
Ansa
GranMilano
Prima le idee. Le ambizioni riformiste del Circolo Matteotti
Nesce come uno spazio di idee riformiste, indipendente dai partiti ma vicino ai loro valori. L’obiettivo è ambizioso: rilanciare il dibattito politico liberale e progressista partendo da Milano per parlare all’Italia intera
Due concetti chiari. Non è un circolo voluto dai partiti riformisti (e dal Pd). E’ un’operazione, un tantino ambiziosa, si vedrà, di idee e politica. La nascita milanese del circolo Giacomo Matteotti – che debutta ufficialmente oggi, alle ore 19, presso la Cascina Cuccagna – ha avuto particolare attenzione dalla stampa per la qualità dei relatori chiamati alla sua fondazione, da Lia Quartapelle (l’ispiratrice, de facto) a Pina Picierno, da Emmanuel Conte a Marco Taradash, da Elena Bonetti a Giorgio Gori, da Lorenzo Guerini a Pietro Bussolati, da Simona Malpezzi a Benedetto Della Vedova a Lisa Noja, che proprio ieri ha scritto al Foglio per spiegare che l’idea del Matteotti nasce innanzitutto per rispondere “al rischio sempre più concreto che la disgregazione delle democrazie liberali occidentali avvenga dal loro interno”. Concetti alti, niente politica meneghina.
“E’ una operazione interessante – spiega al Foglio Francesco Ascioti, segretario milanese di Azione – ma bisogna fissare qualche punto. Il primo è che non si tratta di un’operazione che nasce dai partiti, e che dunque ha una sua sistematicità. Non scende dall’alto verso il basso, non è questo lo spirito e dunque non è vero che Azione, Italia Viva e Pd hanno partorito questo circolo. E’ vero invece che ci ritroviamo assolutamente nei valori del Matteotti, perché sono i nostri valori e di fatto è un’operazione che già abbiamo iniziato con il nostro congresso. E’ chiaro che a Milano servano idee alte, importanti”. Idee per l’Italia, insomma, più che per la città. Non è un caso che i firmatari, tra i quali c’è Ascioti, oltre a Massimo Ferlini, Augusto Schieppati, Sergio Scalpelli, Emanuele Fiano, Claudio Martelli, hanno redatto un documento programmatico che vola alto: “Ci rivolgiamo alle persone di buona volontà che vogliono un’Italia libera e forte in un’Europa libera e forte. Vogliamo rifarci ai circoli di cultura politica per animare un dibattito franco, irriverente, che scarta di lato e che ci aiuti a ritrovare la strada per vivificare la democrazia, rafforzare l’Europa e la sua autonomia, riprendere in mano le riforme necessarie a unire l’Italia. Un dibattito che vogliamo fare partendo da Milano, città dove la cultura riformatrice ha animato alcune delle migliori esperienze di innovazione politica e dove l’incontro tra società, intellettuali, politica ha prodotto rinnovamento e energie. Lo facciamo, sperando di essere seguiti da iniziative analoghe in altre parti di Italia”. Insomma, a Milano è l’embrione ma l’obiettivo grosso da centrare è l’Italia che a oggi pare schiacciata tra la destra compatta e la compagine Schlein-Conte a sinistra.
E i leader centristi? Da Italia Viva giurano che Matteo Renzi la vede positivamente. Per quanto riguarda Azione, Ascioti lo dice al Foglio chiaro e tondo: “Ne ho parlato con il segretario ed è sempre d’accordo quando persone che hanno idee e volontà mettono a disposizione il proprio tempo per provare a generare temi su cui la politica si può confrontare. L’importante è che si capisca che non è una alchimia partitica, che genera automaticamente patti, ma il tentativo di creare una mixed zone nella quale siano le idee a farla da padrone”. Come dire: se son rose fioriranno. E il Pd? Benissimo rappresentato, in contesto milanese, con Lia Quartapelle e Pietro Bussolati. Un grande gruppo che si ritrova (anche Ascioti era nel mitico 02Pd) nel tentativo di dare al riformismo un po’ afono una nuova dimensione che non abbia i confini del partito. Funzionerà? Lo dirà solo la qualità delle idee che gli astanti riusciranno a mettere in circolo (Matteotti).