Foto Ansa

Gran Milano

Pop Sondrio e la valtellinesità ferita che non rinuncia alla storia

Si respira un clima di smarrimento. “I sondriesi si sentono orfani e impoveriti”, dice il presidente di Scenari Immobiliari

Mariarosaria Marchesano

La banca si è rifiutata fino all’ultimo di cambiare lo status di cooperativa. Con la trasformazione in spa si teme l’arrivo della grande finanza e di una parola vista come fumo negli occhi: contendibilità

Nelle battaglie capita che si conceda allo sconfitto l’onore delle armi, un modo cavalleresco per dimostrare rispetto per chi si è battuto strenuamente in nome di qualcosa in cui crede. L’onore delle armi andrebbe riconosciuto alla Banca Popolare di Sondrio che si è battuta in tutte le sedi giudiziarie possibili per vedere riconosciuto il diritto di mantenere lo status di cooperativa se non fosse che il gruppo di soci “ribelli” rappresentato dal Comitato fondato dall’economista Marco Vitale continua a dire che la “battaglia per la democrazia economica non finisce mai”. E lo afferma anche dopo la trasformazione in spa avvenuta in 29 dicembre e dopo che la precedente nota a firma dello stesso comitato era stata molto più accomodante in vista dell’assemblea straordinaria di fine anno che avrebbe potuto compromettere la vita della banca se avesse bocciato la trasformazione in spa come previsto dalla legge di riforma del 2015.

 

Vitale definisce quella della Pop Sondrio una delle vicende più “tristi, squallide, umilianti e dannose” della storia bancaria italiana e avanza dubbi sulla validità della stessa assemblea di fine dicembre che definisce “lunare” perché sarebbe stato impedito ai soci di partecipare e di dibattere anche da remoto. E’ un po’ come se a fine battaglia, nel campo degli sconfitti che non è stato ancora raggiunto dalle truppe vittoriose, si accendessero dei fuochi e si sparassero colpi di mortaio come da un’ultima trincea.

 

Si vedrà. Intanto, quello che si respira a Sondrio è un clima di smarrimento, come se si fosse perduto per sempre un punto di riferimento. Ovviamente non è così, ma il sentimento è diffuso. A favore del cambio di veste giuridica, che vuol dire la perdita del voto capitario e l’ingresso nel libero mercato con la possibilità che la banca venga scalata, hanno votato soltanto 2.514 soci pari all’1,67 per cento del capitale degli aventi diritto. Una percentuale bassissima, in effetti. Ma questo ha a che fare più con il particolare tessuto sociale delle valli valtellinesi che con ragioni ideologiche contrarie al capitale finanziario e alla concentrazione tra banche.

 

“E’ già successo con Creval quando è stata acquisita da Credit Agricole, oggi i sondriesi si sentono orfani e impoveriti”, dice al Foglio Mario Breglia, che a Sondrio è nato e cresciuto fino all’età degli studi universitari. “Qui ci sono quasi tutte comunità di montagna che sentono molto forte il senso di appartenenza a una banca che è cresciuta assieme a loro in termini di ricchezza. Un tempo queste valli erano molto povere, ma oggi quasi tutti gli abitanti stanno bene e sono anche azionisti”. Breglia, che tutti conoscono come presidente di Scenari Immobiliari e grande esperto del mondo del real estate italiano che negli ultimi 20 anni ha saputo attirare numerosi fondi di investimento stranieri, evoluzione che per lui è motivo d’orgoglio, spiega che lo spirito di questo territorio è molto diverso da quello milanese e lombardo in generale, da sempre più aperto al mondo degli affari e ai capitali internazionali. “Esiste una vera e propria valtellinesità, che vuol dire grande timidezza delle persone, grande impegno nel lavoro e grande capacità di risparmio. Qui molte famiglie spendono solo il 20-30 per cento  di quello che guadagnano perché sono persone semplici poco abituate al lusso, il resto lo mettono in banca, una banca che ora non percepiscono più come la loro”. La Pop Sondrio è una delle 10 popolari in Italia che è stata assoggettata alla riforma, l’unica che si è rifiutata fino all’ultimo di cambiare la veste giuridica di cooperativa, forte, va detto, di risultati sempre in attivo. Con la trasformazione in spa si teme l’arrivo della grande finanza e di una parola vista come fumo negli occhi: contendibilità. “Sarò un romantico, ma mi piacerebbe che la tradizione di banca del territorio proseguisse in qualche maniera anche perché in Valtellina nessuno sportellista si sognerebbe di consigliare un investimento errato a un cliente, come è accaduto in alcune altre popolari in Italia. Qui si usa diversamente”.
 

Di più su questi argomenti: