la lista civica di Gori a Milano. Con Gori sotto le insegne della Lorenzin a Bergamo anche Angelo Capelli, mentre Arnaldo De Petri corre a Mantova. Tra gli uomini di Lupi: da Raffaele Cattaneo (Varese) a Mauro Parolini (Brescia) a Luca Del Gobbo (Milano). Caso più unico che raro Carmelo Ferraro, segretario generale dell’ordine degli avvocati di Milano, è conteso: da una parte Gori lo vorrebbe in lista, mentre lui (pare) guarda verso Forza Italia.

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