Foto LAPresse
in belgio
Il passo indietro di Mogherini: dopo l'inchiesta, lascia la guida del Collegio d'Europa
L'ex ministra degli Affari esteri si è dimessa da rettore del Collegio d'Europa. Anche Stefano Sannino ha lasciato il suo incarico nello stesso istituto, insieme all'altro indagato Cesare Zegretti. L'indagine riguarda un presunto caso di frode, corruzione, conflitto di interessi e violazione del segreto d’ufficio
Federica Mogherini si è dimessa da rettore del Collegio d'Europa dopo essere finita al centro di un'inchiesta condotta dalla procura europea. L'ex ministra degli Affari esteri ed ex Alta rappresentante dell'Ue per gli affari esteri è infatti accusata di frode e corruzione negli appalti pubblici, conflitto di interessi e violazione del segreto professionale. "In linea con il massimo rigore e la massima correttezza con cui ho sempre svolto i miei compiti, oggi ho deciso di dimettermi dalla carica di Rettore del Collegio d'Europa e di Direttore dell'Accademia Diplomatica dell'Unione Europea", ha scritto in un comunicato Mogherini.
"Sono certa che la comunità del Collegio, nei nostri tre campus, proseguirà il percorso di innovazione ed eccellenza che abbiamo tracciato insieme in questi ultimi cinque meravigliosi anni", continua la nota. "Sono orgogliosa di ciò che abbiamo realizzato insieme e sono profondamente grata per la fiducia, la stima e il supporto che studenti, docenti, personale e Alumni del Collegio e dell'Accademia mi hanno dimostrato e mi stanno dimostrando", ha aggiunto. "È stato un onore e un piacere per me servire la comunità del Collegio e la sua missione".
Lo scorso martedì Mogherini era stata fermata insieme a Stefano Sannino, ex rappresentante permanente dell'Italia presso l'Unione europea, e al cittadino italo-belga Cesare Zegretti, tutti poi rilasciati nella notte perché non riconosciuti a rischio di fuga. A dimettersi è stato anche Sannino, che ha lasciato il suo incarico da capo del Direttorato generale per il medio oriente, Nord Africa e Paesi del Golfo presso la Commissione europea. Nel cuore dell'indagine ci sarebbero sospetti di favoritismo e una possibile concorrenza sleale nell'assegnazione da parte del Seae (Il Servizio per l'azione esterna dell'Unione europea) al Collegio d'Europa di un programma di formazione di nove mesi destinato ai futuri diplomatici europei.