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la decisione

La sentenza sul Centro sperimentale di cinematografia che smentisce le accuse a Castellitto

Redazione

Il giudice del lavoro respinge la richiesta di "impugnazione del licenziamento per giusta causa e risarcimento danni" presentata da Stefano Iacchetti. Un colpo alle polemiche sulla nomina e la gestione del centro da parte del regista romano dimessosi un anno fa

Il 2 dicembre 2025, una sentenza del giudice del lavoro Valentina Cacace ha respinto la richiesta di "impugnazione del licenziamento per giusta causa e risarcimento danni" presentata dall'ex dirigente del Centro Sperimentale di cinematografia, Stefano Iachetti, che durante la presidenza di Sergio Castellitto era stato allontanato dall'incarico, accusando Castellitto di aver pianificato l'assunzione di nuovo personale senza la necessaria autorizzazione.

Nel motivare la decisione, secondo quanto riporta l'Huffington Post, il magistrato ha spiegato che non è stata fornita prova sufficiente per dimostrare l'esistenza di "episodi ripetuti e sistematici" di "vessazioni o comportamenti preordinati" a emarginare e allontanare Iachetti dall'ambiente lavorativo, né di azioni intenzionali, anche isolate, che possano configurare una forma di pressione psicologica (straining). La sentenza ha, quindi, escluso la configurabilità di mobbing nei confronti dell'ex dirigente.

Inoltre, il giudice ritiene “che ricorra la giustificatezza, intesa come motivazione del licenziamento idonea a giustificare il recesso datoriale nell’ambito di un rapporto di lavoro connotato dal carattere estremamente fiduciario dell’incarico: il comportamento tenuto dal ricorrente è stato certamente in contrasto con le direttive datoriali e rilevante in termini di turbamento del vincolo fiduciario, il tutto in conformità ad una valutazione delle condotte delle parti alla stregua dei criteri di correttezza e buona fede”.

Si chiude così una vicenda che un anno fa ha sollevato non poche polemiche. Dalla nomina di Castellitto, politicizzata in ottica "amichettismo di destra", fino alle sue burrascose dimissioni, arrivate dopo un anno e mezzo di gestione del Centro sperimentale su cui erano puntati gli occhi dei giornali. Al Foglio il regista ha raccontato: "Non dirò mai di essermi pentito, e mai dirò che non la rifarei quell’esperienza. Ne conservo un ricordo insieme entusiasta e deprimente. Certo, avrei evitato volentieri di mettermi nel curriculum tutta quella roba, tutta quella macchinetta del fango. All’interno del Centro sperimentale ho trovato persone di grandissima qualità, ma le dico anche che quel posto è abitato da acque stagnanti".

 

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