Ansa

Saverio ma giusto

Ci mancava Nordio 

Saverio Raimondo

Le difficoltà con il sesso femminile già non mancavano. Per noi maschi liberi, ancora interessati a fare incontri ed eventualmente ad avere relazioni, la situazione è delicata se non compromessa. Ora ci si mette anche il ministro 

Io capisco gli Spritz e i Negroni e gli effetti collaterali dell’alcol sull’eloquio – e, alla lunga, sulle facoltà cognitive; però non posso accettare quanto dichiarato dal ministro Carlo Nordio: “Nel codice genetico del maschio c’è una resistenza alla parità dei sessi”. Ma parli per lei e per il suo Dna, signor ministro! Resistente sarà lei e chi come lei; ma per favore non faccia di tutta l’erba un patriarcato. Si dà il caso che io sia un maschio bianco etero cis, di quelli standard: mi piacciono i seni e le gambe delle donne (e le schiene, le nuche… ah, le nuche!) e mi piace fare quello che fanno i maschi con le femmine in certi video online ma anche nei film di Truffaut o semplicemente nelle commedie romantiche; eppure non ho proprio nessunissimo problema sul fatto che le donne lavorino e guadagnino come o più di me – e si vestano come gli pare ed escano di casa e vedano chi vogliono vedere e non sappiano cucinare o non stirino né spolverino e mi sembra persino ridicolo (lo è!) dover star qui a scriverlo, come se dovessi precisare che quando esco per andare a lavoro non prendo la carrozza né sello il mio cavallo o che nell’armadio fra i miei tanti completi non ho un’armatura e nel portaombrelli all’ingresso non tengo la clava. Le dichiarazioni del ministro sono l’ennesimo attacco alla mia credibilità di maschio contemporaneo: sessualmente interessato, sì, ma inoffensivo e privo di retaggi culturali – anche se non vado in giro con le tote bag o bevendo caffellatte al matcha, ho una dignità.

 

Da anni sono una “vittima” collaterale del maschilismo: i miei colleghi in fatto di genere, identità sessuale e sesso biologico hanno fatto talmente tanti danni in giro che io faccio una fatica bestia a ottenere anche soltanto fiducia dal sesso femminile, figuriamoci poi intimità, complicità, abbandono – e scommetto che sia lo stesso anche altri come me, non sono mica l’unico “speciale”. Io sto qui, che ogni volta che esco a cena con una raccolgo i cocci lasciati da un ex tossico o abusante, o pago il conto della società in cui viviamo – fra le cui voci c’è anche l’eterno dubbio che offrire io la cena sia una molestia! – e ora mi tocca pure sentirmi dire da un ministro del mio paese che sarei geneticamente resistente alla parità dei sessi! Ma da quando Nordio è laureato anche in Medicina o Biologia? Separiamo la carriera di ministro della Giustizia da quella di genetista! Intendiamoci, io non sono certo un santo: ho il mio bel campionario di egoismi e meschinità e vigliaccherie e misfatti e contraddizioni, ma niente di turpe o tantomeno di illegale; i miei difetti sono relativi all’essere umano, non all’essere maschio.

 

E mi secca terribilmente dover vivere con addosso ’sto peso del predatore, percepire in molte donne diffidenza se non persino paura, temere di andare sul penale ogni volta che ho voglia di baciare una donna, alzare le mani e portarle dietro la testa tutte le volte che incrocio una ragazza a tarda sera in una strada buia, io poi, che del sesso ciò che mi eccita è proprio il consenso, e anche volendo – e non voglio! – sono fisicamente non idoneo all’aggressione, e per respingermi non sarebbero necessari né lo spray al peperoncino né un calcio sulle palle, nel mio caso basta una spazzola per gli abiti. Caro ministro Nordio, lei è sposato dal ’78 e se ne frega; ma per noi maschi liberi, ancora interessati a fare incontri ed eventualmente ad avere relazioni, la situazione è delicata se non compromessa. Non ci rovini ulteriormente la piazza con le sue fesserie – che già la cronaca nera non ci aiuta. 

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