Kirill Dmitriev (foto ANSA)

Editoriali

La pace in Ucraina è “imminente” da un mese

Redazione

Se il capo del Fondo sovrano Dmitriev va da solo a Miami ancora una volta c’è poco di serio da discutere

Il capo del Fondo sovrano russo oggi sarà a Miami, nella seconda Casa Bianca: la villa di Steve Witkoff, in cui l’immobiliarista diventato l’emissario speciale di Donald Trump sta accogliendo i funzionari europei, ucraini e russi. In realtà a casa Witkoff entra soltanto un russo, il capo del Fondo sovrano, Kirill Dmitriev, l’economista laureato a Harvard che in questi mesi si è molto impegnato per far conoscere a Witkoff i segreti del lusso russo. Ieri, sempre a casa Witkoff, si sono incontrati i consiglieri per la Sicurezza nazionale di Germania, Regno Unito, Francia e il capo negoziatore dell’Ucraina Rustem Umerov. Finiti i colloqui con loro, Witkoff ha accolto i funzionari di Egitto, Turchia e Qatar per parlare del piano di pace in medio oriente che ancora non entra nella seconda fase. Casa Witkoff è una fabbrica negoziale, ma finora ha prodotto poco. La presenza a Miami dell’economista russo, che incontrerà anche Jared Kushner, non è il segnale che Mosca abbia davvero voglia di parlare.

Quando le cose si fanno serie, Vladimir Putin manda i suoi consiglieri, come Yuri Ushakov. Dmitriev ha il compito di occupare il tempo, tenere impegnati gli americani, tanto più che ha un rapporto privilegiato non soltanto con Witkoff, ma anche con Kushner, che si è aggiunto ai colloqui sulla guerra fra Russia e Ucraina soltanto nell’ultimo periodo e potrebbe presto sostituire l’immobiliarista-emissario: Trump ha detto che Witkoff non sa nulla di Russia, secondo alcuni media americani potrebbe affidare tutto a Kushner, che comunque non è un esperto di diplomazia. Dmitriev sa che il suo compito è chiacchierare, mentre la guerra va avanti e soprattutto l’inverno si fa più rigido. Il piano che venne pubblicato il 20 novembre scorso è stato scritto con la sua collaborazione. Non era un piano serio, non aveva possibilità di essere accolto da Kyiv o dagli europei, ma comunque iniziò ad alimentare le speranze degli americani che iniziarono a dire che la pace era imminente. Oggi è esattamente un mese che la pace è “imminente”.