GranMilano
La candidatura del sindaco-vescovo e il modello centrodestra da trovare
La vittoria alle elezioni di primavera per Sala non è mai scontata, in una città dove la sinistra è stata egemone ma in cui il centrodestra nello schema della Seconda Repubblica è stato a lungo vincente nella sua versione riformista
Scontata com’era la ricandidatura a sindaco, il 7 dicembre Beppe Sala ha giocato, con il video ai margini della cerimonia degli Ambrogini d’oro, la carta a effetto della candidatura anche ad arcivescovo di Milano, sulle orme di Sant’Ambrogio, “che è stato uomo delle istituzioni sia laiche che religiose”. Si perdonerà la battuta, del resto offerta su un vassoio d’argento, ma la scelta del giorno e il richiamo insistito, e pertinente, al santo vescovo parlano di qualcosa di più profondo e (politicamente) ragionato che non di un semplice gioco di comunicazione in grado sfruttare l’empatia ambrosiana. Del resto la sera prima l’arcivescovo Mario Delpini, che problemi di elezioni non ne ha, per il suo tradizionale Discorso alla città ha scelto un titolo di responsabilità collettiva, “Tocca a noi, tutti insieme”, sottolineando però che “Milano ha visto momenti assai più drammatici” e che oggi oltre al Covid c’è una “emergenza spirituale” da affrontare, uno “smarrimento del senso dell’insieme che riduce in frantumi la società e l’identità personale”.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitaleLe inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioniOPPURE
- Maurizio Crippa
"Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.
E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"