(Lapresse)

GranMilano

La svolta civile della Lombardia

Daniele Bonecchi

La campagna vaccinale che corre è merito anche del volontariato e delle aziende
 

C’è un piccolo grande esercito senza mostrine a disposizione del commissario Francesco Figliuolo. Sono i volontari lombardi impegnati in molti centri vaccinali della regione. Uomini e donne della Protezione civile, alpini in servizio permanente effettivo, giovani delle onlus e paramedici delle ambulanze. Ogni giorno, prestano servizio nei centri vaccinali 1.330 volontari della Protezione civile. Al palazzo delle Scintille, alla Fiera e in tutti gli hub sono oltre 255; ma anche nelle altre città lombarde come Brescia (150) e Bergamo (120) sono numerosi. “La sinergia tra il mondo del volontariato e il sistema sanitario ha portato risultati notevoli – spiega Pietro Foroni, assessore regionale al Territorio e alla Protezione civile – ad oggi la Lombardia è la regione che ha vaccinato di più, con quasi 4 milioni di dosi inoculate. E i risultati raggiunti sono il frutto dell’ottimo operato portato avanti anche dai numerosi volontari”. Anche i volontari dell’Auser (Cgil e Spi) stanno intensificando l’impegno per garantire l’accompagnamento ai centri vaccinali: sono 1.427 i volontari impiegati. Un errore, non sfruttare prima questa grande risorsa civile: anche grazie a loro la Lombardia, dopo un anno di sofferenza e numerosi scivoloni, è tornata a guidare la corsa contro la pandemia. 


E mentre Figliuolo prepara l’ultima fase della campagna, il vaccino entra finalmente in fabbrica e nelle cattedrali del terziario. “Noi siamo pronti – spiega Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia – siamo in attesa del disciplinare operativo della regione e poi naturalmente servono i vaccini. Le aziende si sono attrezzate perché occorre vaccinare 600 mila lavoratori. Se vogliamo tornare alla normalità occorre vaccinare chi può rilanciare il paese. Bisogna dare fiducia a chi lavora. Noi auspichiamo l’impegno dalle istituzioni per arrivare ad uno sbocco in tempi rapidi”, conclude il presidente degli industriali lombardi. “Abbiamo censito 730 punti vaccinali aziendali (a livello nazionale ndr)”, spiega Figliuolo. “Il sistema è aperto e potrebbe crescere  a dismisura. Speriamo di aprire alle aziende il prima possibile, appena messi in sicurezza gli over 65. A parità di buona salute, nessuno si scandalizza se una persona di 38 anni che lavora alle presse o nel turismo arriva prima di una di 54 perché la sua azienda è stata più veloce. Lo proporrò al presidente del Consiglio. Speriamo di arrivare a fine maggio all’obiettivo”. 


“Siamo pronti anche noi – conferma il segretario generale di Confcommercio Milano, Marco Barbieri – “Stiamo interloquendo con alcuni istituti per  mandare datori di lavoro e dipendenti ad essere vaccinati. I temi veri sono due – precisa Barbieri – Figliuolo ha dichiarato che fino a fine maggio non se ne parla (di vaccini per le imprese, ndr) e poi occorre capire se da giugno aprono solo alle aziende o al mondo intero, quindi non ci sarebbe un canale dedicato alle aziende”. Insomma qualche perplessità di carattere organizzativo c’è. Ma c’è anche chi è pronto a farne un’operazione di marketing, come la catena Burger King: “Ci impegniamo a vaccinare i nostri 4 mila dipendenti in Italia – fanno sapere dall’azienda – e 4 mila piccoli ristoratori italiani per arrotolarci le maniche e ripartire, insieme”, ha annunciato l’azienda con la sua nuova campagna dal titolo “Torniamo concorrenti”.

 

Poi ci sono le Pmi, che tengono a chiarire la loro posizione: “Al tavolo di confronto in cui sono stati definiti i protocolli – spiega il presidente di Confimi Paolo Agnelli, che ha un forte insediamento di associati in Brianza – abbiamo ribadito la nostra posizione: quando saranno disponibili i vaccini gli imprenditori metteranno a disposizioni i locali industriali, il medico competente e tutta l’attrezzatura necessaria richiesta, ma si tratta di mettersi a disposizione della collettività, la responsabilità medico-sanitaria non può essere dell’imprenditore”. 
Anche gli artigiani si stanno preparando: “La macchina è pronta aspettiamo la materia prima”, spiega Marco Accornero, segretario generale dell’Unione Artigiani. “Ci sono problemi logistici per le imprese più piccole, noi eventualmente realizzeremo hub vaccinali territoriali ma se le cose procedono in modo spedito potrebbero tornare più utili gli hub esistenti”. La Lombardia “sussidiaria” torna al posto che le spetta. .