Il mondo di Trump

La guerriera dei Maga

Marco Bardazzi

Candace Owens considera i francesi i burattinai del deep state, rilegge Hitler e l’Olocausto, e ha per marito un rampollo inglese che vuole esportare in Europa complottismi e trumpismi vari. La mappa dell’estremismo d’America

C’è un unico vero collante che tiene insieme tutti i populismi del Ventunesimo secolo, in ogni parte del mondo: le teorie della cospirazione, un tempo piccole patologie che univano gruppetti marginali, ma oggi diventate potenti correnti politiche internazionali alimentate e rafforzate dai social media. L’intero universo Maga negli Stati Uniti, per esempio, è un collage di teorici del complotto uniti da alcuni fanatismi collettivi, come l’odio per tutto ciò che sa di globalizzazione, di lotta al cambiamento climatico o di pensiero “woke”. Adesso però i Maga stanno cominciando a sbranarsi tra loro e le accuse che si lanciano, guarda caso, sono tutte basate su teorie su chi ci sia “dietro” la fazione avversaria. Nati per fare la guerra al deep state di Washington, che sospettano di ogni malefatta, i seguaci di Donald Trump ora vedono e denunciano oscure manovre da parte di un deep state trumpiano che ognuno di loro descrive a modo suo e che sta mandando in corto circuito la base su cui The Donald ha costruito le proprie fortune politiche. I cospiratori della prima ora sono finiti ai margini, come nel caso di Steve Bannon; oppure sono diventati una specie di principi feudali indipendenti, come Tucker Carlson o Laura Loomer; si sono chiusi in una nicchia estremista come Nick Fuentes; sono diventati oppositori di un presidente che adulavano, come la deputata della Georgia Marjorie Taylor Greene, irritata dalla mancanza di trasparenza sul caso dei dossier di Jeffrey Epstein; o, ancora, sono usciti di scena a colpi d’arma da fuoco, come nel caso di Charlie Kirk. In questo scenario da guerriglia interna, stanno emergendo nuovi protagonisti che si battono per conquistare la base populista a colpi di podcast e di dirette su YouTube e Rumble, raccogliendo milioni di follower.

 

 

La più abile di tutti, in questo momento, è la più insolita eroina di un movimento che è in larga parte costituito da maschi bianchi con scarsa scolarizzazione e una certa propensione al razzismo. Si chiama Candace Owens, ha 36 anni, la pelle nera dei suoi antenati schiavi delle piantagioni del North Carolina e una capacità fuori dal comune di sfornare teorie della cospirazione di ogni genere. Ancora più insolito è il percorso personale e familiare della Owens, che la rende un ponte tra l’America e l’Europa e un potenziale punto di riferimento anche per i populismi europei. Suo marito è George Farmer, figlio bianco e biondo di un membro della Camera dei Lord britannica, formatosi a Oxford, rampollo nobile della destra radicale inglese che ruota intorno a Nigel Farage, nemico giurato dell’Unione europea e in generale di quell’Europa “decadente” e condannata alla rovina che Donald Trump e J. D. Vance hanno descritto nella recente Strategia per la sicurezza nazionale della Casa Bianca. Insieme, Candace e George, oltre ad aver fatto quattro figli, si sono entrambi convertiti al cattolicesimo, con un battesimo per lei nel celebre Brompton Oratory, come è comunemente chiamata la Chiesa del Cuore Immacolato di Maria a South Kensington, a Londra, diventata una roccaforte del cattolicesimo più conservatore che strizza l’occhio al neoconvertito Vance e al suo entourage a Washington. La coppia sogna di esportare di qua dall’Atlantico il movimentismo Maga che ha portato al potere Trump. Candace si è già fatta notare in Europa per aver promosso, tra le mille teorie della cospirazione che riesce a inventare, la storia del presunto cambio di sesso della première dame francese Brigitte Marie-Claude Trogneux, sostenendo che la moglie di Emmanuel Macron sarebbe in realtà nata uomo. Una vicenda per la quale i Macron l’hanno denunciata e che finirà presto davanti a un giudice negli Stati Uniti. Da quella teoria del complotto francese, l’incontenibile Owens ha estratto di recente un corollario che l’ha messa in rotta di collisione anche con il mondo del suo ex mentore Charlie Kirk e con l’ambiente dell’organizzazione Turning Point in cui è cresciuta. Spalleggiata dalla potenza mediatica di Tucker Carlson, Candace da settimane racconta a 7,5 milioni di follower su X, a 6,5 milioni su Instagram e ad altrettanti iscritti al suo canale YouTube, nonché agli svariati milioni di persone che ascoltano il suo podcast (nella Top 30 americana), che dietro la morte di Charlie Kirk ci sarebbero in qualche modo i francesi.

 

 

Per motivi difficili da decifrare, c’è un pezzo del mondo Maga che non crede che a sparare a Kirk lo scorso settembre in un campus nello Utah sia stato il giovane Tyler Robinson, arrestato e in attesa di processo per un delitto che sarebbe motivato dalle posizioni di Kirk sul mondo dei transessuali (Robinson aveva una relazione con un ragazzo che si stava sottoponendo a terapie per il cambio di sesso). Carlson e la Owens, in puro stile cospiratorio, hanno cominciato a mettere in discussione la ricostruzione dell’Fbi, nonostante il Bureau sia diretto oggi da Kash Patel, nominato da Trump dopo essere stato fino a un anno fa un ardente teorico delle cospirazioni Maga. Carlson diffida dell’Fbi soprattutto alla luce delle resistenze nel diffondere i documenti sul caso Epstein, mentre la Owens ci vede dietro lo zampino della Francia per colpa della vicenda Macron. Le sue teorie chiamano in causa adesso fumosi ambienti di ex membri francesi della Legione Straniera che a suo dire sarebbero coinvolti nel delitto. Una ricostruzione che ha fatto infuriare il mondo di Turning Point, l’organizzazione creata dall’attivista ucciso e che ha spinto anche la vedova, Erika Kirk, a cercare di far ragionare Candace – sono amiche di vecchia data e correligionarie nella fede cattolica. Tutto inutile, per ora, e alla convention di Turning Point dei giorni scorsi in Arizona si sono viste sul palco le tensioni nei confronti di Carlson e Owens, entrambi come sempre presenti tra gli ospiti che hanno preso la parola.

 

 

L’evento in Arizona è stato la dimostrazione pubblica delle molteplici fratture che sta vivendo il mondo Maga, sulle quali Trump cerca di non prendere posizione per non inimicarsi alcuna fazione, ma che sono invece al centro dell’attenzione di Vance, che da settembre si propone come potenziale punto di riferimento soprattutto per i giovani che avevano in Charlie Kirk il loro leader carismatico. E’ in corso una redistribuzione delle forze, un processo di scontro e selezione dal quale emergerà la basa conservatrice che dovrà gestire le elezioni presidenziali del 2028 e il dopo Trump. Carlson, per rafforzarsi, a novembre ha aperto le porte anche ai sostenitori dell’antisemita e filonazi Nick Fuentes, finora tenuto fuori da un “cordone sanitario” allestito dai conservatori che si riconoscono in un mondo intellettuale che va dal think tank Heritage Foundation alla redazione del Daily Wire e alle sezioni di Turning Point nei campus universitari. L’antisemitismo e l’antisionismo di Carlson, Owens e Fuentes, esplosi in questi mesi sulla scia della difesa di Israele da parte dell’Amministrazione Trump, hanno portato i loro avversari a riunirsi soprattutto intorno a Ben Shapiro, un podcaster e attivista ebreo ortodosso cresciuto a sua volta nel mondo di Kirk, che sul palco in Arizona è stato durissimo con gli ex amici Tucker e Candace. E’ la fine di una coalizione che era nata intorno alla prima campagna elettorale di Donald Trump, soprattutto come reazione e rivolta contro gli anni della presidenza di Barack Obama. E’ a quel periodo che risale anche la svolta a destra della Owens, che come spesso accade per i sostenitori più accesi di Trump, veniva da tutt’altro mondo e non aveva alcuna simpatia per The Donald. Nata a nord di New York e cresciuta in Connecticut, Candace Owens ha studiato giornalismo in Rhode Island senza laurearsi, per poi cercare di far carriera a Manhattan. Uno dei suoi primi incarichi è stato quello di stagista nella redazione di Vogue di Anne Wintour, calandosi un po’ nei panni rivestiti pochi anni prima, cinematograficamente, da Anne Hathaway ne “Il diavolo veste Prada”. All’epoca Candace era una paladina di idee molto liberal, dopo l’esperienza a Vogue aveva lanciato una propria rivista online schierata per Hillary Clinton che attaccava l’allora candidato Trump, promuovendo tra le altre cose una specie di inchiesta giornalistica ironica sulle reali dimensioni del suo pene. La svolta a destra e la conversione al trumpismo erano arrivati poco dopo la vittoria del nuovo presidente repubblicano. Le ragioni, secondo la Owens, vanno ricercate in un progetto online che aveva lanciato in quegli anni, Social Autopsy, un sito per denunciare il bullismo e la discriminazione. A suo dire, ad attaccarla duramente furono il mondo liberal e democratico: “Sono diventata conservatrice nel giro di una notte – ha raccontato – quando ho realizzato che i liberal sono i veri razzisti”.

 

 

Ben presto è emersa una nuova Candace Owens, che attaccava a testa bassa il movimento Black Lives Matters o le rivendicazioni dei diritti delle donne dell’ondata MeToo. Entrata in Turning Point per volere di Charlie Kirk e diventata la sua direttrice della comunicazione, in poco tempo per Candace si aprirono le porte della Casa Bianca e cominciarono a girare le sue foto nello Studio ovale a fianco di Trump, per il quale era diventata un asset prezioso: una rara esponente afroamericana che difendeva il presidente dalle accuse di razzismo e invitava i neri a “uscire dalla piantagione in cui vi tengono da decenni i democratici”, per unirsi invece al mondo Maga. Dopo Turning Point era arrivata per lei l’esperienza al Daily Wire, al fianco di Ben Shapiro, in quella che è diventata in questi anni assieme a Breitbart la palestra dei nuovi talenti giornalistici e creativi Maga. Nella sua foga antiwoke, Candace Owens si è distinta soprattutto per la passione nello sviluppare e rilanciare teorie cospirative. Dal movimento per i diritti Lgtbq al Covid, dall’immigrazione alla sanità, non c’è ambito nel quale l’attivista non sia andata a cercare oscuri complotti di poteri forti e segreti che agirebbero nell’ombra, costruendo su questo la propria enorme audience online con una efficace strategia multimediale. Le presunte tresche pedofile dei democratici sono state un suo cavallo di battaglia, fino a quando il caso Epstein si è rivelato essere un problema più per Trump che per gli avversari politici. Negli ultimi tempi ha spostato quindi l’attenzione altrove, prima prendendosela con Sigmund Freud per cercare di dimostrare che è il padre di tutta la pedofilia moderna, poi cominciando – come Carlson e Fuentes – a essere ossessionata dalla rilettura del nazismo e della Shoah. L’antisemitismo è oggi la vera linea di demarcazione all’interno dei Maga, come denuncia da tempo Shapiro, che da ebreo ha rotto i contatti ed è diventato nemico giurato di personaggi come Carlson, Fuentes e Owens. Lei, Candace, non sembra turbarsi più di tanto e nel suo show su YouTube non manca mai di lanciarsi in riletture della storia nelle quali Hitler diventa “uno che voleva rendere la Germania ‘great again’, e in questo non c’era niente di male. Ha sbagliato solo quando si è allargato agli altri paesi”. Sull’Olocausto ha rilanciato vecchie teorie negazioniste, cercando di smentire gli esperimenti del dottor Mengele e accusando gli Alleati di essere stati “i veri protagonisti di una pulizia etnica contro i tedeschi”. La sua lettura della guerra in Ucraina, invece, tira in ballo vecchie leggende sui Cazari e le loro discendenze ebraiche, che sarebbero dietro una gigantesca cospirazione per vendicarsi della Russia. Ad applaudire le bizzarre teorie della Owens è intervenuto più volte il rapper neonazi Kanye West, che finanzia molte iniziative antisemite americane. Come gli altri protagonisti della battaglia in corso nel mondo Maga, anche la Owens pensa ora di tradurre il suo forte seguito online in potenza di fuoco elettorale. Non solo per sostenere candidati alle elezioni di midterm del prossimo anno o alle presidenziali del 2028, ma anche per rivestire direttamente qualche ruolo di governo o al Congresso. In più, nel suo caso, c’è la voglia di rafforzare l’asse atlantico della New Right assieme al marito Farmer, per fondere Maga e Brexit e dare l’assalto all’Europa, con l’aiuto o quantomeno la benedizione di antieuropeisti come Vance, Elon Musk e Peter Thiel, tutti estimatori dell’eroina nera del trumpismo.