Una immagine di piazza Santa Francesca Romana in zona Porta Venezia a Milano, dove è stato accoltellato un egiziano di 19 anni (Matteo Corner/Ansa) 

Hanno ammazzato Pablo, ma il cane è vivo. Disastri milanesi

Maurizio Crippa

La città senza sicurezza che non interessa alla politica né ai media. Attira più clic il cane accoltellato che non il suo padrone tredicenne accoltellato perché in pieno giorno cercava droga a Porta Venezia. Il caso del vent'enne morto al Corvetto. Commozione e sciatteria

Che un ragazzo di vent’anni muoia di notte schiantandosi con un grosso scooter al Corvetto (storia soltanto simile a quella di Ramy Elgaml) è tragico. Se però si aggiunge che stava scappando da un’auto della Polizia, che non aveva la patente, e se parenti e amici tentano di assaltare il Pronto soccorso “per esprimere tutta la loro rabbia” (contro chi?) la tragedia prende i contorni di una “no law land”. Se un ragazzino di 13 anni, egiziano, viene accoltellato assieme al suo cane in centro Milano, tra i giardinetti di viale Vittorio Veneto dove il comune pare si interessi solo di tirare a lustro nuove piste ciclabili, ma invece è spaccio a cielo aperto, l’impressione di una città fuori controllo aumenta. Ma a nessuno sembra importare davvero che un ragazzino di 13 anni vada a trattare droga in pieno giorno con un Rottweiler. Abbiamo però letto dozzine di pezzi sul “cane che non ce l’ha fatta”. Questa è Milano, Italia.

  
Due gravi casi di cronaca che stinge nella nera danno il senso di una città fuori controllo molto meglio di tante chiacchiere sulle “psicologie del disagio” che affliggono i milanesi, il costo della vita, gli sfalci dell’erba aboliti per favorire la biodiversità. Una città dove, soprattutto, l’impressione è che non importi molto a nessuno della drammatica situazione sociale, dell’aumento della (micro?) delinquenza giovanile o della mancata integrazione dei nuovi italiani, o aspiranti tali. Mancata integrazione che, come alla fine dimostrò il caso di Ramy Elgaml al Corvetto, non è questione di “razzismo sistemico” della Polizia, come ripetuto all’infinito nelle chiacchiere della sinistra modello Salis. Del resto la search engine optimization (Seo) con cui nelle redazioni si valutano le notizie ha certificato da molto tempo che attira più clic il cane accoltellato che non il suo padrone tredicenne accoltellato perché in pieno giorno cercava droga a Porta Venezia. E se la Seo dice così, perché mai la politica dovrebbe preoccuparsi d’altro? 


Le due tragedie sono state raccontate: il ventenne morto in moto al Corvetto tentava di sfuggire a un possibile controllo; il che lascia pensare che dal novembre scorso, quando morì Ramy Elgaml, l’attenzione alle periferie non sia migliorata. Ma fa anche più pensare il tentativo di assalto-protesta di parenti e amici all’ospedale, uno stile tribale evidentemente ormai di moda, e il fatto che nessuno ci faccia più nemmeno caso (en passant: gli “amici” del ragazzino accoltellato che sono andati a trovarlo in ospedale hanno scatenato una rissa con pietre, calci e pugni). La vicenda del ragazzino accoltellato a Porta Venezia è molto più grave: pieno giorno e una zona del centro cittadino su cui l’amministrazione accampa idee di grande rigenerazione, ma evidentemente molto poco controllo. Ma anche su questo è calato un velo di rassegnazione indifferente: che un tredicenne cerchi droga in compagnia di un cane d’assalto e il tutto finisca in un lago di sangue davanti al Fatebenefratelli è considerata normale cronaca. A parte la solita destra securitaria, che però ora che sta al governo nazionale non mostra particolari capacità di gestione della sicurezza, né tantomeno molto interesse per quella di Milano. Nondimeno, il vecchio alfiere law and order milanese, Riccardo De Corato, ora deputato di FdI, ha dichiarato: “Ancora violenza in centro. L’assessore alla Sicurezza Sala dove è, dove sono i vigili? La polizia e i carabinieri sono lasciati soli”. La denuncia di De Corato, a parte lo strabismo politico, è però vera. Beppe Sala ha di recente assunto gli interim della Sicurezza, implicitamente promettendo un cambio di passo rispetto al passato inadeguato che però non s’è visto, come ancora non s’è visto l’effetto degli annunciati rinforzi di vigili e polizia. 


Ma c’è un aspetto anche più grave. A parte l’attività di autentico presidio del territorio da parte di parrocchie e oratori, a parte l’impegno di molte associazioni di volontariato, l’attenzione ai problemi di integrazione e sicurezza sono assenti dal dibattito politico, sociale e persino mediatico. E’ l’aspetto forse peggiore, ma che rende bene il clima civile dell’ex capitale morale.  Abbiamo letto titoli così: “Milano, ragazzo accoltellato con il cane e soccorso da un passante in auto”, dal quale si potrebbe evincere che il ragazzo era a passeggio con un bassotto. Abbiamo visto servizi della Rai commentare dolenti che “il cane non ce l’ha fatta”. Interviste dedicate al cruciale particolare che “il cane ha provato a rialzarsi, voleva seguire il padrone”. Perché la Seo ha sempre ragione, è il cane accoltellato che fa notizia. Hanno ammazzato Pablo, ma il cane è vivo.
 

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"