Condannato in appello Ruggiero, il pm giustizialista di Trani in cravatta tricolore
La Corte di appello di Lecce ha confermato la condanna di due pm: 6 mesi di reclusione per Michele Ruggiero e 4 mesi per Alessandro Pesce. La procura pugliese continua a dimostrare di essere il simbolo della malagiustizia del paese
La Corte di appello di Lecce ha confermato la condanna di due pm della procura di Trani: 6 mesi di reclusione per Michele Ruggiero e 4 mesi per Alessandro Pesce. I due magistrati erano accusati di tentata violenza privata, per aver minacciato durante un interrogatorio alcuni testimoni per spingerli ad ammettere di essere al corrente del pagamento di tangenti a un imputato nell’inchiesta “Sistema Trani”. In primo grado c’era stata una condanna che i giudici di appello hanno confermato, seppure dimezzando la pena. Se le vittime, titolari di un’impresa, avessero acconsentito per timore alla minaccia testimoniando una cosa falsa a pagarne le conseguenze sarebbe stato un innocente. E’ un comportamento particolarmente grave per un pubblico ministero che ha il dovere di cercare le prove a carico e anche a discarico degli indagati, ma non di certo deve inventarle. Ma ciò che è ancora più grave, al di là del caso singolo, è ciò che continua a emergere dalla procura di Trani che si continua a dimostrare il simbolo della malagiustizia del paese, un concentrato di tutte le disfunzioni del paese.
A oggi sono stati condannati per corruzione tre magistrati che lavoravano a Trani: i pm Antonio Savasta e Luigi Scimè e il gip Michele Nardi. E’ indagato sempre per corruzione Carlo Maria Capristo, che per tanti anni ha guidato la procura. E ora è stata confermata la condanna di Pesce e Ruggiero, che per tanti anni è stato il pm superstar della procura, quello che in cravatta tricolore ha messo alla sbarra le agenzie di rating e le istituzioni finanziarie di mezzo mondo. Ruggiero era diventato il simbolo di una certa area politico-giudiziaria: vicino a Piercamillo Davigo, nominato dal M5s consulente tecnico della Commissione di inchiesta sulle banche, autore per la casa editrice del Fatto quotidiano del libro “Sotto attacco”. A essere sotto attacco non era lui, ma i cittadini e la giustizia. A Trani dopo tanti anni di inchieste allucinanti sono stati tutti assolti, tranne i magistrati.