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Dzemaili, le esultanze e il Genoa per combattere la decrescita demografica

Simonetta Sciandivasci
Il gesto dell’ombrello ai tifosi avversari non bastava: Blerim Dzemaili, sul 2 a 1 del suo Genoa sul Sassuolo, ha tenuto anche a specificare “abbiamo due palle così!”

Il gesto dell’ombrello ai tifosi avversari non bastava: Blerim Dzemaili, sul 2 a 1 del suo Genoa sul Sassuolo, ha tenuto anche a specificare “abbiamo due palle così!” (cioè ben ventidue, numeri da capogiro in tempi di estinzione del maschio: se tifassimo tutte Genoa la demografia avrebbe forse altri numeri). A pochi metri da lui, il portiere Mattia Perin ha trottolato per qualche minuto tra una capriola e l’altra, come in un processo immaginativo di Moira Orfei.

 

Finito l’iniziale smarrimento, durato all’incirca un trilionesimo di secondo (tanto ci vuole a disintegrare pensieri di fairplay, se si gode del privilegio di amare il calcio senza capirlo), ci siamo unite all’esultanza, poco abituate come siamo a vederla in campo e abbiamo traslocato dall’altra parte della barricata, dove il marito ideale è Adriano Pappalardo, la platealità prosaica è legale e tutti sanno che il mondo, come scrisse T.S. Eliot, non finisce in un baccano, ma in un piagnisteo.

 

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