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A Milano alcuni bambini disabili devono stare a casa per mancanza di insegnanti di sostegno

Paola Bulbarelli 

Un altro problema legato al Covid. Ma c'è anche qualche buona notizia: è nata “L’ora della spesa silenziosa”

Mozione urgente e votata all’unanimità. Non poteva essere diversamente. “Ho presentato questa mozione”, spiega la consigliera regionale Barbara Mazzali, “per dare voce alle tante famiglie che attraverso le associazioni ‘Famiglie Disabili Lombardia’ e ‘Amici di Tommy e Cecilia Onlus’, che hanno evidenziato un’incresciosa situazione che si è venuta a creare ai danni degli studenti affetti da disabilità”. Che accade? “Alcuni istituti lombardi hanno deciso arbitrariamente di sospendere l’insegnamento scolastico agli alunni più fragili, invitando telefonicamente le famiglie degli studenti disabili a tenere a casa i loro figli perché gli insegnanti di sostegno servivano per sostituire gli insegnanti di materie curriculari”. Il motivo, ancora una volta, è il Covid. “Ma suona come un pretesto per mascherare, in realtà, la presenza di diverse lacune che si trascinano da anni, come ad esempio il sistema a numero chiuso per la specializzazione degli insegnanti di sostegno”.

Le famiglie di questi ragazzi si trovano quindi in grave difficoltà dato che non posseggono gli strumenti per l’istruzione dei loro figli, i quali rischiano un aggravamento delle loro problematicità. Per quanto riguarda le cosiddette disabilità sensoriali il quadro non cambia. Anzi. “Ho portato un’altra mozione urgente al fine di impegnare la giunta a reperire con urgenza finanziamenti straordinari”, dice Mazzali. I Comuni infatti, specialmente i più piccoli, si trovano in seria difficoltà senza i mezzi per poter garantire alle scuole i costi degli insegnanti di sostegno che, specialmente nei casi di disabilità sensoriali, “sono totalmente a carico dell’Amministrazione in quanto questo tipo di disabilità non viene ricompreso nel novero delle disabilità di tipo cognitivo, declassando, di fatto, una problematica che interessa invece una percentuale di studenti piuttosto importante”.

Non tutto va male, però. E’ nata l’“Ora della spesa silenziosa” nella bottega alimentare ZeroPerCento in via Signorelli, in zona Sarpi, una iniziativa attiva tutti i lunedì dalle 14 alle 15. “Vuole essere una prima attività di un progetto più grande”, racconta Teresa Scorza, presidente della cooperativa sociale Namastè, nata cinque anni fa e formata da sole donne. “Ci siamo sempre occupate di inserimento lavorativo di persone in categoria protetta, specialmente di chi ha disabilità intellettive, e nel 2022 vorremmo far sì che le nostre botteghe di vicinato e i negozi siano realmente accessibili a chiunque e non solo da un punto di vista delle barriere architettoniche ma anche a tutte quelle persone e a quei bimbi che hanno difficoltà che non si vedono e che sono limitanti anche nel venire a fare la spesa”. Che fate, quindi? “Lo scopo, a costo zero, e quindi chiunque la potrebbe fare, è ridurre l’inquinamento acustico nei negozi: rumori, musica, frigo accesi, molta luce sono condizioni limitanti per quei bambini e persone che in un ambiente rumoroso o con troppa luce vanno in confusione. Un’ora a settimana, abbassiamo i toni, a chiunque entra diciamo di spegnere i cellulari e parlare a bassa voce. Diverse famiglie con bambini con sindrome di Down o autistici non riescono ad andare a fare la spesa, si trovano in gravi difficoltà e per questo siamo molto apprezzati. E’ la prima volta che si fa una cosa del genere, vorremmo essere un modello sperando che altri vogliano replicare”. 

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