Il decreto
Sequestro per 2,2 milioni a Giancarlo Tulliani, il cognato di Fini condannato per riciclaggio
Il provvedimento eseguito dalla Guardia di finanza arriva dopo la condanna in primo grado del tribunale di Roma per riciclaggio. Tulliani, secondo la sentenza, ripuliva i profitti illeciti dell'impreditore delle slot machine Francesco Corallo. Adesso è latitante a Dubai
Il servizio centrale investigazione criminalità organizzata della Guardia di Finanza ha eseguito, un decreto di sequestro beni per 2,2 milioni di euro emesso dal tribunale di Roma nei confronti di Giancarlo Tulliani. Il cognato dell'ex capo di An e presidente della Camera Gianfranco Fini vive è latitante a Dubai. Il provvedimento nasce dall'inchiesta giudiziaria che nel marzo 2017 portò all'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Roma nei confronti di Tulliani per i rapporti tra la sua famiglia e il re delle slot Francesco Corallo, arrestato a dicembre dell'anno prima. I reati contestati a vario titolo erano peculato, riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. In particolare ai Tulliani veniva contestato di riciclare il profitto illecito di Corallo in attività economiche e finanziarie, anche nell'acquisizione di immobili da parte della famiglia, in particolare da parte di Giancarlo, che riceveva, direttamente o per il tramite delle loro societa' offshore, ingenti trasferimenti di denaro di provenienza illecita, privi di qualsiasi causale o giustificati con documenti contrattuali fittizi, e trasferiva le somme all'estero, utilizzando i propri rapporti bancari. Tali proventi illeciti venivano reimpiegati in acquisizioni di beni immobili e mobili, sottoposti a sequestro dalla Guardia di Finanza.
A conclusione dell'iter processuale di primo grado, Giancarlo Tulliani, tuttora latitante a Dubai, è stato condannato il 30 aprile dell'anno scorso a 6 anni di reclusione dalla IV sezione del tribunale di Roma per riciclaggio, sentenza con cui è stata disposta la confisca dei beni pari ai proventi illecitamente accumulati. Le indagini economico-patrimoniali e finanziarie, svolte dalle Fiamme Gialle dello Scico hanno dimostrato la rilevante sperequazione economica tra i redditi leciti dichiarati dal proposto rispetto al suo tenore di vita e al valore dei beni (mobili, immobili e finanziari) di cui Tulliani risultava titolare o di cui ha avuto la concreta disponibilita' nel periodo 2008-2015. Sigilli dunque a una villa ubicata a Roma, conti correnti accesi in Italia e all'estero e due autovetture di cui una di lusso.