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Luca morto sotto a un tram, la sicurezza e la retorica colpevolista da evitare

Perché la manifestazione dei cicloattivisti, “ProteggiMi” sbaglia il simbolo della protesta. La tragedia di Luca non è stata causata da mancanza di ciclabili, da un pirata in auto ubriaco, da un Suv impazzito. Era un tram che nel suo percorso segnato e riservato faceva il suo lavoro

La morte di Luca, 14 anni, travolto da un tram mentre attraversava i binari di viale Tito Livio, sfidando la prudenza, ha commosso tutta la città. Si può forse rimproverare a tanti suoi coetanei, e a tanti ciclisti urbani, di avere organizzato in suo nome, “dopo l’ennesima tragedia, che ha spezzato la vita di Luca, un giovanissimo ciclista”, una manifestazione per chiedere più sicurezza sulle piste ciclabili, per una città nella quale “incidenti del genere non possono accadere”? Certo no, non si può non immedesimarsi nel dolore.

 

Si può, invece, dire che la manifestazione dei cicloattivisti, “ProteggiMi” organizzata stamattina in un tratto di viale Monza, dove verrà realizzata una “ciclabile umana” di 150 metri, sbaglia questa volta il simbolo, alimentando una retorica colpevolista lontana dai fatti? Sì, si può. La tragedia di Luca non è stata causata da mancanza di ciclabili, da un pirata in auto ubriaco, da un Suv impazzito. Era un tram, il mezzo pubblico meno inquinante, che nel suo percorso segnato e riservato faceva il suo lavoro. Eppure, da due giorni, abbiamo sentito e letto centinaia di denunce contro “i pirati” e la città insicura. Che c’entra? Certo, gli incidenti per le due ruote crescono, aumentando il loro utilizzo, più 25 per cento: due al giorno. Ma crescono anche gli incidenti che coinvolgono la micromobilità elettrica, 540 interventi del 118 quest’anno: e molte volte i “pirati” a quattro ruote non c’entrano. La responsabilità chiama tutti.

 

Il sindaco Sala martedì ha subito indetto il lutto cittadino (avremo d’ora in poi un lutto cittadino a ogni incidente mortale?). Si comprende l’emozione, ma si finisce per gonfiare un’assurda colpevolizzazione degli utenti delle quattro ruote che non ha nulla a che fare con una maggiore sicurezza. Luca è morto, la sua bici non merita di essere usata come una bandierina.

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