numeri e storie

È ora di ripensare il carcere per minorenni

Enrico Cicchetti

La maggior parte dei ragazzi ristretti negli Istituti penali minorili ha più di 18 anni. "La costruzione di percorsi e spazi riservati a loro in Ipm diventa sempre più difficile. Forse è tempo di fare un ulteriore passo avanti verso la residualizzazione del carcere". Il sesto rapporto Antigone

I dati raccontano una realtà in discreto miglioramento, anche se riguardano situazioni difficili e storie individuali drammatiche. Quelle che l'associazione Antigone per i diritti delle persone private della libertà ha provato a raccontare con l'aiuto del rapper Kento - che da oltre dieci anni tiene laboratori di scrittura rap e poesia all’interno degli Istituti penali minorili (Ipm) - in una serie di video. Così quei numeri prendono un volto e una voce, dietro alle statistiche si intravedono le esperienze di ragazzi e ragazze detenuti e si può provare a immaginare, se non a capire, la ricerca del futuro, le speranze e le disillusioni, le casualità che a volte accompagnano quel ritorno alla vita libera che dovrebbe per tutti essere protetto come la cosa più cara di cui una società debba prendersi cura. 

 

  

L’Osservatorio di Antigone sulle carceri minorili, che coinvolge circa venti volontari dell’associazione, è autorizzato a visitare tutti gli Istituti penali per minorenni d’Italia. Nel suo sesto rapporto annuale fotografa la situazione degli Ipm e delle numerose comunità per l’accoglienza di ragazzi sottoposti a una misura penale. Il panorama, appunto, ha aspetti positivi: non ci sono mai stati così poche presenze in Ipm dal 2007 (316 detenuti tra minori e giovani adulti); i reati commessi da minori hanno subito una drastica riduzione; le ragazze detenute sono solo 8 e l’istituto della messa alla prova ha visto negli anni un forte incremento del suo utilizzo, passando da 788 a 3.043 tra il 1992 e il 2020 (+286,2 per cento). 

   

I minorenni reclusi negli Ipm sono una minoranza

In tutto ciò c'è un dato su cui però vale la pena riflettere. Ed è quello che ci dice che i minorenni reclusi negli Ipm sono in realtà una minoranza, pari al 41,5 per cento. Se gli Ipm ospitassero solo ragazzi tra i 14 ed i 21 anni di età, come era prima dell’agosto 2014 (oggi è prevista la possibilità di presenze di giovani tra i 21 e i 25 anni), i presenti sarebbero in tutto 259. Ormai la maggior parte dei ragazzi ristretti negli Istituti penali per minorenni non è in effetti minorenne. I maggiorenni erano al 15 gennaio il 58,5 per cento del totale, un po’ meno tra i soli stranieri, il 56,4 per cento, e decisamente di più tra le sole ragazze, il 62,5 per cento. E proprio a partire da queste cifre viene da chiedersi se non sarebbe il caso di pensare a un definitivo superamento del ricorso al carcere per i minori di 16 anni, o per i minorenni in generale. Non sono molti, sono in Ipm in larghissima maggioranza in misura cautelare, e si trovano a convivere con ragazzi che ormai sono per la maggior parte maggiorenni. Secondo Antigone Onlus "è evidente che il ricorso agli Ipm in Italia sta diventando sempre più marginale, il che è confortante, ma questo significa anche che i più giovani sono sempre meno, e la costruzione di percorsi e spazi riservati a loro in Ipm diventa sempre più difficile. Forse è tempo di fare un ulteriore passo avanti verso la residualizzazione del carcere escludendo del tutto i minori di una certa età, seppure imputabili, indipendentemente dal reato". 

    

  

Il sesto rapporto Antigone sulla giustizia minorile

Al 15 gennaio 2022 erano 316 (di cui 140 stranieri e 8 ragazze) i minori e giovani adulti detenuti nelle carceri minorili italiane, a fronte di 13.611 ragazzi complessivamente in carico al Servizi della Giustizia minorile (il 2,3 per cento) e a oltre 54.300 detenuti nelle carceri per adulti. Il sistema della giustizia penale minorile riesce a residualizzare la detenzione, trovando per i ragazzi risposte alternative: in carcere si va poco e spesso per periodi brevi. Proprio per questo tuttavia, essendo contenitori dei casi più difficili (spesso valutati non solo in base alla gravità del reato bensì anche alla debolezza sociale del ragazzo, che rende più difficoltoso trovare percorsi alternativi), le carceri minorili hanno bisogno della massima attenzione. I 316 minori e giovani adulti detenuti erano distribuiti in 17 istituti, da Caltanissetta a Treviso, in strutture con caratteristiche e dimensioni anche molto diverse tra loro. Quello con più presenze era l’Ipm di Torino, che ospitava 38 detenuti, mentre alla stessa data a Pontremoli, unico istituto esclusivamente femminile in Italia, c’erano solo 3 ragazze. 

 

      

I reati commessi dai minorenni, un calo enorme negli ultimi 5 anni

Se guardiamo al numero totale dei minorenni arrestati o fermati dalle forze di polizia, siamo passati dalle 34.366 segnalazioni del 2016 alle 26.271 del 2020, con un calo percentuale del 24 per cento. Non tutto è esito della pandemia. Il calo, infatti, era già riscontrabile nel 2019 quando le segnalazioni erano state 29.544, con un calo rispetto al 2016 del 15 per cento. Sono solo 885, di cui 298 bambine, in tutto il 2020 le segnalazioni di delitti commessi da minorenni con età inferiore a 14 anni. La metà circa è composta da stranieri. Loro sono non imputabili.

 

Nel 54 per cento dei casi i ragazzi sono entrati in istituto per avere commesso delitti contro il patrimonio, tra cui il furto e la rapina. Nel quinquennio 2016-2020, gli omicidi volontari consumati da minorenni si sono ridotti enormemente, diminuendo di ben il 66%: erano stati 33 nel 2016 e sono scesi a 11 nel 2020.

  

  

L'Ipm come tappa di un percorso più lungo

Il 52,5 per cento è in Ipm senza una condanna definitiva. Se paragoniamo questo dato a quanto si registra nelle carceri per adulti, dove le persone senza una condanna definitiva sono poco più del 30 per cento, il dato degli Ipm dovrebbe allarmare. In effetti però questo dato va letto in modo parzialmente diverso. L’Ipm è una tappa generalmente breve di un percorso più lungo, che si svolge soprattutto altrove, nelle comunità e sul territorio. Per questo motivo, anche quando si finisce in Ipm, non è affatto detto che poi lì si sconti la pena o il resto della misura cautelare. Quando la condanna diventa definitiva, il sistema tende a trovare una diversa collocazione per il ragazzo, spiegando così l’alta incidenza percentuale delle custodie cautelari. 

 

A fronte dei 17 Istituti penali per minorenni presenti sul territorio nazionale, si contano in Italia ben 637 comunità residenziali disponibili all’accoglienza. Di queste, solo tre - a Bologna, Catanzaro e Reggio Calabria - sono gestite direttamente dal ministero della Giustizia. Le altre sono strutture private accreditate dal ministero.

  • Enrico Cicchetti
  • Nato nelle terre di Virgilio in un afoso settembre del 1987, cerca refrigerio in quelle di Enea. Al Foglio dal 2016. Su Twitter è @e_cicchetti