(foto d'archivio Ansa)

editoriali

La gamba troppo tesa della Corte

Redazione

Le esondazioni della Cassazione sui migranti sono un guaio anche per l’Ue

La Corte di cassazione, chiamata per l’ennesima volta a esprimersi sui ricorsi di alcuni immigrati clandestini contro il loro trasferimento nel centro in Albania, doveva fare i conti con la nuova norma legislativa e ha deciso di esprimere dubbi sulla congruenza della legge nazionale con la normativa europea e ha rinviato la decisione alla Corte di giustizia europea. Si ha la sensazione di un’invasione giudiziaria del campo legislativo, anche se può darsi che la nuova legge presenti effettivamente qualche aspetto di differenza dalle norme continentali. La questione giudiziaria, quindi è rinviata, mentre quella politica sembra sostanzialmente risolta a favore dell’iniziativa italiana ormai considerata un modello dagli altri stati dell’Unione (e la stessa Commissione in fondo aveva dato una sua copertura all’iniziativa italiana).

 

Se ne è parlato nell’incontro del commissario per gli Affari interni e la migrazione, Magnus Brunner, nell’incontro romano con Giorgia Meloni, mentre la presidente Ursula von der Leyen ha annunciato nuove norme più rigide per contrastare l’immigrazione clandestina. In sostanza la politica italiana, che all’inizio appariva isolata, ora viene considerata con attenzione, il che probabilmente porterà anche a modifiche della legislazione continentale in materia. Così il giudizio della Corte europea servirà per capire se queste modifiche devono intervenire anche per evitare ostacoli giurisprudenziali. Per il resto: era necessario questo nuovo passaggio richiesto dalla Corte di cassazione? Probabilmente se ne sarebbe potuto fare a meno, visto che i “dubbi” non richiedono necessariamente una richiesta di nuovi passaggi giurisdizionali. Peraltro nel merito si tratta solo di decidere sul ricorso di due immigrati, mentre non si indebolisce, se non nelle dichiarazioni enfatiche delle opposizioni, la sostanza politica delle scelte adottate. Forse la vicenda procedurale sarà ancora lunga e complicata, permetterà qualche altra esibizione dei protagonismo giudiziario, italiano o europeo, ma questo non cambia la sostanza della questione.

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