Tutta la bellezza per rifarsi gli occhi nelle feste. In città e fuori
Da San Vittore a Palazzo Marino, la città intreccia fede, cultura e società civile. Tra il progetto delle Porte della Speranza, i Crivelli in Sala Alessi e le visite nei borghi storici, l’arte diventa rito condiviso
La mostra più natalizia della stagione meneghina ha aperto venerdì, a San Vittore. Non è una mostra in senso tecnico, piuttosto un nuovo progetto tra arte, fede e società civile, ispirato dal gesto simbolico di Papa Francesco dell’apertura della Porta Santa nel carcere di Rebibbia all’inizio del Giubileo, giusto un anno fa. Si apriranno così da questo Natale nuove “Porte della Speranza”, soglie artistiche firmate da architetti, designer e creativi diversi, in varie carceri italiane: la prima a schiudersi sarà quella progettata da Michele De Lucchi all’ingresso della Casa circondariale di San Vittore. “Le Porte della Speranza vogliono essere una possibilità per l’opinione pubblica per ‘entrare’ nella realtà del carcere, comprendendone la necessaria funzione riabilitativa e umana, così che sia sempre più centrale nelle preoccupazioni della politica e della società”, spiega mons. Davide Milani, lecchese, segretario generale della Fondazione pontificia Gravissimum Educationis del dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede che, con il Dap, Dipartimento amministrazione penitenziaria, promuove il progetto. Torna poi la tradizionale “mostra di Natale” di Palazzo Marino che quest’anno in Sala Alessi ospita il “Polittico di Monte San Martino” dei fratelli Carlo e Vittore Crivelli: si può ammirare gratuitamente fino all’11 gennaio, con gli storici dell’arte coordinati da Civita ad accompagnare la visita. L’opera, arrivata a Milano dalla piccola e ancora terremotata chiesa di San Martino Vescovo, nel centro storico di Monte San Martino, un comune di nemmeno 700 abitanti in provincia di Macerata, è speciale non solo perché è l’unica che porta la doppia firma dei fratelli (Carlo, il più noto) e Vittore, ma anche per la raffinatezza della forma, esempio perfetto di quel “rinascimento goticheggiante”, tutto ori e decori, che tanto andava di moda in centro Italia sul finir del Quattrocento. Incanta ancora, a dire il vero: i Crivelli stanno piacendo parecchio al pubblico (l’assessorato alla Cultura attesta già 18 mila ingressi dall’apertura della mostra: lo scorso anno, in questo stesso periodo, erano 8mila). Torna anche, grazie agli sforzi dell’Associazione antichi borghi milanesi, il programma di visite guidate gratuite di “Natale dei borghi” (fino al 4 gennaio) che alla tradizionale mappa di oratori, pievi, chiese e chiesette con opere legale alla Natività, alla Sacra Famiglia e all’Adorazione dei Magi quest’anno aggiunge tre tappe dedicate a Figino, a Trenno e a Monluè. Nel vecchio borgo di Figino (zona ovest del Municipio 7) merita una visita la chiesa di San Materno, di stampo tardomedievale poi ricostruita ai primi del Novecento mentre a Trenno, non troppo distante da lì (ma siamo nel Municipio 8), nella chiesa di San Giovanni Battista c’è una bella e seicentesca “Adorazione dei Magi” commissionata da Camillo Melzi D’Eril, un tempo feudatario del borgo, a Johan Storer. Dalla parte opposta della città, tutta ad est (siamo nel Municipio 4) si può conoscere la storia dell’antico feudo di Monluè, donato agli Umiliati alla fine del Duecento. Mentre Milano attende le Olimpiadi Invernali – quest’anno il Natale si festeggia due volte: la regina del Merry Xmas Mariah Carey sarà la star dell’apertura dei Giochi, a San Siro, il 6 febbraio – c’è da brindare anche per i numeri di questo 2025: oltre un milione e seicentomila i visitatori delle mostre e delle collezioni permanenti dei musei civici, con un 3,4% in più rispetto lo scorso anno (tra le perle di stagione certamente il Pellizza da Volpedo alla Gam che, da solo, ha già superato i 45 mila visitatori).
Rimaniamo sulle mostre temporanee, ma spostiamoci fuori porta: a Brescia c’è una chicca per intenditori ovvero la prima esposizione in Italia dedicata al pittore fiammingo Matthias Stom, gran caravaggesco molto amato in Lombardia, mentre al Palazzo delle Paure di Lecco c’è fino all’8 marzo la settima edizione di “Capolavoro per Lecco”, cui tanto si adopera la comunità pastorale e l’associazione culturale Madonna del Rosario. Con la mostra “Lessico famigliare. La bottega dei Bellini e l’alba del Rinascimento a Venezia” il capolavoro si fa in tre: approdano sul lago la Nascita della Vergine della bottega di Jacopo Bellini, prestito dalla Galleria Sabauda dei Musei Reali di Torino, la Madonna col Bambino dello stesso autore dalla Galleria dell’Accademia Tadini di Lovere e dalla Pinacoteca Malaspina di Pavia arriva un’altra Madonna col Bambino, questa volta di Giovani Bellini, che di Jacopo è talentuoso figlio.