Ansa
Editoriali
C'è una sola certezza dopo gli incontri sull'Ucraina: Witkoff fa affari
Dmitriev ha lasciato Miami. Il capo del Fondo russo però non era nella capitale della diplomazia trumpiana per parlare del piano di pace dell'Ucraina, ma per fare agli Stati Uniti grandi offerte di affari nell’Artico. Così Mosca prende tempo
Il capo del Fondo russo per gli investimenti all’estero, Kirill Dmitriev, ha lasciato Miami, la capitale della diplomazia trumpiana, è tornato in Russia per riferire al Cremlino di cosa ha parlato con Steve Witkoff, che della diplomazia trumpiana è l’alfiere, il tuttofare, il simbolo. Dmitriev non era a Miami per parlare del piano di pace, ma per fare agli Stati Uniti grandi offerte di affari nell’Artico. Sono settimane che il lavoro per far finire la guerra in Ucraina procede così: gli ucraini e gli europei incontrano gli americani per stilare documenti su garanzie di sicurezza, gestione dei territori, ricostruzione; poi gli americani si chiudono con Dmitriev e cambiano argomento, si inizia a parlare di affari.
Così Mosca prende tempo, non ha intenzione di concludere un accordo, un cessate il fuoco, per questo non manda mai a Miami i funzionari che si occupano di diplomazia, come il consigliere di Putin, Yuri Ushakov, ex ambasciatore russo negli Stati Uniti. Domenica Ushakov ha detto che Dmitriev non ha nessun mandato per negoziare, lo ha detto con schiettezza, facendo capire che non c’è mistero sul ruolo dell’uomo d’affari che ha studiato negli Stati Uniti. E’ da oltre un mese che i colloqui rimangono immobili e infatti non si può parlare mai di negoziati, ma soltanto di chiacchiere. Gli ucraini e gli europei fanno proposte, ma gli americani, che dicono di avere fretta di concludere il conflitto, non fanno una piega quando è la Russia che continua a perdere tempo, a tirarla per le lunghe con offerte che hanno l’obiettivo di risultare appetibili, ma senza mai arrivare al punto, ossia al compromesso. Per Mosca Miami è un teatro, i russi ne hanno capito il valore e per il Cremlino va benissimo mandare Dmitriev a far finta di dimostrare impegno. Non ci sono passi in avanti, ma più passa il tempo, più emerge una certezza: l’uomo che è incaricato di gestire la diplomazia, Steve Witkoff, non soltanto non sa nulla di diplomazia o di Russia o di Ucraina, ma è sempre più invischiato con il Cremlino e quindi poco adatto a rivestire il suo ruolo.