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Debunking vaccino

Fabio Massa

La rissa tra regione e sinistra su quello anti influenzale ha poche ragioni e molte “tecnicalità”

Il Covid è anche una cartina di tornasole delle nostre isterie e difetti, fake news spacciate per vere e verità spacciate per fake. E, sopra ogni cosa, la politica. Tanta polemica politica. Così, mentre i contagi salgono e i reparti Covid (non le terapie intensive) di Milano iniziano a saturarsi e quelli in regione si preparano all’emergenza, l’ultima polemica molto strumentale è sul vaccino anti influenzale. La politica crea delle aspettative (“fatelo, perché serve!”), però di vaccini non ce ne sono per tutti e non ce ne saranno. Situazione comune in tutta Italia. Il milanese va in farmacia, visto che dal medico nisba, e si sente rispondere che no, vaccini non ce ne sono, perché la Lombardia non ne ha comprati. Lavoro-pago-pretendo, e mi incazzo se non c’è il prodotto che voglio. Nella triade verbale milanese, la quarta è una conseguenza ineluttabile.

 

Ma qual è la verità sui vaccini anti influenzali? Serve qualche punto fermo. Primo. Chi li farà. Anzi, chi non li farà. La cosa certa è che non ci saranno per tutti. Gli adulti sani non li potranno fare. “La legge dice che noi dobbiamo fornire i vaccini a tutte le categorie a rischio: over 65, bambini dai 6 mesi ai 6 anni compiuti, lavoratori della Sanità pubblica eccetera. Quest’anno è arrivata la raccomandazione di vaccinare tutti gli over 60, e quindi anche per loro sarà disponibile una dose”, spiega al Foglio Giulio Gallera, assessore al Welfare. Dunque, studenti e adulti “in età produttiva” non si potranno vaccinare dal medico di famiglia con le dosi comprate dalla Regione.

 

Secondo. Perché in farmacia non si trovano questi vaccini, anche a pagamento? “Rifornire le farmacie non è il nostro compito – dice Gallera – Gli adulti sani si devono rivolgere al mercato. Io non devo rifornire le farmacie: sono soggetti privati e si riforniscono da soli. Poi, se mi avanzano, dopo aver vaccinato tutti quelli che devo vaccinare, posso pensare di darli a loro facendoci pagare il prezzo a cui li abbiamo pagati noi. Ma solo se avanzano”.

 

Terzo. L’opposizione, con Carmela Rozza del Pd, batte forte sul punto che i vaccini non ci saranno per tutti: “La realtà è che in Lombardia i vaccini mancano, e ora ci devono dire se faranno altre gare, per quali quantità e a che condizioni”, dice la battagliera consigliera dem. Replica Gallera: “L’anno scorso abbiamo vaccinato il 50 per cento degli aventi diritto e avevamo acquistato un milione e 600 mila dosi. Quest’anno abbiamo comprato l’80 per cento in più di dosi, e due giorni fa abbiamo aggiudicato una gara con un altro mezzo milione di vaccini che ci porta a tre milioni. Bastano, va più che bene”.

 

Quarto. Il tema del costo. L’accusa del Pd è che i vaccini costano davvero troppo. Rozza: “Ormai, per l’insipienza della giunta regionale, siamo con l’acqua alla gola tanto da accettare qualsiasi condizione, a partire da un prezzo stratosferico, cinque volte superiore alla prima gara, senza fideiussione e con pagamento anticipato”. Ovviamente, come capitò per le mascherine, si dovrebbe ben sapere che il prezzo lo fanno il mercato e la capacità di produzione delle aziende: quando Dpi e vaccini anti influenzali non erano richiesti, i magazzini erano pieni e il prezzo basso. Ma, evidentemente, c’è sempre chi preferisce tralasciare le regole dell’economia.

 

Quinto, il tema della gara. E’ quello più spinoso, ma anche più tecnico. La verità è che la Regione fa più gare, a partire da un periodo pre Covid. Le prime vanno deserte perché il prezzo è troppo basso. Perché è troppo basso? “L’idea di Aria, la centrale acquisti, era di partire prima delle altre Regioni, con prezzi molto bassi, per poi crescere progressivamente con la base d’asta e alla fine avere un sensibile risparmio di soldi pubblici. In tempo di pace sarebbe potuto andar bene, con il Covid è andata male”, spiega Gallera. La Regione avrebbe potuto aggiudicare una gara a Glaxosmithkline, azienda disponibile a fornire 1,3 milioni di vaccini a 5,9 euro a dose. Ma la gara indetta da Aria era per 4,5 euro a dose. “Non si può comprare a prezzi superiori alla base d’asta, sarebbe una cosa irregolare”, spiega Gallera. Insomma, scelta obbligata. Anche perché Aria è finita nel mirino dei pm per la questione camici: come fare a forzare un meccanismo senza incappare in un nuovo polverone? Meglio fare le cose per bene.

 

Sesto. La Lombardia è sempre nel mirino. Il modello portato ad esempio è quello del Veneto e dell’Emilia-Romagna. Entrambe hanno acquistato “circa un milione e duecentomila dosi” di antinfluenzale, dice Gallera. Che dunque conclude: “Dovete spiegarmi come mai indicate il Veneto e l’Emilia-Romagna come esempi virtuosi: il Veneto ha 5 milioni di abitanti e ha acquistato 1,2 milioni vaccini, come l’Emilia; noi abbiamo 10 milioni di abitanti e ne abbiamo acquistati 2,5 milioni”. Che saliranno a tre. Bonaccini replica: “L’Emilia Romagna ha poco meno di 4 milioni e mezzo di abitanti e dal 12 ottobre avremo 1,4 milioni di dosi”. Fate le proporzioni.

 

Settimo. Se anche fatturi, paghi e pretendi, se sei un adulto sano e vai in una farmacia lombarda il vaccino è difficile che lo troverai.

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