Quanto è bravo e quanto è snobbato Lloris, portiere della Francia finalista

Leo Lombardi
Il capitano dei transalpini è stato decisivo nella semifinale di ieri contro la Germania. L'estremo difensore dei Bleus è tanto apprezzato dagli allenatori che ha avuto quanto ignorato dalla stampa. Sarà forse che non è spettacolare.

La fortuna di una squadra comincia tra i pali e la Germania se ne è accorta nella semifinale contro la Francia: da una parte Manuel Neuer ad aprire docilmente la porta per il 2-0 altrui, dall'altra Hugo Lloris a chiudere i residui tentativi tedeschi di rientrare in gioco.

 

Bravo e snobbato, questo è il capitano dei Bleus. Uno che non trovi mai tra i più votati a fine anno, secondo i gusti banali del pubblico, e che è invece viene integralmente apprezzato da chiunque lo alleni. Serio, deciso e preparato, mai un gesto o una parola fuori luogo. Noioso forse, però concreto. Lloris fa in fretta a mettersi in evidenza a Nizza, debuttando a 19 anni da compiere. Entra e non esce più, passando dal Lione, sfiorando l'Italia (era tutto fatto con il Milan nel 2008), scegliendo l'Inghilterra al Tottenham. Le sue difese sono regolarmente tra le meno battute in campionato. Peccato, per lui, di ritrovarsi in squadre che perdono sempre l'attimo fuggente per scrivere la storia, come i londinesi quest'anno, a vantaggio del carneade Leicester.

 

Ora rimane il Portogallo soltanto tra il primo trionfo e questo professionista tutto casa e famiglia, sposato con un'antiwag come Marine (laureata e imprenditrice di se stessa), conosciuta alle superiori nel 2002. Lloris non regalerà mai titoli scandalistici, ma sarà sempre il primo cui affidare il proprio destino.

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