Editoriali
Il metodo Trump nell'Artico
Il presiente americano nomina il governatore della Louisiana Jeff Landry nuovo “inviato speciale per la Groenlandia”. Siamo davanti a un’escalation davvero poco furba
Jeff Landry, repubblicano trumpiano, governatore della Louisiana, è diventato ieri l’ennesimo inviato speciale del presidente americano Donald Trump. Landry si occuperà della Groenlandia, anzi, come ha detto lui stesso su X, “di rendere la Groenlandia parte degli Stati Uniti. Questo non influisce in alcun modo sulla mia posizione di governatore della Louisiana!”. C’è da crederci, dato che Landry non si è mai occupato di Artico e, come scriveva ieri il New York Times, “ha trascorso il suo primo mandato dimostrando fermezza e lealtà nei confronti di Trump”. Ma la mossa della Casa Bianca ha riacceso le polemiche sul tentativo dell’Amministrazione americana di “annettere” la Groenlandia, sottraendola di fatto alla Danimarca, alleata della Nato.
“Jeff comprende quanto la Groenlandia sia essenziale per la nostra sicurezza nazionale”, ha scritto Trump sul suo social Truth, annuncio al quale qualche ora dopo hanno risposto, in un comunicato congiunto, la prima ministra danese Mette Frederiksen e il suo omologo groenlandese, Jens-Frederik Nielsen, ribadendo che “i confini nazionali e la sovranità degli stati”, radicati “nel diritto internazionale”, “sono princìpi fondamentali. Non si può annettere un altro paese. Nemmeno con un’argomentazione sulla sicurezza internazionale”. La Danimarca ha anche convocato l’ambasciatore americano a Copenaghen. A marzo il vicepresidente J. D. Vance aveva fatto una controversa visita a Pituffik, dov’è ospitata una base militare americana che Trump vorrebbe ampliare. E all’inizio del mese, nel suo rapporto annuale, l’intelligence danese aveva scritto che Washington “sta facendo leva sul potere economico, comprese le minacce di dazi elevati, per affermare la propria volontà, e la possibilità di ricorrere alla forza militare, anche contro gli alleati, non è più esclusa”. L’unica altra potenza economica che ha il potere di usare alternativamente la forza economica e quella militare contro il resto del mondo per ottenere vantaggi politici è la Repubblica popolare cinese.