La presidente della corte di Cassazione Margherita Cassano insieme al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al procuratore generale Luigi Salvato - foto Ansa

L'editoriale del direttore

Femminicidi, lavoro, carceri. L'eroismo di Margherita Cassano, numeri alla mano

Claudio Cerasa

Le emergenze ci sono, ma i trend anche. E non tutti sono al rialzo. I piccoli dati che non faranno notizia di cui ha parlato la presidente della Corte di Cassazione durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario

Lo scontro di civiltà tra il mondo percepito e quello reale è ormai una formidabile costante del nostro dibattito pubblico. Lo schema grosso modo è sempre lo stesso. Da una parte vi sono le notizie, le emozioni, l’agenda mediatica, gli allarmi evocati, le emergenze perenni. Dall’altra parte vi sono i numeri, i dati, i trend e le statistiche. Qualche volta capita che i due mondi siano complementari, può capitare cioè che un’emergenza percepita sia anche reale, sia anche cioè confermata dai numeri. Qualche volta, forse più di qualche volta, capita invece che i due mondi abbiano tra loro un rapporto simile a quello delle parallele: due linee magnifiche, affascinanti, ma che alla fine non si incontrano mai. L’immagine delle due parallele, del mondo percepito e del mondo reale, è emersa con una certa chiarezza ieri mattina durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario.
 

Protagonista della mattinata è stata la scoppiettante presidente della Cassazione, Margherita Cassano, che sui giornali di oggi farà notizia per le affermazioni preoccupate che ha sottolineato ma che meriterebbe di fare notizia anche per alcuni dati interessanti che ha offerto ai suoi interlocutori. Le frasi più forti pronunciate da Cassano sono due e riguardano le morti sul lavoro (“In un moderno stato di diritto non è tollerabile che si continui a morire a causa del lavoro”) e il dramma dei femminicidi (vi è una “drammatica involuzione delle relazioni interpersonali, in cui sulla dimensione affettiva prevalgono tragicamente l’idea del possesso e del predominio sulla donna e il disconoscimento dell’uguaglianza di genere”). Ma oltre all’evocazione di alcune emergenze, ci sono i dati e nonostante i problemi reali segnalati dalla presidente Cassano vi sono dei dati altrettanto reali che indicano una direzione di marcia che non presenta passi indietro rispetto al passato. Le morti sul lavoro sono un dramma, e ogni morto sul lavoro è una tragedia, ma nonostante questo i dati messi a disposizione dall’Inail indicano un trend in miglioramento: le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale nei primi undici mesi del 2023 sono state inferiori rispetto all’anno passato (38 in meno), molto inferiori rispetto al 2021 (148 in meno) e notevolmente inferiori anche rispetto all’anno più acuto della pandemia (2020: 183 in meno).
 

Piccoli dati importanti, che non faranno notizia, e che non faranno notizia assieme ad altri dati offerti da Cassano, come quelli relativi ai femminicidi. I numeri delle donne uccise sono ancora molto alti, eppure nel periodo preso in esame tra gli omicidi totali che vi sono stati in Italia quelli a essere aumentati sono quelli che hanno visto come protagonista un uomo, quelli che hanno visto per protagonista una donna sono leggermente calati rispetto al 2022 e al 2021 (nel 2023, nel periodo preso in esame, sono stati 120, l’anno prima 128, l’anno ancora prima 122) e anche i delitti maturati in ambito famigliare o nel contesto di relazioni affettive sono alti ma non registrano un aumento (97 casi nel 2023, 104 casi nel 2022, 105 casi nel 2021). Due emergenze reali, le morti sul lavoro e i femminicidi, che presentano però dati che indicano che a piccolissimi passi, minuscoli, qualcosa sta cambiando. Così come qualcosa sta leggermente cambiando nel settore civile (pendenze diminuite dell’8,2 per cento nei tribunali, del 9,8 per cento nelle corti d’appello, con durata media dei procedimenti ridotta dell’8,2 per cento in primo grado e del 7 per cento in appello) e anche in ambito penale (le pendenze sono diminuite del 17,4 per cento). Ci sono emergenze reali di cui si parla molto i cui trend vengono però ignorati perché sfidano la percezione comune. E ci sono poi emergenze reali di cui si parla poco nonostante i trend confermino la gravità dell’emergenza. Un caso su tutti, neanche a dirlo, le carceri: 62.707 detenuti (di cui 2.541 donne) e posti disponibili pari a 51.179. Percepito e reale. Partire dai numeri potrebbe essere utile per capire quando vi sono emergenze su cui si sta facendo qualcosa e quando vi sono emergenze su cui non si sta facendo nulla. Viva Margherita Cassano.

  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.