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Emmanuel Conte ci spiega i problemi di bilancio del comune di Milano

Mariarosaria Marchesano

"Gli effetti della crisi pandemica sulle nostre casse si sentono ancora". Per chiudere il bilancio di previsione 2022 Palazzo Marino ha bisogno di oltre 200 milioni di euro, che il governo non avrebbe intenzione di concedere

Vedere un campano come Emmanuel Conte, che si dice anche “convinto meridionalista”, adoperarsi tanto per far quadrare i conti del Comune di Milano, fa un certo effetto. Ma lui, assessore al Bilancio e al Patrimonio, sceglie un profilo basso nella battaglia politica che il sindaco Beppe Sala sta conducendo contro il governo, che ha accusato di non ascoltare la città e di averla lasciata da sola. “Stiamo portando avanti questa istanza con l’Anci e altri comuni che rischiano di veder saltare i bilanci di previsione per il 2022, se il governo tagliasse in modo drastico i ristori Covid”, dice Conte in un colloquio con Il Foglio in cui cerca di smussare i toni della polemica o, almeno, di evitare che diventi una sfida di Milano contro tutti. Ma Sala ha colto il momento che gli sembrava più appropriato per lanciare i suoi strali: nelle ultime settimane il premier Mario Draghi è andato in soccorso prima di Napoli e poi di Torino colmando vere e proprie voragini delle casse comunali e gettando le basi per la rinascita delle rispettive amministrazioni, mentre Milano, la “locomotiva d’Italia”, resta a bocca asciutta. Certo, tecnicamente si tratta di partite di bilancio di natura diversa, ma all’apparenza potrebbe sembrare qualcosa che assomiglia a uno sgarbo istituzionale. O no? “Trovo lodevole l’intento del governo di aiutare Napoli e Torino, è giusto che questo avvenga, e lo dico da meridionalista convinto – glissa l’assessore nato a Eboli – Ma quello che hanno prospettato a noi è un piano di rientro troppo brusco che ci costringerà a rivedere tutte le previsioni di spesa, in particolar modo nel sociale in cui saremo costretti a congelare 49 milioni di euro”, spiega Conte che alle spalle ha una carriera di banchiere, oltre a essere stato per anni a capo della commissione comunale al Bilancio. “Che senso ha invitare i comuni ad accogliere gli ucraini se poi ci tolgono i fondi per farlo?”.

 

Ma veniamo ai fatti: per chiudere il bilancio di previsione 2022 Palazzo Marino ha bisogno di oltre 200 milioni di euro, che il governo non avrebbe intenzione di concedere. Ora che la pandemia è in fase di superamento, infatti, il Mef stringe i cordoni della borsa e prevede di ridurre i trasferimenti agli enti locali a poche centinaia di milioni (2-300 da ripartire, quindi, tra tutti i comuni d’Italia) dai 3-4 miliardi erogati tra 2020 e 2021. Per il 2022 a Milano spetterebbe poco o nulla dopo aver ricevuto ristori Covid pari a 478 milioni nel 2020 e a 466,6 milioni nel 2021. Dunque, l’equilibrio di bilancio è stato raggiunto grazie a fondi statali erogati in maniera più generosa proprio a quelle aree che, come Milano, sono state più colpite per il fatto di avere una vocazione turistica e fieristica.

 

“Il ritorno alla normalità sta avvenendo gradualmente, ma gli effetti della crisi pandemica sulle nostre casse si sentono ancora, penso per esempio al fatto che quest’anno non riceveremo dividendi dalla controllata Sea e al deficit nei trasporti locali. Comunque, con il governo c’è un canale aperto di dialogo e sono fiducioso che si troverà una soluzione  – aggiunge – So che il sindaco si è sentito con il ministro Franco e probabilmente sarò con lui all’incontro di venerdì. Ma vogliamo dire una cosa?” Diciamola. “Bisognerebbe considerare che Milano ha anche un valore nazionale. E’ un traino per l’Italia. Il pil della nostra area prima del Covid cresceva al doppio della media nazionale, e anche oggi vediamo la conferma di questo trend. Questo porta a una corrispondenza biunivoca con il bilancio dello stato: per esempio, il Comune ha rimborsato nel primo mandato Sala 400 milioni di euro di debito e al termine del mandato riuscirà a rimborsare circa un miliardo. Partecipiamo per la nostra parte, come sempre Milano fa, a tenere basso il rapporto debito-pil nazionale”.

 

Per Conte, insomma, esiste una corrispondenza forte fra il bilancio dello stato e quello del Comune meneghino, “che riceve e ha ricevuto tanto nella sua storia ma ha anche restituito tanto, sia da un punto di vista materiale sia immateriale”. Detto da lui…

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