Ansa

Gran Milano

Toto Meazza, ecco pronta la conta dei voti del centrodestra 

Giovanni Seu

Il voto decisivo sullo stadio di Milano spacca l'opposizione. FI e Palmeri verso il no, la Lega prudente, FdI tentata dall’astensione strategica. Sala rischia, ma potrebbe salvarsi grazie alle divisioni della minoranza

"E’ possibile che proprio al momento del voto qualche collega avrà la necessità di recarsi in bagno”. La battuta di un consigliere comunale di centrodestra spiega l’atteggiamento che si sta profilando nell’opposizione sul voto per la vendita del Meazza: uscendo dall’aula mancherebbero quei no decisivi per bocciare la delibera e sarebbero così ininfluenti i 6-8 consiglieri di maggioranza che hanno più volte espresso la contrarietà all’operazione San Siro. Va subito detto che i contrasti all’interno della minoranza e degli stessi gruppi sono forti, sino a prima della seduta – che si aprirà questo pomeriggio – sono previsti incontri per raggiungere una linea unitaria: votare in ordine sparso sarebbe un danno politico e avrebbe ripercussioni sul futuro della coalizione.

 

Per evitare questo esito si sono messi al lavoro in questi giorni i responsabili politici dei partiti con una serie continua di incontri per ricompattare i più riottosi. Obiettivo non facile, dal punto di vista politico si tratta di spiegare perché si è deciso di aiutare Sala dopo averlo per anni osteggiato sullo stadio. Non solo, si offre un’insperata boccata d’ossigeno a una maggioranza mai come stavolta spaccata che avrebbe rischiato di andare a casa in caso di bocciatura su una decisione così importante. Al momento sono per il no Manfredi Palmeri (Lista civica) che si è espresso molto duramente sulla delibera e l’intero gruppo di Forza Italia (compreso Bernardo che sembrava orientato per il sì) cui non ha fatto presa l’iniziativa di Letizia Moratti che puntava a un accordo con il centrosinistra per superare lo stallo del Salva-Milano e fare passare la cessione di San Siro. Ma a decidere i giochi saranno i gruppi più grandi. La Lega, con 5 consiglieri, si mostra prudente: “La delibera non ci ha fatto impressione – spiega il capogruppo Alessandro Verri – la nostra posizione è di responsabilità: vediamo se ci sarà la possibilità di aprire una trattativa. Il voto? Decideremo dopo avere visto quali condizioni si verranno a creare, certo se l’amministrazione Sala non ha i numeri in un momento così importante credo che debba trarre le conseguenze”.

 

Fratelli d’Italia conta 6 consiglieri su cui pesa l’intervento di Ignazio La Russa che ieri al Corriere ha ribadito la linea affermata negli ultimi due anni contraria alla demolizione del Meazza e favorevole a un nuovo stadio costruito accanto. Come si possa tradurre nel voto lo spiega al Foglio il capogruppo di Fdi Riccardo Truppo: “Il testo da votare non ci convince, rappresenta un cortocircuito perché si rimangiano tutto ciò che hanno sempre detto sull’ambiente, non mi è piaciuto nemmeno l’atteggiamento tenuto verso le squadre considerate come speculatori”. Per quanto riguarda le scelte al momento della votazione non si tira indietro: “Premetto che l’opposizione è sempre stata compatta nell’istruttoria di questa delibera, credo che sia opportuno fare una riflessione che vada oltre le logiche politiche contingenti e il destino del sindaco, è in discussione una scelta storica che potrebbe avere conseguenze importanti per lo sport e il futuro di questa città: ragionando con quest’ottica l’ipotesi di uscire dall’aula può essere la soluzione giusta”.

Di più su questi argomenti: