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Non è ancora tempo di vacanze milanesi. Ma il turismo ci prova

Paola Bulbarelli

Il capoluogo lombardo è stata la città che ha pagato in assoluto di più i divieti dello scorso anno: - 75,8 per cento degli arrivi e - 71,5 per cento delle presenze. I piani per riprendere

Milano batte Roma. La città della Madonnina è la quattordicesima meta turistica al mondo, prima in Italia. Roma segue al diciassettesimo posto. Questo si leggeva in un’epoca che pare lontana secoli e invece era solo due anni fa. Arrivavano oltre 8 milioni di persone per vedere il Duomo, fare due passi in Montenapo, visitare mostre o sentirsi parte delle famose week. Ben diverso dal quadro di oggi. Milano è stata la città che ha pagato in assoluto di più i divieti dello scorso anno, facendo registrare un calo del 75,8 per cento degli arrivi e del 71,5 per cento delle presenze. Secondo un report di Polis Lombardia sul turismo del primo trimestre del 2021, il settore è stato uno dei più colpiti (dati rilevati da Istat). Ma dall’inizio dell’anno un piccolo recupero c’è stato.

“La città si sta muovendo ancora molto lentamente – spiega al Foglio Maurizio Naro, presidente Federalberghi Milano – Da marzo in avanti è leggermente aumentata l’occupazione delle camere e a giugno speriamo di arrivare a un 35 per cento di occupazione degli alberghi aperti”. Ciò significa che molti sono chiusi? “In totale le camere in città sono 30/35 mila, la metà sono chiuse. Si ipotizza che un 5-10 per cento degli alberghi potrebbe non riaprire più. La gente resta uno due giorni al massimo e l’aumento che abbiamo visto di occupazione in questi mesi è soprattutto, almeno per Milano città, di clientela business: clientela leisure molto poca, anche perché sono pochi i voli a disposizione”. Il turismo straniero quindi arriva in auto? “Dalla Svizzera, dalla Francia, Germania e Austria. Le frequenze dei voli sono molto al di sotto di quelli che erano i valori pre Covid e sono carissimi. Da Londra con British Airways ci sono pochi voli e il biglietto costa 600 euro contro i 19 euro low cost del passato”.

Mancano eventi che possano richiamare un nuovo flusso di turismo? “Ieri hanno presentato il programma di Fiera per il prossimo autunno, e già si spera che quelle fiere in presenza possano ridare slancio.  Due anni fa nei mesi di giugno e luglio c’erano i concerti a San Siro a richiamare molto pubblico: ma torneranno solo nel 2022. Le grandi aziende che su Milano hanno molte loro sedi, soltanto ora, con l’andamento della campagna vaccinale, stanno piano piano  consentendo qualche trasferta in più. Ma non c’è ancora un liberi tutti”.

Poco prima che iniziasse il Covid, spiega Luca Martinazzoli, direttore di Milano & Partners, l’agenzia che si occupa della promozione della città, “abbiamo lanciato l’iniziativa che si occupa di promozione della città sul modello delle città anglosassoni ed europee. Costituita da Comune e Camera di Commercio con il supporto di una serie di soggetti privati che vanno da Pirelli fino a Sea, Fiera e altri: è stata la dimostrazione che l’unione fa la forza e la pandemia ha stimolato l’aggregazione dei vari soggetti”. Non solo. “Per il turismo abbiamo costituito il Convention Bureau della città di Milano, una struttura che si occupa di promuovere la città come destinazione del turismo business, che rappresenta l’anima della città storica. Abbiamo un piano promozionale molto forte per i prossimi sei mesi che prevede la presenza in grandi fiere come l’Imex di Las Vegas o la fiera del turismo di Barcellona, e una campagna di promozione estera che lanceremo nel mese di luglio in alcuni mercati. Inoltre abbiamo iniziato a lavorare su un tono di voce nuovo della città che vede la centralità del racconto fatto di quartieri. Milano per anni s’è raccontata per lo skyline ma ci sono tantissimi angoli, meno noti, di grande interesse”. Ad esempio? “Penso ai Navigli, Brera, Porta Romana, Porta Venezia. Abbiamo ritrovato i quartieri”.

Milano ha bisogno di farsi ri-conoscere nel mondo? “Ci sono due scenari. Uno è quello del turismo business. Secondo, c’è da posizionare Milano come destinazione per un turismo di alta gamma, che dovrà scontare nel breve la mancanza di turismo asiatico. Ci vorranno almeno 12-18 mesi prima che torni. Ci aspettiamo quindi più turismo nazionale ed europeo, che spende meno in servizi accessori”. Milano continua a investire sullo sviluppo di rotte nuove: “Insieme a Sea e ci sarà un grande evento ad ottobre: alla Fiera di Rho, dal 10 al 12 ci sarà World Routes, il più importante evento dell’industria dell’aviazione che riunisce compagnie aeree e le principali tourism authority del mondo con l’obiettivo di sviluppare nuovi connessioni aree a livello globale”. Il 13 luglio inaugurerà la grande mostra di Maurizio Cattelan all’Hangar Bicocca. Un bel dito medio benaugurante al Covid.

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