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Editoriali

Il Covid è stato una guerra? La “giustizia di transizione” in questo caso però non funziona

Redazione

E non funziona nemmeno la giustizia riparativa: c’è un danno da riparare se qualcuno lo ha compiuto. Ma in questo caso? E’ chiaro che esista una necessità di “sapere”, ma difficilmente può esserci una “commissione per la verità e la conciliazione” da istituire

E’ positivo che attorno all’inchiesta di Bergamo sulla gestione del Covid si sviluppino riflessioni serie, lontane dal diffuso giustizialismo. Sul Foglio Giovanni Fiandaca è andato oltre le giuste critiche a un’inchiesta che, in base a “una concezione della giurisdizione penale conforme ai princìpi tradizionalmente consolidati”, scrive, presenta molte forzature. Ovvio che una vicenda di queste dimensioni coinvolga la sensibilità e il desiderio di risposte di migliaia di persone, ma si chiede il giurista se “la crescente avanzata del paradigma ‘vittimario’” non stia portando a trasformare il processo penale “in uno strumento latamente ‘riparatorio’”, In altre parole, un processo che vale di per sé, per il solo fatto di essere celebrato, come “soddisfazione alle vittime”.

  

Sul Corriere di ieri Luigi Ferrarella, fa un passo avanti e si chiede se, anziché torcere la “normale” giustizia verso una giustizia “riparatoria”, come la chiama Fiandaca, non sia quello di Bergamo il caso per adottare un diverso modello: quello di una “giustizia di guerra”, che viene chiamata “giustizia di transizione”: o magari il modello di “giustizia riparativa”, che si sta faticosamente aprendo la strada nel nostro ordinamento. La tesi è semplice. Di fronte a reati a “vittime diffuse”, Ferrarella annota che “il processo penale è strumento paradossalmente inservibile” proprio perché vincolato “a standard legali stringenti”. Ma se il Covid è stato una guerra, dice, perché non applicare un altro modello? Si può però notare che la “giustizia di transizione”, formulata negli anni Novanta per l’uscita da guerre o dittature, non si applica alla pandemia: il Covid non è stata una guerra, e non c’è nessun aggressore-carnefice. Lo stesso si può dire per la giustizia riparativa: c’è un danno da riparare se qualcuno lo ha compiuto. Ma in questo caso? E’ chiaro che esista una necessità di “sapere”, ma difficilmente può esserci una “commissione per la verità e la conciliazione” da istituire. 

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