La nomina

Il Csm manda Gratteri a Napoli. Cari napoletani, auguri

Ermes Antonucci

Tutto confermato. Per volontà del Consiglio superiore della magistratura il pm calabrese prenderà il posto di Giovanni Melillo alla guida della procura partenopea

Come ampiamente previsto, il plenum del Consiglio superiore della magistratura ha nominato Nicola Gratteri nuovo procuratore di Napoli. Gratteri, attualmente procuratore di Catanzaro, prenderà il posto di Giovanni Melillo, diventato nel maggio 2022 nuovo capo della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo. Il Csm lo ha preferito a Giuseppe Amato, procuratore di Bologna, e Rosa Volpe, procuratore aggiunto a Napoli. Gratteri ha ottenuto 19 voti a favore, contro i cinque per Amato e gli otto per Volpe, che per un anno ha diretto in qualità di “reggente” la procura partenopea, la più grande d’Italia con oltre cento sostituti.  A votare in favore di Gratteri sono stati il vicepresidente del Csm Fabio Pinelli, il procuratore generale della Cassazione Luigi Salvato, i sette laici di centro-destra, il laico di Italia Viva Ernesto Carbone, i sette consiglieri di Magistratura indipendente, il togato di Unicost Antonino Laganà e l’indipendente Andrea Mirenda. Per Amato hanno votato la presidente della Cassazione Margherita Cassano, gli altri tre togati di Unicost e l’indipendente Roberto Fontana. A Rosa Volpe sono andati i voti del gruppo di Area, di Domenica Miele (Magistratura democratica) e del laico del Pd Roberto Romboli. 


Anche se a prima vista la nomina a maggioranza di Gratteri potrebbe sembrare il frutto di una “spaccatura” all’interno del Csm, in realtà la scelta non è mai stata messa veramente in dubbio. Se si escludono alcune critiche rivolte a Gratteri per le idee da lui espresse nel corso delle audizioni al Csm sul ruolo che dovrebbe svolgere il procuratore, il dibattito svolto al plenum è sempre stato orientato all’esaltazione delle doti investigative dell’attuale procuratore di Catanzaro, soprattutto nel settore della lotta alla criminalità organizzata. Come se la ‘ndrangheta, a cui Gratteri ha dedicato la sua intera carriera, costituisse un’associazione mafiosa del tutto equiparabile, e quindi interscambiabile, con la camorra o con Cosa nostra.


La verità, invece, come confermato dalle dichiarazioni espresse al plenum da diversi consiglieri del Csm, è che la nomina di Gratteri è stata avvertita come una sorta di atto dovuto: il pm, sotto scorta dal 1989, è un simbolo della lotta alla mafia, non solo sul piano nazionale, ma anche su quello internazionale, e il Csm non può permettersi di non nominarlo alla guida della procura di Napoli. In caso contrario, quale messaggio giungerebbe dall’Italia alle istituzioni giudiziarie di tutto il mondo? E poi: visto che il suo incarico come procuratore di Catanzaro sta per scadere, è pensabile interrompere la sua scalata professionale e “costringerlo” a ritornare a svolgere le funzioni di semplice sostituto? In un paese normale ciò sarebbe perfettamente concepibile, ma non in questo. Dunque, inevitabile un “premio alla carriera”. 


Anche la situazione contingente, fatta dei ben noti fatti di cronaca di Caivano, ha contribuito a spingere il Csm alla nomina di Gratteri. L’unico a riconoscerlo è stato il togato Roberto Fontana (che ha votato in favore di Amato): “In questo momento molti sentono l’esigenza di mandare un messaggio forte all’esterno, ma allora siamo di fronte a una scelta di politica giudiziaria”. Peraltro, Fontana è stato l’unico ad accennare all’alta “propensione mediatica” di Gratteri e all’elevato “tasso di smentite giudiziarie” delle sue inchieste. Parole al vento, vista la scelta effettuata dai colleghi. 
Non è neanche una sorpresa che, in tempo di tripudio del panpenalismo, tutti i partiti, inclusi quelli che dovrebbero avere propensioni garantiste, abbiano fatto a gara a esprimere il proprio apprezzamento per la nomina del magistrato “duro e puro” alla guida della procura di Napoli. Dunque il metodo Gratteri, fatto di maxi operazioni con innocenti arrestati ingiustamente, conferenze stampa show contrarie al principio di presunzione di innocenza e assoluzioni di imputati coinvolti a strascico, si sposta nel capoluogo campano. Verrebbe da dire: cari napoletani, auguri. 

Di più su questi argomenti: