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GranMilano

Sul Meazza Beppe Sala gioca l'all-in. E forse ha le carte buone

Giovanni Seu

Il sindaco si è detto disponibile a cedere il diritto di superficie alle squadre pur di mantenerle a Milano. E ha incassato subito il sostegno del governatore lombardo Attilio Fontana

Palazzo Marino è pronto a sostenere in tutto o in parte la riqualificazione dello stadio progettata dallo studio Arco Associati di cui GranMilano ha parlato giovedì scorso. E’ anche disponibile a cedere il diritto di superficie alle squadre “perché a nessuno sfugge il fatto che per i club avere lo stadio nel loro patrimonio è un fatto importante. Inoltre se i lavori sono gestiti da una società privata la realizzazione potrebbe essere più rapida”, come ha spiegato ieri il sindaco Beppe Sala in una seduta  della commissione consiliare a Palazzo Marino convocata per illustrare il progetto dell’architetto Giulio Fenyves. Anche sulla concessione ai club non ci sono problemi, ha spiegato, scadrà nel 2030 ma si può rinnovare con facilità. 

Si potrebbe definirla come la classica offerta che non si può rifiutare oppure, tanto appare favorevole per le due società, dopo infinite tensioni. Oppure, con un po’ di cinismo, si potrebbe dire che è dettata dalla disperazione di perdere lo stadio vecchio e anche quelli nuovi. Quale che sia l’interpretazione, il sindaco ha deciso di giocare una carta pesante, con ogni probabilità l’ultima, per trattenere in città, e al Meazza, le società. Ha anche lanciato un messaggio chiaro in cui, parlando più da manager che primo cittadino, ha ricordato che “il denaro oggi costa tantissimo e le squadre hanno situazioni in cui una deve restituire 600 milioni in prestito, l’altra 400. In questa situazione, con questi tassi alti, è possibile che ci ripensino”. E ha incassato subito il sostegno del governatore lombardo Attilio Fontana: “Io sono dell’opinione che sia la soluzione migliore che si possa mantenere lo stadio a San Siro”. Le due mani pubbliche tornano a stringersi sullo sport.

Che si tratti di un’operazione in salita, o meglio alla “o la va o la spacca”, il primo a esserne consapevole è proprio il sindaco: il suo ruolo di guida della Città Metropolitana gli impedisce di essere ostile agli stadi di San Donato e Rozzano, cosa che ieri ha ammesso, dopo le polemiche dei giorni scorsi con il sindaco di San Donato, Francesco Squeri. Ma l’argomento più forte lo hanno ricordato le opposizioni – un po’ troppo fredde sul progetto di Fenyves, caldeggiato proprio da Alesandro De Chirico di Forza Italia – che sostengono la tardività dell’iniziativa in quanto Inter e Milan avrebbero già deciso di fare i bagagli. D’altronde a San Donato ormai si fa sul serio, Squeri ha convocato una serie di appuntamenti per spiegare la bontà dello stadio del Milan. Operazione non semplice, perché una parte della cittadinanza non lo vuole, inoltre ci sono una serie di questioni logistiche (parcheggi e vigili urbani insufficienti, fermata di Trenord inadeguata, servizio di Atm da potenziare) su cui al momento è arduo dare rassicurazioni.

La vera partita, è proprio il caso di dirlo, forse si giocherà su un altro terreno. Come spiega un consigliere di maggioranza che chiede l’anonimato, “il progetto è valido ma ciò che interessa davvero alla due società è la possibilità di investire sull’area di San Siro: Sala dovrà giocare qui le sue chance per convincere le due squadre, o anche una sola ovvero l’Inter, a fare marcia indietro rispetto al suo progetto”.

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