La sentenza 

Processo Banca Etruria: tutti assolti nel filone consulenze, incluso Boschi padre

Ermes Antonucci

Il tribunale di Arezzo ha assolto i 14 imputati a processo nell’ambito del filone sulle cosiddette consulenze d’oro, incluso Pierluigi Boschi, ex vicepresidente dell'istituto di credito. La figlia Maria Elena: "Ho pianto. Finisce un calvario"

Il tribunale di Arezzo ha assolto con la formula piena, perché “il fatto non sussiste”, tutti i 14 imputati a processo per il crac di Banca Etruria del 2015, nell’ambito del filone di indagine sulle cosiddette consulenze d’oro. Tra gli assolti anche Pierluigi Boschi, padre dell'ex ministra Maria Elena ed ex vicepresidente di Etruria, nei confronti del quale il pm Angela Masiello aveva chiesto una condanna a un anno di reclusione, così come per altri tre dirigenti (Luciano Nataloni, Claudia Bugno e Luigi Nannipieri). Per gli altri imputati erano state chieste condanne da 8 a 10 mesi. La sentenza di assoluzione è stata emessa oggi dal giudice Ada Grignani dopo una breve camera di consiglio, durata meno di un’ora.

Gli imputati erano accusati di bancarotta colposa per una serie di consulenze commissionate da Banca Etruria nel 2014 al fine di valutare l’ipotesi di fusione con un altro istituto di credito, individuato nella Banca Popolare di Vicenza. Fusione che poi non si concretizzò. Secondo l’accusa, le consulenze risultavano in gran parte inutili e finirono per aggravare il dissesto finanziario della banca. Tesi smentita dal tribunale di Arezzo.

 

Lo scorso ottobre, nell'ambito del filone principale per il crac di Banca Etruria, il tribunale di Arezzo ha assolto 22 imputati dalle accuse di bancarotta fraudolenta e semplice, reati che per i giudici non furono compiuti. Il collegio, presieduto da Gianni Fruganti, ha condannato solo l'imprenditore Alberto Rigotti, a sei anni di reclusione. La procura di Arezzo ha presentato ricorso in appello. In precedenza, il gup Giampiero Borraccia, nell'ambito della stessa inchiesta, aveva invece già condannato a cinque anni di reclusione per bancarotta fraudolenta l'ex presidente dell'istituto di credito aretino Giuseppe Fornasari e l'ex direttore generale Luca Bronchi, a due anni l'ex vice presidente Alfredo Berni per bancarotta fraudolenta e a un anno l'ex membro del cda Rossano Soldini, per bancarotta semplice.

 

Per Pierluigi Boschi, invece, finisce un calvario giudiziario durato anni, che spesso lo ha portato anche al centro di feroci polemiche politiche in virtù del ruolo rivestito dalla figlia. Già nel 2020, infatti, era stata archiviata l’accusa di bancarotta semplice nei confronti dell’ex vicepresidente della banca aretina. Prima ancora era caduta l’ipotesi più grave, quella della bancarotta fraudolenta.

 

Maria Elena Boschi ha commentato l’assoluzione del padre con un lungo post su Facebook: “Oggi ho pianto. Avevo giurato a me stessa che non avrei mai pianto per Banca Etruria. Oggi l’ho fatto. E non ho paura di ammetterlo in pubblico. Ho pianto come una bambina, in ufficio, alla Camera. Ho pianto perché mio padre è stato assolto dall’ultima accusa che gli veniva mossa su Banca Etruria. Con oggi si chiude un calvario lungo sette anni. E si chiude nell’unico modo possibile: con la certezza che mio padre era innocente”.

 

Anche il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ha commentato su Twitter la sentenza su Banca Etruria: “Oggi molti avversari politici, ospiti dei talk, odiatori dovrebbero mettersi in fila e dire una cosa sola: scusa. Non lo faranno. Ma quello che è sempre più chiaro è che i mostri non eravamo noi. Un abbraccio a tutta la famiglia Boschi”.