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GRAN MILANO

Piccoli comuni insegnano: vale più un possibile buon sindaco che i partiti

Trentacinquemila abitanti per Cernusco sul Naviglio e quarantaduemila a Rozzano: due storie inverse che raccontano però esiti simili. Da operazione partitica la campagna elettorale è diventata corsa collettiva con un vertice singolo, il candidato sindaco

Qualcosa sta cambiando, anche in chiave locale. Se è vero che da sempre il voto amministrativo è trainato dalle persone, è anche vero che i segnali deboli di quel che accade fuori Milano, dove quest’anno – in tutta la provincia – si votava solo in quattro comuni (uno, Robecchetto, minuscolo) vanno colti e analizzati con attenzione. Anche se non hanno lo stesso rilievo politico di Genova o Ravenna. Due i comuni grandi in palio: uno nella “top 20” dei territori con il reddito medio più alto d’Italia, Cernusco sul Naviglio, 35 mila abitanti; l’altro invece al posto numero 2.038, Rozzano, 42 mila abitanti. Due storie inverse che raccontano però esiti simili, con i partiti che di fatto scivolano al livello dell’influenza nell’elezione del personale politico mentre sono le preferenze che trainano le singole forze. Insomma, da operazione partitica la campagna elettorale è diventata corsa collettiva con un vertice singolo, il candidato sindaco.

Non si può neppure dare la colpa all’affluenza, che è sostanzialmente invariata. Una storia a sé la fa Rozzano, dove si è tornati al voto dopo la tragica e prematura scomparsa del primo cittadino, Gianni Ferretti. Amatissimo, venne confermato al secondo mandato con il 64,44 per cento dei voti e un’affluenza del 55 per cento. A vincere l’anno dopo è stato il figlio Mattia Ferretti con una percentuale più alta, il 67,48 per cento e una affluenza più bassa di qualche punto. Il caso rozzanese va analizzato per quel che è: l’esemplificazione di come in chiave locale, anche laddove il comune è stato investito di grande attenzione da parte del governo nazionale e regionale – con oltre 35 milioni di euro di fondi di stato e regione per la riqualificazione della periferia difficile, il modello Caivano – siano i messaggi territoriali a farla da padrone.

E infatti Mattia Ferretti, giovane imprenditore apprezzato e conosciuto, ha puntato forte su questo: restituire l’orgoglio a Rozzano. Un messaggio che riprendeva l’ultima strenua difesa di suo padre a fronte di notizie di cronaca e intercettazioni che dipingevano questo grande comune del sud milanese come Bronx e posto degradato (qualche bel problema c’è, ovviamente). A livello politico il messaggio ha pagato dividendi altissimi: su 17 seggi le due liste civiche ne conquistano 10. La lista civica del sindaco, addirittura, raggiunge quota 24,42 per cento, staccando di oltre 10 punti Forza Italia, che – per motivazioni anche qui di personale politico squisitamente locale – sopravanza di due punti il partito di governo, Fratelli d’Italia, che si ferma all’11,85 per cento. Appena sotto la seconda lista civica, di esponenti centristi approdati a destra dopo un’esperienza politica a sinistra durata anni, e infine la Lega che si attesta al 6,41 per cento. Dunque: si vince al centro, e si vince con messaggi che esulano dalla dialettica destra-sinistra.

Ma non è solo questo. Perché se Genova decreta il trionfo del campo largo, nella Rozzano della periferia, delle case popolari, degli ultimi, del posto dove Schlein e Conte hanno voluto far sentire la propria presenza non virtuale ma personalmente, i risultati elettorali raccontano che non basta neppure lontanamente. Il Pd si ferma a poco più del 15 per cento. La lista civica dell’avversario del vincitore (Leo Missi: un ragazzo perbene, di grande signorilità e preparazione) è al 6,88 per cento. Avs al 5,51 per cento e il Movimento al 3,79 per cento. Insomma, decreto Caivano o passerelle dei leader, il punto è che sul territorio vince chi convince. Come a Opera, dove la Lega festeggia il ritorno al potere di Ettore Fusco, già sindaco per due mandati, e prima consigliere comunale di opposizione. In questo caso il centrodestra unito arriva al 64,29 per cento, mentre il campo largo di centrosinistra si ferma al 24,58 anche per il “disturbo“ della lista civica “Opera Prima”, all’11,13 per cento.

E Cernusco, che tra tutti i comuni al voto era – come detto – il più ricco? Val la pena ricordare la lunghissima esperienza amministrativa centrista, moderata ed efficace di Eugenio Comincini, poi parlamentare di Italia Viva ma prima sindaco apprezzatissimo. In questo caso il campo largo non c’è stato, e il Pd con due civiche è arrivato appena avanti rispetto al centrodestra unito (37,25 contro 36,14). Il ballottaggio sarà dunque tra Paola Colombo e Claudio Mereghetti. Ma a poter allargare di più sarà la candidata di centrosinistra, perché può tentare di coinvolgere Danilo Mereghetti, l’educatore arrivato al 22,36 per cento con una proposta civica, e Valentina Tedesco, arrivata quarta con solo il 4,25 per cento, espressione del M5S e della sinistra.