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GRAN MILANO
Nuoto e polemiche. Con il caldo si fa il punto sulle piscine pubbliche. FdI attacca, il Comune replica
Il Lido di Milano è oggetto di un poderoso restyling per trasformare (entro il 2026) la popolare piscina in una grande struttura per nuotare d’estate, un laghetto per praticare canoa e kayak tutto l’anno. Tra difese dei progetti e accuse sulla gestione, botta e risposta fra giunta e Fratelli d'Italia
Anche quest’anno i ragazzi terribili del quartiere San Siro dovranno godersi il caldo tropicale dell’estate senza le bombe d’acqua refrigeranti, confezionate al Lido di Milano. Il mare dei milanesi (con tutto il rispetto per l’Idroscalo) è oggetto di un poderoso restyling. Dall’anno scorso la società Go Fit Life Science And Technology S.A, il gruppo iberico che nel 2021 ha vinto il bando per riqualificare lo storico impianto, inaugurato nel 1931, è al lavoro per trasformare la popolare piscina in una grande struttura per nuotare d’estate, un laghetto per praticare canoa e kayak tutto l’anno. Tutto pronto nel 2026.
Però. “C’è una carenza nel considerare la città un luogo vivibile, – dice al Foglio il capogruppo di FdI a palazzo Marino, Riccardo Truppo – dove poter trovare dei momenti per sé, fuori dalle dinamiche del lavoro. Si pensa a Milano come un luogo produttivo e non come uno spazio dove famiglie, bambini, ragazzi possano trascorrere assieme il loro tempo. Questo lo si vede anche nella mancanza di tutela di alcuni luoghi iconici della realtà milanese. Penso al Lido che di fatto sarà completamente stravolto da un progetto che ovviamente punta al business. Il Lido era un unicum italiano, un vanto se valorizzato e protetto ma non si è pensato due volte a massimizzare il profitto”. Ma la collaborazione tra pubblico e privato non dovrebbe essere un valore unificante? “Credo che Milano possa essere attrattiva per il privato che si lancia in progetti di riqualificazione, però la politica milanese deve riuscire ad accontentare anche quelle fasce di popolazione che non va al mare o al lago ma vuole trascorrere qualche ora in città. Un po’ tutto si sta appiattendo con l’idea ‘dobbiamo mettere a bando tutto, dobbiamo rendere tutto produttivo’ ma la politica milanese dovrebbe ricordarsi di tutti”. Nei giorni scorsi Truppo era intervenuto proprio per andare all’attacco della gestione giudicata insufficiente delle piscine da parte della giunta: “Le piscine comunali chiudono, le società storiche vengono sfrattate, il Palazzo del Ghiaccio Agorà è abbandonato al proprio destino. E’ questa l’amara fotografia dello sport milanese sotto l’amministrazione Sala”. “Le piscine, da Baggio alla Cardellino, dalla Scarioni alla Procida versano nel degrado, con chiusure improvvise e impianti mai riqualificati. La gestione di Milanosport pare spesso sorda alle esigenze del territorio, stanca senza una visione”.
E’ una lunga contesa. Con la controparte Martina Riva, assessore allo Sport e ai Giovani che spiega al Foglio il punto di vista dell’Amministrazione: “Non abbiamo mai adottato scelte aprioristiche di fronte alle diverse soluzioni possibili. Non siamo ideologicamente favorevoli o contrari agli investimenti pubblici o privati: il nostro unico faro è sempre stato il valore sociale dell’impianto, ovvero l’accessibilità e le tariffe”. Inoltre: “Abbiamo degli impianti chiusi perché, dopo anni di mancati interventi, oggi abbiamo trovato i fondi necessari per le ristrutturazioni. Il primo intervento ha interessato il Lido, dove Go Fit investe 25 milioni, oltre a versare al comune 80 mila euro all’anno di canone. Un progetto che abbiamo considerato positivo, anche dal punto di vista sociale, infatti l’abbonamento mensile familiare, a prescindere dal numero di figli, costa 90 euro”. Per la Scarioni invece “abbiamo una valida proposta dai privati e sarà ristrutturata grazie a un intervento da 23 milioni, più un canone cospicuo. Per l’Argelati (dal 2022 dichiarata non sicura), si è deciso di procedere direttamente con la ristrutturazione (costo 20 milioni) e la struttura resterà completamente pubblica nelle mani di Milanosport”. Venendo alle periferie, “la Cardellino al Giambellino, per quest’anno sarà aperta per i 350 ragazzi che frequenteranno il centro estivo gratuitamente. Abbiamo 10 milioni dal Pnrr e altri 10 ce li metterà il Comune per la ristrutturazione. Pronta per l’estate 2026. Il centro Saini verrà completamente rimodernato dall’Università degli Studi e sarà destinato anche agli studenti dell’ateneo”. In attesa che Milano possa permettersi una piscina olimpica, il comune ha avviato il progetto di completa ristrutturazione della storica Cozzi. Il gruppo privato Rimond Innovative si farà carico della riqualificazione ma la piscina resterà a gestione pubblica di Milanosport, mentre Rimond gestirebbe direttamente gli altri spazi disponibili. Un modello inedito, speriamo anche rinfrescante per la città.