L'acceleratore Trump
Così l'India si infila nei vuoti creati dall'aggressività americana. I colloqui con l'Ue
Nell'ottica di Nuova Delhi la nuova strategia del presidente americano è vista come un "acceleratore", un'opportunità per sfruttare i vuoti soprattutto con l'Unione europea: "E' per questo che a gennaio firmeremo l’accordo di libero scambio India-Ue", dice al Foglio l'ex diplomatico Ajay Bisaria. Il precedente canadese
Nuova Delhi, dalla nostra inviata. Nel documento per la Strategia per la sicurezza nazionale americana, Trump ha riservato alcuni avvertimenti anche per l’India, che deve “contribuire di più alla sicurezza dell’Indo-Pacifico. Lavoreremo per allineare le azioni dei nostri alleati e partner al nostro interesse comune e per impedire il dominio da parte di una singola nazione concorrente”, si legge nel testo. All’inizio della settimana il presidente americano aveva alzato ulteriormente i toni contro Nuova Delhi, minacciando di imporre nuovi dazi (già al 50 per cento), e accusando Modi di “scaricare” il proprio riso negli Stati Uniti. Poi, mentre erano in visita nella capitale indiana funzionari del dipartimento di stato e del Commercio americani, giovedì la telefonata fra Modi e Trump ha riportato l’ottimismo sulla possibilità di negoziati commerciali entro i prossimi mesi.
Gli analisti indiani lo hanno definito “l’acceleratore Trump”, che negli ultimi mesi è riuscito a deteriorare i rapporti – non soltanto con l’India – e a creare confusione con i paesi considerati alleati, prima ancora dei rivali come Cina e Russia. L’acceleratore è visto in particolare nell’opportunità per Nuova Delhi di sfruttare i vuoti creati dalla nuova strategia americana, soprattutto con l’Unione europea, il suo secondo partner commerciale più grande dopo gli Stati Uniti. “Nell’ultimo anno abbiamo imparato a conoscere la politica di Trump”, dice al Foglio Ajay Bisaria, ex diplomatico indiano e distinguished fellow all’Observer Research Foundation di Nuova Delhi, “e riteniamo che nel complesso l’acceleratore Trump stia funzionando nelle relazioni tra India e Unione europea, perché sia l’India sia l’Ue stanno cercando di diversificare le loro relazioni. Per l’Ue è particolarmente difficile perché lo ha già fatto rispetto a Cina e Russia, e ora il suo partner più stretto le si è rivoltato contro. E’ anche per questo che ci sono così tante discussioni tra Nuova Delhi e Bruxelles, ed è per questo che a gennaio firmeremo l’accordo di libero scambio India-Ue, che era già in fase di avanzamento, ma che grazie al comportamento degli Stati Uniti verrà inevitabilmente accelerato”. Era già accaduto con il Canada, dopo le accuse sugli omicidi di alcuni leader separatisti Sikh: “Avevamo espulso tutti i nostri diplomatici e improvvisamente dopo l’arrivo di Trump, e grazie a Trump, siamo in una situazione in cui i nostri primi ministri si incontrano tre volte l’anno e parlano di un imminente accordo economico”.
L’India vede nell’Europa un partner importante in un momento in cui l’Alleanza transatlantica si sta indebolendo notevolmente, dice Bisaria, e Nuova Delhi preferirebbe trattare con l’Europa e costruire un partenariato più forte, costruire “un centro di potere alternativo”, invece che guardare nelle crepe – come invece sta facendo Trump. I colloqui dell’India con Bruxelles sull’accordo di libero scambio, sospesi per lungo tempo, sono ricominciati nel 2022, e da luglio 2022 a settembre 2024 si sono svolti nove round di negoziati: secondo Bisaria verrà firmato durante la festa nazionale indiana, il giorno della Repubblica, il prossimo 26 gennaio. L’acceleratore Trump è visto però dalla prospettiva indiana non solo in chiave positiva: secondo fonti del ministero degli Esteri di Nuova Delhi, la strategia americana è destabilizzatrice perché “qualsiasi minaccia alle relazioni transatlantiche è semplicemente controproducente, ed è vista dalla Cina come un’opportunità per trarne beneficio”. Così negli ultimi mesi c’è stato un avvicinamento dell’India con Pechino, con la stretta di mano tra Narendra Modi e Xi Jinping a Tianjin a settembre per l’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai, insieme con Putin, nella prima visita del primo ministro indiano in Cina dal 2018. La foto di Xi, Modi e Putin ha trasmesso un messaggio strategico, dice Bisaria: “Se gli Stati Uniti spingono l’India e altri paesi oltre un certo punto, c’è sempre chi cercherà di rivoltarsi contro”.
La telefonata improvvisa