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Gran Milano

Ai regali di Natale ci pensano le aziende. Filosofie positive

Daniele Bonecchi

Dal gruppo Peroni ai Percassi: ecco i casi delle aziende che riconoscono bonus di fine ai propri dipendenti (con l'obiettivo di far crescere le community)

Regali di Natale. Beppe Sala non sarà particolarmente generoso, in questa fine d’anno 2022, coi propri amministrati. E’ pur vero che nella sacca di Babbo Natale ha messo una nuova linea del metrò, ma il 2023 porterà con sé anche mazzate reali, lo stesso sindaco lo ha annunciato per tempo, causa deficit del Comune e braccino corto (e ondivago) del governo. Morale, dopo il ticket Atm a 2,20 euro, ma salvi gli abbonamenti, ora arrivano le tariffe “su misura”: chi ha di più paga di più, modello Robin Hood.

A Milano c’è una istituzione, il Patto per il lavoro, che mette assieme Comune, associazioni d’impresa, industriali, commercianti, artigiani e sindacati. Il pacco di Natale è pieno di speranze, grazie soprattutto all’Afol (Formazione, orientamento e lavoro), che sta aprendo sportelli ovunque, nei supermercati e presso le associazioni, nella certezza di trovare un lavoro per chi l’ha perso. 

 

Alla faccia della crisi del triplete (pandemia, guerra, crisi energetica), alcune imprese hanno allargato generosamente i cordoni della borsa, grazie anche agli sgravi fiscali. Il Gruppo Florence – primo polo produttivo integrato in Italia al servizio del luxury fashion internazionale nato solo due anni fa – ha deciso di assegnare ai propri dipendenti (2.200 persone) un “bonus energia” contro il carovita pari a 500 euro netti, che verranno erogati sotto forma di buoni spesa nel mese di dicembre. Assieme alla regina delle birre, Peroni, che però non ha stabilimenti in zona, ma che ha elargito 600 euro per ogni dipendente.

In cima alla lista di Babbo Natale c’è però il gruppo Percassi (commercio e grandi investimenti) che ha erogato un bonus straordinario di 1.000 euro ciascuno ai dipendenti di tutto il mondo di KIKO e di Percassi Retail, la società che sviluppa e gestisce i più importanti brand internazionali di fashion, sport e consumer in Italia ed Europa. “L’iniziativa – spiegano dal gruppo – rappresenta un riconoscimento concreto per lo straordinario contributo fornito da tutti i dipendenti in un periodo storico non semplice e a seguito di un biennio molto sfidante, a causa della pandemia e delle conseguenze economiche che hanno portato ad un contesto incerto. Grazie all’impegno di tutti, KIKO e Percassi Retail hanno raggiunto importanti risultati in termini di crescita del fatturato e della capacità di generare valore, e per questo motivo hanno voluto promuovere, per la prima volta, questa misura di sostegno straordinaria”.

 

L’iniziativa interessa complessivamente circa 6.500 dipendenti del gruppo distribuiti in 19 paesi, di cui oltre il 40 per cento è comunque in Italia. “Il bonus sarà erogato ai lavoratori a tempo indeterminato – con una riproporzione per i dipendenti part-time – sotto forma di una tantum o di buoni spendibili in servizi a seconda della normativa del paese”, spiegano. Sono alcuni segnali (e non gli unici) di un modo di concepire l’utile di impresa pensandolo come una community da far crescere. 

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