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Editoriali

Il Canada riapre il dossier Mercosur mentre l'Ue continua a pensarci

Redazione

L'obiettivo di Ottawa è quello di firmare entro fine 2026 con i paesi del blocco sudamericano per diversificare il proprio mercato dopo la stretta di Donald Trump sui dazi. Con l'intento di ottenere tariffe a zero su molti beni e standard di produzione condivisi

Mentre in Europa si discute se l’accordo con il Mercosur sia “accetabile”, altrove si negozia. Il Canada e i paesi del blocco sudamericano hanno rimesso in moto un accordo di libero scambio nato nel 2018, poi congelato anche durante la pandemia, e riaperto tre mesi fa a ottobre dopo la stretta di Donald Trump sui dazi. L’obiettivo è quello di firmare entro fine 2026. A Ottawa le consultazioni restano aperte fino al 27 gennaio e partono da una domanda – da affrontare a 360 gradi – che in Europa sembra diventata un tabù: che cosa ci guadagniamo e che cosa concediamo?

 

Per il Canada il Mercosur non è altro che il tentativo di diversificare il proprio mercato. Nel 2024 l’interscambio merci tra i due attori valeva 15,8 miliardi di dollari canadesi: 3,1 di export e 12,8 di import. Numeri piccoli se messi accanto agli oltre 1.000 miliardi l’anno con gli Usa, ma sufficienti per ridurre, poco a poco, la dipendenza dal vicino ingombrante. Il Canada esporta fertilizzanti potassici, componenti aeronautici, macchinari e plastica, e dal Brasile – la parte più grande dell’import – arrivano oro, ossido di alluminio, zucchero e semilavorati. Un po’ di sovrapposizione esiste, ma non è questo il cuore del dossier. L’obiettivo è chiaro, e senza tante pretese: tariffe a zero su molti beni e standard di produzione condivisi. Insomma, commerciare riscoprendo il multilateralismo, ma senza trasformare ogni trattato nella riscrittura del nuovo ordine mondiale. L’Argentina, nel mentre, ha firmato con Washington un framework su commercio e investimenti. E il Brasile sta trattando con gli Usa sui dazi e sulle materie prime: la Dfc (l’agenzia americana di finanza allo sviluppo) ha messo in campo fino a 465 milioni di dollari per un progetto minerario in Goiás pensato per ridurre la dipendenza dalla Cina. Nessuna morale, nessuna lezione. Solo un fatto: mentre qualcuno aspetta, gli altri negoziano, o firmano.

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