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Editoriali
Il caso Emiliano e il silenzio dell'Anm
Torna a fare il magistrato chiedendo una promozione per la sua attività politica. Un paradosso e poca chiarezza
Dopo la falsa intervista di Giovanni Falcone diffusa come autentica dal procuratore di Napoli Nicola Gratteri, un altro spot a favore della riforma della giustizia arriva da Michele Emiliano. Il magistrato, che non fa più il magistrato dal 2003, quando si lanciò in politica per fare il sindaco di Bari (10 anni) e poi il presidente della Puglia (10 anni) con in mezzo un anno da assessore al comune di San Severo (pur di non tornare a fare il magistrato), ha presentato al Consiglio giudiziario di Bari – la zona dove fa politica – la pratica per ottenere la settima valutazione di professionalità. In pratica prima di presentarsi a lavoro, dopo 22 anni di assenza, chiede la promozione: il massimo livello di stipendio. E’ un’occasione unica, perché Emiliano molto probabilmente starà in magistratura poco tempo, visto che punta a un posto in Parlamento nel 2027 e poi andrà in pensione. Il paradosso, come ha rivelato il Dubbio, è che nel fascicolo – non potendo indicare attività giudiziaria – per ottenere la promozione Emiliano ha elencato le cose fatte da politico e amministratore.
Forse non ha indicato di aver violato la Costituzione, iscrivendosi a un partito politico da magistrato. Chissà. In ogni caso a Emiliano non deve essere molto chiaro il suo ruolo: recentemente, in un processo a Bari in cui era accusato di diffamazione, aveva chiesto di spostare il giudizio a Lecce in quanto lui si riteneva un magistrato in servizio a Bari sebbene in aspettativa per fare il presidente di regione. La richiesta, rigettata, non gli ha impedito la condanna. Ma su Emiliano sarebbe interessante che si esprimesse l’Anm, che per mostrare la separazione totale tra magistratura e politica, ha fondato un comitato per il No al referendum che vieta l’iscrizione a persone che hanno avuto a qualsiasi titolo un ruolo politico. Il paradosso è che l’Anm proibisce a un politico come Emiliano di fare attività politica in una campagna referendaria, ma contemporaneamente Emiliano può fare il magistrato e portare come elemento di valutazione professionale la sua attività politica. C’è qualcosa che non torna.